Conor Tracey, un magazziniere al Mondiale per Club

Immagina chiedere le ferie al tuo capo: “Avrei bisogno di due settimane perché devo giocare contro Neuer, Muller e Kane”. Probabilmente il confronto tra Conor Tracey e il suo datore di lavoro è andato più o meno così, con risposta all’apparenza positiva, visto che nella prima partita dell’Auckland City FC al Mondiale per Club il portiere ha indossato la fascia da capitano contro il Bayern Monaco. Con il lavoro tutto ok, un po’ meno in campo contro i campioni di Germania in carica. La partita è infatti terminata 10-0 per i bavaresi, che non hanno avuta nessuna pietà nei confronti della squadra semi dilettantistica della Nuova Zelanda, unica eccezione tra i non professionisti della nuova competizione della Fifa. I Navy Blues hanno staccato il pass per il Mondiale grazie alla vittoria della Champions League in Oceania, non esattamente il centro del mondo per quanto riguarda il calcio. Con una storia relativamente giovane - il club è stato fondato nel 2004 - la bacheca conta già tredici Champions, ma i giocatori sono ‘persone normali’ con ‘lavori normali’. Insomma, non portano a casa la pagnotta calciando un pallone. E proprio Conor Tracey, estremo difensore della squadra, ha raccontato di aver fatto di tutto per esserci: “Ho dovuto rinunciare a delle ferie e prendere dei permessi non retribuiti. Soffrirò un po' con l'affitto e le bollette, ma giocare contro Bayern, Benfica, Boca... ne varrà la pena”. Conor, codino e barba ben curata, lavora come magazziniere nel più grande magazzino farmaceutico veterinario di Auckland, passato da un contratto part-time di imballatore alla posizione attuale di braccio destro del caposquadra. Lo stipendio, o meglio rimborso spese, che riceve invece dalla società è di 150 dollari a settimana. Una somma utilizzata principalmente per la benzina, come dichiarato dallo stesso Tracey, che per andare ad allenarsi impiega anche due ore a causa del traffico della città. Una quotidianità tutt’altro che all’insegna del relax. E sì, anche se l’abbiamo visto in campo, la conversazione immaginaria per le ferie con il proprio superiore non è stata così scontata: “Lo vedevi che si mordeva la lingua. L’80% delle volte che parliamo diventa un ‘Oh sì, di nuovo in vacanza’. Non credo che si renda pienamente conto dell’importanza del torneo”. Dal 2026 le cose potrebbero cambiare, con una proposta di legge che punta al professionismo per l’Oceania Pro League, ma già nel 2014 l’Auckland ha rischiato di giocare in finale contro il Real Madrid nella finale del Mondiale per Club, nel vecchio formato: all’epoca venne eliminato ai supplementari dagli argentini del San Lorenzo, ma si piazzò al terzo posto battendo i messicani del Cruz Azul ai rigori. Per Tracey la prima apparizione al Mondiale per Club risale al 2019, ma stavolta durante la pausa caffè in magazzino potrà raccontare di aver giocato contro il suo idolo di sempre, Manuel Neuer, e di aver fatto nei primi minuti un miracolo su Kingsley Coman, che in carriera ha vinto praticamente tutto e nell’ultima Champions League alzata dal Bayern ha segnato il gol decisivo di testa. Sì, ma citando Aldo, Giovanni e Giacomo, “com’è che è finita 10-0 per loro?”.

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