Le cartoline di Faouzi: prima tappa Marsiglia

Quindici gradi, il sole alto, l’aria fresca, il profumo unico e inconfondibile dell’erba di un campo di calcio. OM: una full immersion per me molto formativa, alla scoperta di un club dal fascino unico, differente, magico. Lo sanno tutti in Francia. Lo sapevamo benissimo al Saint Etienne. Marsiglia è una città bellissima e affascinante come forse soltanto quelle di mare. La forma ondulata di uno stadio iconico, il calore dei tifosi, il prestigio di un club in cui, negli anni, si sono espressi alcuni dei più grandi talenti del calcio mondiale: Jean Pierre Papin, Didier Drogba, Franck Ribery, Samir Nasri, Marcel Desailly, Didier Deschamps, Abedì Pele, Enzo Francescoli, Völler, Waddle, Payet e oggi, come già nel 2023/24, il mio amico ed ex compagno di squadra Pierre-Emerick Aubameyang. Scrivo di getto, in fondo sono appunti di viaggio: dimentico quindi nomi importanti che hanno scritto pagine importanti della storia del club ma ricordo però un aneddoto molto significativo della mia carriera dal calciatore. Settembre 2013, miei ultimi mesi con Les Verts prima del passaggio al Napoli: andare al Velodrome era uno degli appuntamenti più attesi e sentiti della stagione. Perdemmo 2-1. Realizzai il calcio di rigore con il quale accorciammo le distanze. Il mio gol non servì a pareggiare la partita ma che emozione: non raccolsi neanche la palla dalla rete, correndo verso il centrocampo guardai gli spalti. Fu un brivido: “ho fatto gol al Velodrome!”. Novembre 2025, sono passati poco più di dodici anni, ho smesso con il calcio giocato e frequento un master UEFA per manager dello sport. Nei prossimi mesi visiterò altri club e centri sportivi: approfondimenti utili a perfezionarmi. Ma sentivo che questo mio nuovo viaggio doveva partire da qui. Da una Francia in cui c’è tanto d’Italia. Mehdi Benatia nel Belpaese è cresciuto come uomo e calciatore. Ci consociamo da anni, lo stimo e ho potuto vedere con i miei occhi l’eccezionale lavoro che, da direttore sportivo, sta conducendo. La sua è una intelligenza raffinata. Ho trascorso molto tempo con lui e ho imparato molto: sempre sul pezzo, concentrato e determinato. È concentrato H24 sulla sua squadra: ritmi di lavoro altissimi che soltanto chi è mosso da una grande passione riesce a sostenere. Il suo è un approccio davvero ‘made in Italy’ e questo, per la Francia, è una novità rivoluzionaria. Il confronto tra Mehdi, il Mister e lo staff è quotidiano. O meglio: è live, ora per ora. Roberto De Zerbi, invece, non lo conoscevo di persona. Sapevo poco della sua carriera di calciatore: che era passato dal Napoli e che aveva talento e fantasia. Lo seguo con grande attenzione, invece, come allenatore. E sono felice di averlo visto al lavoro: tutto ciò che di buono si dice di lui, posso confermarlo. Grande motivatore, è maniacale nella cura dei dettagli. Sa che il calcio tatticamente è molto cambiato rispetto alla sua epoca e ascoltare il suo punto di vista mi è servito molto. Ho partecipato alla sessione video e osservato l’allenamento: portieri, difensori, centrocampisti e attaccanti sono seguiti, tutti, con la stessa intensità e attenzione. In campo si suda e lavora duro fino all’ultimo minuto: a nessuno è concesso di risparmiarsi. Poi, alla fine, c’è spazio per la leggerezza e per il piacere della condivisione del tempo: un’armonia di squadra che si crea soltanto quando tutti - ognuno nel proprio ruolo - mettono qualità e impegno. Pablo Longoria è un presidente ambizioso. Ha una visione internazionale e la sta trasferendo, attraverso un lavoro di attenta pianificazione, al club e, per questo, ha scelto di puntare su professionisti di primissimo livello. Lui, la direzione sportiva, l’area tecnica, gli staff di comunicazione, marketing e amministrazione mi hanno dato la netta sensazione di muoversi come un corpo unico. Uniti per lo stesso obiettivo: la crescita dell’OM. Oltre a Mehdi e al Mister sono in tanti a parlare e ‘ragionare’ italiano: Federico Balzaretti, Thomas Heurtaux, Emerson Palmieri, Benjamin Pavard, lo stesso Aubameyang. Questo aspetto, come dicevo, mi ha colpito molto: la professionalità che hanno portato al club fa la differenza e sono sicuro che l’OM, con il ticket Benatia/De Zerbi confezionato da Longoria, abbia imboccato la strada migliore per posizionarsi, con costanza, ai massimi livelli del calcio europeo. Marsiglia - te ne accorgi passeggiando per le sue strade - non è una città semplice. La passione e l’amore dei tifosi sono un valore inestimabile per il club e per l’intera comunità ma, al tempo stesso, possono trasferire ai calciatori una pressione che, soprattutto per i meno esperti, può diventare difficile da gestire. Per questo, sono certo che la via italiana sia la migliore che il club - che ringrazio per la grande disponibilità e ospitalità - potesse adottare. Di ritorno a Parigi, ripenso a quanto visto e ascoltato in questi due giorni. Il mio bagaglio è diverso rispetto al viaggio di andata: è cresciuto. Si scrive Marseille ma, oggi, si legge Marsiglia.

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Le cartoline di Faouzi: prima tappa Marsiglia

Faouzi Ghoulam