Paulo e la Roma, la 'Joya' di una seconda possibilità

C’era una volta Piero Prati da Cinisello Balsamo, per tutti 'Pierino'. Di professione attaccante, campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del Mondo nel 1970, ma è soprattutto con la maglia del Milan a scrivere le pagine più importanti della sua storia calcistica. Il primo e finora unico calciatore italiano a segnare una tripletta in una finale di Coppa dei Campioni, quella vinta dai rossoneri a Madrid contro l’Ajax. Quattro anni dopo, pur con un bagaglio di 102 gol in maglia rossonera, venne messo sul mercato a soli 27 anni e, nonostante Nereo Rocco non fosse dello stesso avviso, il presidente rossonero Albino Buticchi decise di cederlo alla Roma di Gaetano Anzalone. Prati si innamorò della maglia giallorossa, facendo capire fin da subito che quello non sarebbe stato l’inizio della fine. In giallorosso segnò altri 41 gol, giocando 108 partite ufficiali. Le stesse, finora, messe insieme da Paulo Dybala a circa 50 anni di distanza. Contro il Porto il fenomeno argentino non ha soltanto trascinato i giallorossi agli ottavi ribaltando il momentaneo vantaggio di Omorodion, ma ha anche raggiunto Prati a 108 presenze complessive con la maglia della Roma. Nella stessa serata ha poi agganciato l’ex attaccante del Milan a quota 41 gol e dopo 4’ l’ha addirittura superato, salendo a 42 reti con la maglia romanista. Una coincidenza statistica e nulla più, potrebbe dire qualcuno. In effetti è passato più di mezzo secolo, quello era un altro calcio e le caratteristiche dei due non sono così assimilabili. Eppure, la storia recente di Paulo Dybala ricorda eccome quella di Pierino Prati. Entrambi scaricati da un club più prestigioso, per numero di tifosi e per trofei in bacheca: tutti e due avevano vinto molto, Prati soprattutto in Europa, Dybala cinque volte lo scudetto. Il Milan non credeva più in Piero; la Juve ha scelto di scaricare Paulo, lasciandolo libero di accordarsi con un altro club. Quarantanove anni dopo l’accordo tra il Milan e la Roma per la cessione di Prati, a luglio 2022 Dybala firma con la Roma. I giallorossi hanno da poco vinto la Conference League a Tirana e con Josè Mourinho in panchina hanno in mente di provare a fare lo stesso in Europa League, puntando alla finale del 31 maggio 2023 a Budapest. Obiettivo raggiunto. A portare in vantaggio i giallorossi nell’ultimo atto contro il Siviglia proprio la Joya. Ma non basterà. Perché Dybala, in precarie condizioni fisiche, lascerà il campo al 68’. I calci di rigore alla fine premieranno gli andalusi. Le lacrime dell’argentino, le polemiche per la direzione di un arbitro inadeguato come Taylor, tutti ricordi incancellabili nella testa dei tifosi romanisti. Consapevoli che quel sogno era stato possibile anche e soprattutto grazie alla presenza di un calciatore di un’altra categoria. Gli stessi appassionati che, il 22 agosto del 2024, hanno esultato all’annuncio social dello stesso Dybala: “Grazie Roma, ci vediamo domenica“. Un clamoroso dietrofront, scrivendo la parola fine sulla trattativa che avrebbe dovuto portarlo all’Al-Qadsiah. Poi, da quando a metà novembre sulla panchina della Roma è arrivato Claudio Ranieri, Dybala è tornato insostituibile: 1239’ giocati, 6 gol, 4 assist e soprattutto nessun problema fisico. Un altro, mezzo secolo dopo Prati, che si è innamorato della Roma e ha fatto innamorare i romanisti. C’è una Roma con Dybala e una senza Dybala. Lo diceva Josè Mourinho, lo ha confermato Claudio Ranieri.

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Riccardo Gentile