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Galles avversaria dell'Italia agli Europei 2021: la scheda tecnica

Europei

Federico Aquè

©Getty

Una squadra molto giovane e fisica, ma che ha bisogno del miglior Bale per creare gioco 

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Da circa sette mesi ad allenare la nazionale gallese non è più Ryan Giggs, arrestato a inizio novembre per aver aggredito la compagna e sua sorella, e rimosso di conseguenza dall’incarico di commissario tecnico. Giggs andrà a processo il prossimo gennaio, e al suo posto è subentrato il suo assistente, Robert Page, che ha concluso il lavoro in Nations League, portando il Galles in prima divisione, e ha iniziato il percorso di qualificazione ai prossimi Mondiali: una sconfitta (3-1) contro il Belgio e una vittoria (1-0) contro la Repubblica Ceca. Gli Europei erano invece già stati conquistati da Giggs, con il secondo posto nel girone di qualificazione alle spalle della Croazia.

 

Page ha in parte continuato il lavoro di Giggs. Non ha stravolto il gruppo, che è tra i più giovani del torneo, ma si è staccato dal suo predecessore cambiando il sistema. Se prima il Galles giocava con 4-2-3-1, ora invece si schiera stabilmente con il 5-2-3, una scelta fatta anche per le assenze nei mesi scorsi e i dubbi sul piano fisico legati ai trequartisti, Ramsey e Jonny Williams, che rinuncia a un po’ di creatività per avere maggiore solidità difensiva. La squadra può comunque tornare facilmente al 4-2-3-1, un’alternativa che Page ha più volte utilizzato a partita in corso.

 

La nazionale gallese pressa poco e cerca piuttosto di non disunirsi mai, di non allungare le distanze tra i reparti, proteggendo con grande attenzione il centro. I tre attaccanti formano una prima linea stretta, e alle loro spalle i due mediani proteggono lo spazio davanti alla difesa, una struttura che spinge gli avversari a uscire con il primo passaggio verso le fasce, negli spazi liberi dietro l’ala e di fianco al mediano. A quel punto lo schieramento scivola e si forza il recupero della palla portando quattro giocatori nelle zone laterali. L’ala e il mediano coprono le linee di passaggio verso il centro, l’esterno e un difensore centrale escono per marcare i loro avversari, sicuri di avere sempre la copertura dei compagni alle spalle. È un modo di difendere difficile da manipolare, per la cura con cui protegge il centro, l’attenzione con cui tiene chiuso lo schieramento e non concede ricezioni tra le linee, e che sulle fasce riesce ad andare comodamente in superiorità numerica.

 

In calendario la partita contro il Galles è l’ultima del girone per l’Italia, e nello scenario migliore, con risultati favorevoli nelle prime due giornate, gli azzurri potrebbero affrontare con più serenità i problemi posti dalla nazionale gallese. E cioè quelli di una squadra che può bloccare il tipico palleggio dell’Italia di Mancini, appiattirlo, rallentarlo, spingerlo in zone laterali, dove non ha molti specialisti nel dribbling che possono creare vantaggi semplicemente vincendo il loro duello, un aspetto fondamentale contro schieramenti chiusi come quello del Galles. Di una squadra che quando recupera la palla è poi molto veloce a contrattaccare, con combinazioni semplici che coinvolgono i tre attaccanti o al massimo l’esterno che si sovrappone. Con uno stile cioè molto diretto, che porta pochi giocatori in avanti, accentuato dalla volontà di Page di avere una prima linea molto veloce, con attaccanti abili a portare la palla e a coprire i tanti metri che li separano dalla porta avversaria. Il nuovo commissario tecnico, infatti, non ha convocato Robson-Kanu, uno degli eroi gallesi agli Europei di cinque anni fa, e ha messo ai margini Kieffer Moore, attaccante di un metro e 95 che invece era un titolare con Giggs. Al suo posto Page preferisce schierare una linea offensiva con tre ali, di solito Bale, Wilson e James, che possono avanzare velocemente da soli o associandosi con scambi rapidi.

 

È inutile girarci attorno, le sorti del Galles dipendono ancora molto da Gareth Bale. Magari non è più il super-uomo di un tempo, quello che, per intenderci, aveva fatto impazzire Maicon ormai quasi undici anni fa, o quello che aveva incenerito Bartra nella finale di Copa del Rey di sette anni fa. Oggi Bale ha più bisogno dei compagni per far risalire la palla, non può semplicemente lanciarsi in avanti e deve ragionare di più con il pallone, coinvolgendo chi gli sta attorno. Anche così Bale non è comunque solo un riferimento simbolico (è il capitano e il giocatore più esperto se si esclude il portiere Hennessey, che ultimamente sembra scivolato indietro nelle gerarchie, scavalcato da Danny Ward). È ancora la stella, il compagno da cercare nei momenti difficili, quello da cui aspettarsi la giocata decisiva, anche se segna meno che in passato e ha più influenza come creatore, che aiuta la risalita e si concentra sull’ultimo passaggio.

Qui, contro il Belgio, Bale coinvolge prima l’esterno e poi la punta con due tocchi di prima, che permettono al Galles di avanzare nella metà campo avversaria e di trovare il gol.

 

Oltretutto Bale gioca soprattutto a destra, e cioè sul lato in cui Roberto Mancini schiera il terzino più offensivo, quello che si alza a occupare l’ampiezza mentre il terzino destro resta più vicino ai centrali. Può essere un problema per l’Italia, visto che a marcare Bale ci dovrebbe pensare il difensore centrale sinistro, e cioè uno tra Acerbi, Chiellini o Bastoni, che potrebbero avere delle difficoltà a difendere in spazi ampi se Bale riesce a girarsi e ad associarsi con la punta o con l’esterno che si sovrappone.

 

A livello atletico il Galles può far soffrire anche le squadre più forti, anche perché nelle poche partite da commissario tecnico Page ha modellato una squadra titolare davvero giovane. In difesa ci sono Rodon e Mepham, entrambi del ‘97. In mezzo al campo si è imposto Ethan Ampadu, ventenne del Chelsea che ha passato l’ultima stagione in prestito allo Sheffield United. A sinistra Page ha fatto giocare Neco Williams, classe 2001 del Liverpool, mentre in avanti, di fianco a Bale, ci sono altri due ragazzi del ‘97: Daniel James del Manchester United e Harry Wilson, capace di battere il primato di Bale come esordiente più giovane in nazionale nel 2013, a 16 anni. Oggi Bale è in declino e non riesce più a dare da solo una dimensione diversa alla propria nazionale, come invece faceva nei suoi anni migliori. Ma anche adesso il Galles resta una squadra da non sottovalutare.