Kvaratskhelia e il Psg: storia di un amore già nato

A Napoli il suo addio non è stato vissuto benissimo, ma la voglia di andare a Parigi ha preso il sopravvento. Bonjour, c’est moi: Khvicha, sei mesi dopo la trattativa che non era andata a buon fine con il Psg, ecco che l’accordo si è trovato. D’altra parte, 70 milioni per un giocatore che non aveva voluto valutare un rinnovo di contratto, difficilmente si sarebbero potuti incassare in un altro momento. E una cifra così a gennaio vuol dire una spesa di certo molto importante, anche se sei il Paris Saint-Germain che di soldi ne ha praticamente infiniti. Le aspettative? Non sono state tradite finora. Un assist all’esordio in campionato contro il Reims, il primo gol segnato due partite dopo nel big match contro il Monaco. In meno di 270 minuti, Kvaratskhelia ha fatto capire perché Luis Enrique lo ha voluto a tutti i costi. “E la cosa che abbiamo notato subito”, racconta a Sky Sport Insider Frédéric Verdier, corrispondente parigino per L’Equipe e Eurosport, “è stata la facilità con cui si è integrato. Stiamo parlando di un giocatore giovane, che entra in una squadra importante e con dei sottogruppi ben definiti: ci sono francofoni, ispanici, giocatori che parlano il portoghese... Lui è georgiano, e conosce solo un po’ di italiano: il suo talento si è notato subito, insieme con la sua umiltà. E tutto questo ha fatto la differenza”. Tralasciamo un momento la Coppa di Francia, dove è comunque partito titolare e ha giocato per 90’. Da quando è arrivato a Parigi, a parte i tempi tecnici per una non convocazione per la gara contro il Lens del 18 gennaio, Kvaratskhelia ha giocato sempre dal primo minuto, collezionando 208’ complessivi con 1 gol e 1 assist. Ma i dati di Opta vanno più in profondità: su 9 tiri totali, 4 sono andati nello specchio della porta; 5 le occasioni create a cui aggiungere il 28,6% di dribbling riusciti. Insomma un impatto ottimo, per chi poteva patire il cambio di campionato. “È questo che sicuramente ha fatto la differenza: quando lo abbiamo visto giocare abbiamo subito pensato che fosse davvero un fuoriclasse” continua Verdier. “Penso al suo gol: entra in area con un’accelerazione formidabile, finta, controfinta e rete. Quanti altri sono capaci di fare così? Tra l’altro, è arrivato in un momento in cui la squadra ha acquisito grande fiducia: la vittoria di Champions League contro il Manchester City è stata determinante. Prima c’erano dei dubbi, basti pensare alla gara contro il PSV di qualche mese fa: tante occasioni, un solo gol. Ora la sensazione è che con Kvara molte cose potranno essere messe a posto”. Merito del giocatore, ma anche di Luis Enrique, che non ha stravolto il modo di impiegare l’esterno. Basti vedere le heatmap qui sopra: in alto, Kvaratskhelia a Napoli; in basso, Kvara a Parigi, per quanto il gol sia nato partendo dall’altra fascia. “L’allenatore e il suo staff in questo sono molto bravi”, dice sempre Verdier, “perché non danno mai punti di riferimento fissi. Soprattutto quest’anno: Khvicha è partito titolare, ma non è per niente detto che lo sarà sempre. E così anche i suoi compagni. In più, appunto, Luis Enrique lo fa giocare su entrambe le fasce, e non escluderei nemmeno un impiego da numero 10 in futuro. È sempre difficile da decifrare l’allenatore del Psg: vuole che ogni settimana il giocatore lo convinca a dargli la possibilità di scendere in campo”. E non è quindi casuale vederlo partire dalla panchina contro il Brest agli ottavi di andata di Champions, facendogli giocare solo gli ultimi 22': è la strategia di chi non vuole mai lasciare punti di riferimento. Stimolante, ma anche stressante senza dubbio. Tra entusiasmo e scetticismo Eppure Kvaratskhelia in tutto questo sembra trovarsi alla grande. “I tifosi quando hanno saputo del suo arrivo erano entusiasti” conclude Verdier. “Avevano ancora negli occhi il suo Europeo, hanno visto quello che aveva vinto con il Napoli e che comunque nel 2023 era tra i nominati per il Pallone d’Oro”. Ma qualcuno di scettico c’era? “Sì, va detto: c’era chi vedeva in lui un altro giocatore capace solo a fare i dribbling, ma non a segnare. Ora sono tutti persuasi del suo talento. E in più, nonostante l’età, ha dimostrato di essere uno di quelli che durante le partite importanti non sparisce per niente”. Vedere la rete col Monaco per credere. Il nuovo Kvara si presenta così: alla vecchia maniera. Quella che a Napoli ha fatto vincere uno scudetto. In Ligue 1, con la squadra al primo posto e a 10 punti dal Marsiglia secondo, potrebbe alzare di nuovo il trofeo. Ma l’obiettivo resta quello di fare bene in Champions. Il banco di prova è tutto lì.

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