Il fratello, lo zio arbitro, l'arrivo al Psg e ora la Francia: la storia di Desiré Doué

Minuto 66 di Francia-Croazia, quarti di finale di Nations League. I padroni di casa vincono 1-0 ma hanno bisogno di un gol per portare la sfida ai supplementari . Per riuscire nella rimonta Deschamps fa un solo cambio: fuori Barcola e dentro Desiré Doué, al suo esordio con la nazionale bleu. Se il suo nome vi suona familiare è perché solo poche settimane fa il classe 2005 ha ‘semplicemente’ segnato il rigore che ha portato il Psg ai quarti di Champions. Con due rigori parati il nostro Gigio Donnarumma gli ha ‘rubato’ la scena, ma è stato proprio Doue, appena 19enne, a scrivere la parola fine sulla sfida di Anfield contro il Liverpool. Con quel tiro dagli 11 metri ha fatto conoscere il suo nome al grande calcio ma in Francia – già da anni – erano tutti convinti che sarebbe diventato un campione. E, vedendolo giocare oggi, probabilmente non si sbagliavano. Ma procediamo per gradi e partiamo dall’inizio. Lo zio arbitro e il rapporto con suo fratello Doué nasce ad Angers il 3 giugno 2005 da una famiglia di origine ivoriana e fin dalla sua nascita la sua vita è legata al calcio. I genitori lo chiamano Desiré, come suo zio , che è stato il primo arbitro ivoriano ad arbitrare una partita di coppa del mondo e dal 2022 è il responsabile degli arbitri della Caf. Inevitabilmente, anche il più piccolo Desiré si innamora subito di questo sport. Una passione che condivide con suo fratello Guéla, più grande di tre anni, e con i suoi cugini . Ad appena sei anni Desiré entra nelle giovanili del Rennes, che lo scopre proprio grazie al fratello. Il più piccolo dei due gioca a bordocampo mentre il maggiore si allena, ai responsabili del settore giovanile del club rossonero basta osservarlo per poco tempo per decidere di prenderlo. Tra i due fratelli Doué c’è un rapporto speciale. “Sono stati molto legati fin da quando erano molto giovani. Hanno condiviso molte cose insieme” racconta il padre, Maho, nel podcast ‘Scouting’ su RMC Sport. “Condividono la stessa passione e fin da piccoli hanno sempre voluto fare molta strada nel calcio, diventare calciatori professionisti e vincere titoli. Giocavano sempre a calcio, a casa, in giardino... Abbiamo dovuto chiedere loro di smettere perché avevamo qualche vaso rotto di troppo . Li lasciavamo giocare fuori, dove potevano fare quello che amavano senza fermarsi. Hanno sempre avuto un bel rapporto, non litigavano praticamente mai”. Mi mettete in difesa? E io smetto di giocare Ma tra i due a spiccare è Desiré. Fin da piccolo ha una qualità nettamente superiore alla media e dimostra di avere un talento fuori dal normale. Il suo percorso nelle giovanili del Rennes è un successo, fino all’arrivo in Under 11, dove arriva una prima piccola frenata. De centrocampista, dove inizialmente gioca, viene spostato in difesa “All'epoca volevano mettere Desiré in difesa. Gli dissero di giocare con un solo tocco. È stato uno shock, perché per lui bisognava prendere la palla e darla al momento giusto. Arretrare in difesa era contrario ai suoi desideri. Era sconvolto e mi disse che non voleva più giocare a calcio” racconta papà Maho.“Volevamo impostarlo come centrocampista ‘box to box’ ma dovevamo insegnargli a difendere”, spiega uno dei suoi ex allenatori, Mathieu Le Scornet, a So Foot. Fortunatamente, il ‘trasloco’ in difesa dura poco, Doué non smette di giocare e, anzi, grazie a quel piccolo apprendistato diventa un centrocampista più completo. Non a caso oggi è un giocatore capace di ricoprire più ruoli: nato come mezzala può giocare anche da trequartista o da ala . “Fissare una posizione alla mia età significa porsi dei limiti. Posso giocare ovunque tra centrocampo e attacco – dichiara quando ancora è al Rennes – Sono un giocatore d'attacco, ma da ragazzino ho imparato a giocare anche più dietro. Ho imparato alcuni aspetti difensivi che sono essenziali al massimo livello. Un attaccante deve sapere come difendere, come pressare e come posizionarsi”. Le prime volte Tornato a giocare in una zona di campo che più ama, torna a brillare e ritrova il sorriso. Tra gol e dribbling, viene aggregato sempre alle squadre dei più grandi e così ad appena 16 anni arriva nella