Lazio, Baroni ha avuto le risposte che cercava: una squadra in 3D

Si era affacciato per la prima volta in carriera in Europa con tanta emozione e determinazione, ma prima della sfida alla Dinamo Kiev Baroni aveva anche due interrogativi a cui dare una risposta: la tenuta dell’altra Lazio, modificata per otto undicesimi rispetto allo scheletro quasi sempre utilizzato in campionato, e lo spirito con cui avrebbe affrontato un torneo che in passato ha regalato ai biancocelesti ben pochi sorrisi. Ha avuto le risposte che cercava. Anzi, che sperava. Perché per atteggiamento, lucidità tattica ed equilibri messi in campo quella di Amburgo è stata probabilmente la sua Lazio migliore, in alcun modo mitigata dalle tante novità che non hanno abbassato il livello complessivo della squadra, anzi. Per la prima volta in stagione la Lazio ha chiuso senza subire gol. Baroni non ha dovuto neanche modificare troppo il copione tattico che ha ormai deciso di scrivere per la sua squadra, che vuole sempre coraggiosa e proiettata all’attacco. Un invito per chi come Dia i gol li ha sempre fatti ma che probabilmente era il primo a non aspettarsi numeri così performanti dopo una stagione tormentata e in cui il campo lo aveva visto davvero poco. Ci ha messo appena cinque partite, ma il senegalese si è già preso la copertina. Sta ancora cercando casa a Roma ma a Roma è già di casa. A suo agio nella Lazio di Baroni, da sottopunta o da centravanti, poco cambia. Fa il regista offensivo e anche il finalizzatore: 4 partite da titolare e 4 gol, uno ogni 84 minuti giocati. È diventato il miglior marcatore stagionale dei biancocelesti. Lui e Castellanos hanno realizzato 7 delle 12 reti messe a segno dai biancocelesti. Una coppia costretta a separarsi nelle ultime due partite per i problemi fisici dell’argentino ma che si ricomporrà domenica per la trasferta contro la capolista Torino. Ad Ambugo il senegalese si è diviso la scena con Dele-Bashiru, attuale manifesto dell'altra Lazio. Era l'unico titolare al debutto in Europa. Un gol e un assist alla prima e una prova convincente per l’acquisto meno conosciuto del mercato estivo biancoceleste. La Lazio lo seguiva da tempo. 23 anni, cresciuto nelle giovanili del City, si è imposto con un’ottima stagione nella Super Lig turca con la maglia dell’Hataysport trovando spazio anche nella nazionale nigeriana. Talmente convinta della propria scelta che la società ha deciso di riscattarlo in anticipo rispetto agli accordi estivi. Un bel attestato di stima. L’altro è arrivato dalle parole del suo allenatore dopo il match contro la Dinamo Kiev. "C'è ancora da lavorare, ma ha grandi potenzialità. Può diventare un centrocampista importante moderno. Deve lavorare di più dentro la partita dal punto di vista tattico. Ci si lavorerà, ma può diventare veramente importante se cresce tatticamente perché ha fisico, corsa e potenza". Se non è un’investitura poco ci manca. Deve ancora formarsi del tutto, ma questo vale un po' anche per la nuova Lazio di Baroni. Eppure, i segnali dopo i primi 40 giorni di stagione sono assolutamente incoraggianti.