ConquisTaty da Castellanos: come il centravanti si sta prendendo la Lazio

Baroni, compagni di squadra e tifosi. Castellanos ha convinto tutti. È lui il manifesto del nuovo corso biancoceleste. Di una squadra che Baroni ha ridisegnato in poco meno di tre mesi. Dandole da subito un'identità chiara e riconoscibile e un'impronta spiccatamente offensiva. Trasformandola insomma. E la trasformazione più eclatante è proprio quella del centravanti argentino. Ma chi pensa che da brutto anatroccolo si sia trasformato in cigno è fuori strada perché qualità tecniche e doti da centravanti moderno le aveva mostrate anche un anno fa. Ma campo e porta li vedeva davvero poco. Ecco perché il click è stato soprattutto di natura mentale. Il nuovo Castellanos è nuovo soprattutto a livello di testa. Schiacciato un anno fa dal dualismo con Immobile; quell’ingombrante e continuo raffronto con chi ha scritto la storia della Lazio da cui era impossibile uscire vincitore. Era arrivato lo scorso anno quasi a sorpresa, come un oggetto misterioso di cui, però, Lotito aveva sempre parlato con sicurezza. La cifra per acquistarlo era stata importante , arrivava dopo una stagione non semplice al Girona, con tanti dubbi legati soprattutto all’ambientamento. Non è stato facile sopportare tutto quel peso, ai di là del dualismo con Immobile. Che ha comunque inciso tanto. Oggi l'attaccante è un giocatore più leggero e in campo si vede. Il confronto rispetto alle prime otto partite ufficiali della passata stagione è esplicativo. Mai titolare, appena 58 minuti giocati e zero gol 12 mesi fa. 5 gol in 6 da titolare oggi. Fondamentale nella sua crescita la fiducia della società, che in estate ha rifiutato un'offerta proprio del Girona, sua ex squadra, che avrebbe voluto riportalo in Liga e quella di Baroni che non solo a parole gli ha subito assegnato un ruolo centrale nella sua Lazio. In corso d'opera invece ha varato la formula col doppio centravanti. Altra scelta vincente. Con Dia forma una coppia da 10 ma sono tutti i giocatori offensivi di Baroni a beneficiare del nuovo corso. Oltre alle due punte sono andati a segno Zaccagni, Noslin, l'eterno Pedro, Dele-Bashiru e Isaksen. All'appello manca solo Tchaounà. La Lazio sta diventando una squadra dal gol facile. Ne ha realizzati addirittura 11 nelle ultime 4, quasi 3 di media a partita. Dato da rimarcare soprattutto perché i biancocelesti hanno spiccato il volo proprio quando sono iniziati gli impegni ravvicinati. Le ‘settimane piene’ hanno sempre rappresentato un limite in passato, l'alba di questa nuova stagione sembra far invece scorgere orizzonti diversi. In due settimane Baroni ha ruotato tutto l’organico schierando ben 21 titolari diversi. Formazione sempre rivoluzionata tra una partita e l'altra. Strada facendo le rotazioni dell'allenatore si assottiglieranno ma le prime risposte sulla profondità della rosa sono state incoraggianti. La Lazio può essere competitiva sia in Italia che in Europa, ha una squadra che diverte e si diverte e che segue il proprio allenatore, Dopo gli addii ravvicinati di Sarri e Tudor che hanno pagato anche lo scarso feeling col gruppo, la rivoluzione estiva sul mercato e la diffidenza iniziale dell'ambiente è un abbrivio tutt'altro che scontato.