Dentro la crisi del Real Madrid

Dopo la sosta si aprirà il periodo chiave per il Real Madrid. Le merengues sono attese da un ciclo di 7 partite che ci dovrà dire se le difficoltà dell’ultimo periodo sono state superate e soprattutto se il percorso nella nuova Champions League potrà continuare senza intoppi. Perché se in Liga il Real è comunque al secondo posto alle spalle del Barcellona, in Europa le sconfitte contro Lille e Milan hanno complicato e di molto la qualificazione diretta agli ottavi di finale visto l’attuale 18° posto in classifica con 6 punti dopo 4 giornate. E il calendario da qui al 15 dicembre è pieno di insidie, con 6 trasferte nelle prossime 7 partite che potrebbero far precipitare la situazione. Domenica 24 novembre il Real ripartirà in Liga dalla trasferta sulla carta abbordabile con il Leganes ma già mercoledì 27 arriverà il viaggio in Inghilterra contro un Liverpool che in questo momento fa paura. Domenica 1° dicembre l’unica gara interna del periodo, contro il Getafe in campionato. Subito dopo è in programma l’infrasettimanale di mercoledì 4 dicembre a Bilbao contro l’Athletic, che in casa è sempre pericolosissimo. Neanche il tempo di rifiatare che sabato 7 dicembre arriverà la trasferta a Girona contro una squadra in cerca di rilancio dopo un avvio zoppicante in Spagna e in Europa. E martedì 10 dicembre altro viaggio, con destinazione Bergamo dove l’Atalanta di Gasperini potrebbe dare una mazzata alle ambizioni europee del Real. Per chiudere questo tour de force arriverà il piccolo derby di Madrid in campionato, in casa di un Rayo che quando gioca al Nuevo Vallecas contro i cugini miliardari spesso si esalta e centra grandi imprese. Sette partite in venti giorni di cui sei in trasferta, un calendario massacrante che il Real dovrà affrontare con la rosa decimata dagli infortuni. Una delle cause di questo zoppicante inizio di stagione delle merengues sono proprio gli infortuni, tanti, troppi, soprattutto concentrati nel reparto difensivo. La lista degli indisponibili per Ancelotti è lunghissima: Alaba, Carvajal, Courtois, Tchouameni, Eder Militao, Lucas Vazquez, Rodrygo Goes. Nessuno di questi recupererà probabilmente per la prima partita alla ripresa, quella contro il Leganes. Per Liverpool poi si valuterà. In difesa la coperta è cortissima, Ancelotti dispone al momento solo di due centrali , a destra non c’è un terzino sano e si potrebbe adattare Valverde vista l’emergenza, a sinistra c’è un minimo di scelta con Mendy e Fran Garcia. Oggettivamente non il modo migliore per affrontare 7 partite chiave in 20 giorni. Ma al di là degli infortuni il problema del Real in questo momento ha un nome e un cognome: Kylian Mbappé. Il francese arrivato in estate come l’asso destinato a far volare il Real finora si è visto solo a sprazzi. Vittima di una condizione fisica mai veramente soddisfacente, Mbappé ha faticato moltissimo a regalare ai tifosi del Bernabeu quelle accelerazioni che lo hanno reso famoso al PSG. La sensazione vedendolo giocare è che Mbappé vada oggi più piano degli altri dieci del Real, quasi con il freno a mano inserito, non certo il modo migliore per ripagare Florentino Perez del mostruoso investimento fatto in estate su di lui. Ora però arriva il momento chiave. Mbappé da qui a metà dicembre dovrà caricarsi sulle spalle il Real in questa durissima serie di partite che lo attendono. Fallire ancora vorrebbe dire costringere il Real Madrid a ritrovarsi a metà dicembre in una scomodissima posizione di classifica sia in Spagna che in Europa, con conseguenze difficilmente immaginabili. La scelta di Deschamps che ha preferito rinunciare a Mbappé in questa finestra riservata alle nazionali è la conferma che l’attaccante francese vive oggi forse il momento più buio della sua carriera, complicato anche da vicende giudiziarie extra campo. E il tempo per rimettersi in carreggiata è poco, Mbappé lo sa e a breve ci dovrà dire se sarà riuscito a uscire dal tunnel nel quale pare essersi infilato da qualche mese. Quel che è certo è che finora non è scoccata la scintilla tra Mbappé e il resto della squadra. In campo il francese rimane un corpo fuori dagli schemi, la sensazione è che anche fuori dal terreno di gioco Mbappé non abbia ancora fatto breccia nel cuore dei compagni. Si dirà che Mbappé è stato calato in estate all’interno di un meccanismo praticamente perfetto e che per il suo ambientamento ci vuole del tempo. Ma il tempo oggi non c’è, soprattutto a causa di quelle sconfitte inattese che hanno complicato il percorso in Champions. Mbappé deve trovare rapidamente il modo di convivere con Vinicius e Bellingham e soprattutto deve cominciare a essere decisivo perché da qui a metà dicembre lo attendono esami senza appello che non si possono sbagliare. Poi c’è l’aspetto tattico, altro fattore da considerare per cercare di spiegare l’inizio stagione zoppicante del Real. L’arrivo di Mbappé ha costretto Bellingham a allontanarsi dall’area di rigore avversaria con il risultato che l’inglese finora ha segnato un solo gol , proprio nell’ultima partita di Liga contro l’Osasuna. Se un anno fa di questi tempi Bellingham era già arrivato in doppia cifra è evidente che un problema tattico di collocamento in campo dell’inglese ci sia. Così come si è rivelato un grande problema l’addio di Toni Kroos, un centrocampista che fino al giugno scorso ha saputo regalare equilibrio e fantasia al centrocampo del Real. L’abbandono di Kroos ha aperto un vuoto nel centrocampo delle merengues che nessun altro giocatore, per caratteristiche e per talento, si è dimostrato in grado di poter colmare. E nelle sconfitte più clamorose del Real di questo inizio stagione non è un caso che proprio il centrocampo sia stato il reparto apparso maggiormente in difficoltà. Con questo mix di timori e ansie i tifosi del Real Madrid aspettano il ritorno di campionato e coppe europee, per 6 trasferte in 7 partite che potrebbero far risorgere o affossare in maniera clamorosa il Real di Ancelotti.

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