Dal 'bling bling' alla Champions, com'è cambiato il Psg in due anni

C'era una volta una squadra di leggende. Figurine incollate una accanto all'altra su un album dorato. Una squadra che pur di vincere la Champions le ha provate tutte. L'ha bramato, quel trofeo. Ha perfino sognato di poterlo comprare: colpo dopo colpo, star dopo star. Neymar, Di Maria, Mbappé, Sergio Ramos, Messi. Tutti insieme, a suon di milioni. Anzi, miliardi. Una costellazione dagli equilibri troppo fragili. Un sistema solare con undici soli e nessun pianeta. Collassato su sé stesso nel 2023, in una notte di marzo a Monaco di Baviera: il Paris Saint-Germain 'galattico', per il secondo anno consecutivo, non ha nemmeno superato gli ottavi di finale di Champions League. Dallo champagne alla debacle. E poi c'è una squadra di giovani. Età media: 25 anni e 96 giorni. Una sola stella, in panchina: Luis Enrique. E undici ragazzi terribili che lo seguono alla lettera. Con indosso gli stessi colori di Messi, Neymar e Mbappé, hanno vinto la Champions League. Stipendi ‘normali’, nomi ‘normali’, sistema... perfetto. È la politica del nuovo Psg, un club diventato sostenibile e vincente, anche in campo internazionale: Champions, Supercoppa UEFA e un Mondiale sfiorato, tutto in due mesi. Un club che ha rotto completamente con il passato, con l'oro e con le superstar. Lo show è finito “Lo show è finito. Le bling bling, c'est fini”. Così Nasser Al-Khelaifi ha spiegato, nel 2022, il cambio di strategia in un'intervista a Le Parisien. "Non vogliamo più lo spettacolo fuori dal campo, ma la serietà e l'impegno". Niente più acquisti da urlo, ma giovani con tanta fame, colpi mirati. Adieu, Leo, Neymar e Kylian. Dentro - anno dopo anno - Hakimi, Nuno Mendes, Dembelé, Barcola, Vitinha, Joao Neves, Doué, Pacho, Kvaratskhelia. Restava in squadra solo uno dei grandi colpi a parametro zero dell'estate 2021, Gigio Donnarumma. Che però in Champions è stato davvero decisivo. Il portiere, lo abbiamo raccontato, non ha trovato l'accordo per il rinnovo ed è quindi stato scaricato. Al suo posto Chevalier, una mossa economica e forse anche politica: fuori un portiere straniero, dentro, in patria ne sono sicuri, il futuro numero uno della nazionale francese. Nuovo corso L'addio, prossimo, di Donnarumma segna così la definitiva fine di un'epoca a Parigi e corona il nuovo corso avviato nel 2023. Oltre a Chevalier è arrivato anche Illia Zabarnyi , in piena continuità con le ultime finestre di calciomercato. Più di 100 milioni per due acquisti, certo. Ma entrambi sono giovani, con stipendi contenuti e hanno voluto il Psg più di ogni altro club. Luis Enrique conta anche su di loro per riconfermarsi ai vertici del calcio europeo la prossima stagione. Due pedine perfette per un maestro degli scacchi come lui, che dopo l'addio di Mbappé aveva dichiarato: “La prossima stagione giocheremo meglio della scorsa, senza dubbio: avere in campo un calciatore che si sposta dove vuole implica l'esistenza di situazioni di gioco che io non controllo. Ma ora le controllerò tutte, senza eccezioni”. Gigio, l'ultimo totem Così lo scacco matto è arrivato. Tra l'altro, proprio a Monaco di Baviera, dove il Psg delle superstar aveva fallito nel 2023. 5-0 all'Inter: una notte di idillio dove ai parigini è riuscito tutto alla perfezione. L'esperienza di Marquinhos, il pressing di Dembelé, la qualità di Vitinha e Doué, la spinta dei terzini. Tra i pali c'era Gigio. Protagonista di tutto il cammino di Champions e oggi lasciato ai margini, tra polemiche e non poche perplessità . Perché “o muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo”. E Donnarumma, ragazzone dall'animo buono, è diventato - suo malgrado - l'ultimo totem di un'epoca che oramai è finita. Adieu, bling bling.

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Luca Bendoni