seconda squadra del Rennes, dove c’è anche suo fratello e che gioca nella quinta divisione francese. Nell’aprile del 2022 firma il suo primo contratto da professionista e nell’estate dello stesso anno si unisce alla prima squadra. Esordisce tra i ‘grandi’ il 7 agosto 2022 e pochi giorni più tardi segna il suo primo gol, diventando il primo 2005 a segnare nei top cinque campionati. Il 1° febbraio del 2023 è il turno di Guéla, che - pur essendo più grande di tre anni – esordisce con il Rennes sei mesi dopo Desiré. Per vedere i due fratelli in campo insieme bisogna però aspettare la stagione successiva: è il 20 agosto del 2023 e per la prima volta Guéla e Desiré si trovano l’uno accanto all’altro in una partita di Ligue 1. La prima stagione di Desiré tra i ‘grandi’ termina con 36 presenze e 5 gol. L’annata successiva scende in campo 42 volte e realizza 4 reti. Ma più dei gol, a stupire sono le sue prestazioni e la sua mentalità. Come detto, è un giocatore capace di giocare in diverse posizioni del campo, ha una buona visione di gioco e un’ottima struttura fisica, ma le sue migliori qualità sono senza dubbio il dribbling e la velocità. Non stupisce, quindi, che i suoi idoli siano Neymar, Messi e Mbappé . In poco tempo i tifosi del Rennes si innamorano di lui e le big d’Europa gli mettono gli occhi addosso. I fratelli Doué si separano… come i cugini Nell’estate del 2024, dopo due anni da protagonista al Rennes, è il momento del grande salto. Il Psg lo acquista per circa 50 milioni e, per la prima volta, da quando sono piccolissimi, Desiré e Guéla si dividono. Anche il maggiore però cambia squadra: lascia il club rossonero e si trasferisce allo Strasburgo, dove in questa stagione si sta affermando come uno dei migliori difensori centrali della Ligue 1. A dire la verità, i fratelli Doué sono in parte già abituati a giocare separati. Mentre Desiré sceglie di giocare per la Francia, Guéla preferisce difendere i colori della Costa d’Avorio, in nazionale quindi sono avversari già da diversi anni. Inoltre, i due fratelli sanno già cosa significa avere un parente nella squadra opposta: loro cugino Yann Gboho è un giocatore del Tolosa. Trequartista classe 2001, anche lui ha iniziato al Rennes ma se ne è andato nel 2021. Anche un altro cugino, Marc-Olivier Doué , è calciatore: gioca al Ponferradina, nella terza divisione spagnola. Ici c’est Paris A Parigi inizia un nuovo importante capitolo nella storia di Desiré. Orfano di Mbappé, il Psg di Luis Enrique sceglie di puntare sui giovani e sul gruppo: il contesto ideale per emergere per un talento come Doué. E infatti ci mette poco per farsi notare. Con la maglia numero 14 sulle spalle , gioca 39 partite, segna 7 gol e serve 11 assist. Appena 19enne, ha già raggiunto le 110 presenze tra i professionisti. Oltre ai numeri, anche a Parigi a impressionare sono le sue qualità tecniche e fisiche e soprattutto la sua personalità. In occasione della sfida di Anfield contro il Liverpool, chiede a Luis Enrique di calciare il quinto rigore. L’allenatore spagnolo gli lascia tirare il quarto… il resto è storia nota. I successi con le nazionali giovanili e l’arrivo tra i grandi Anche in nazionale il suo percorso è un successo. Nell’estate del 2022 vince l’Europeo Under 17, in squadra con lui ci sono talenti come Tel e e Zaire-Emery. La scorsa estate partecipa alle Olimpiadi di Parigi 2024 con la Francia Under 23 ed è tra i protagonisti dell’argento vinto. In totale, sono 40 le presenze con le Under bleus e 14 i gol segnati. A marzo 2025 arriva, come detto, la prima convocazione in nazionale maggiore e lo scorso 23 marzo l’atteso esordio. Il primo giorno di ritiro non inizia però nel migliore dei modi. Arriva in ritardo al raduno e Deschamps lo riprende ironicamente: “Ciao Désiré, come stai? Sei arrivato con Warren , è per questo che sei in ritardo? Sono le 16, lo sapevate? Volete farmi credere che non lo sapeste? Ci sono allenatori che vi avrebbero rimandato a casa, ma io non vi farò andare via”. Decisamente non il miglior modo per iniziare. Ma poi la palla è passata di nuovo al campo. E lì non c’è nessun ritardo, nessuna attesa: il talento di Desiré Doué è già sbocciato da tempo.

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