Il Cile, vincitore delle ultime due edizioni della Copa America, non riesce a qualificarsi per il Mondiale. perde 3-0 in Brasile e finisce al sesto posto nel girone, dietro il Perù per differenza reti
Si è chiusa una storia bellissima. La storia della "Generación Dorada", la generazione più forte di sempre del Cile. Si è chiusa male, senza uno dei suoi più importanti protagonisti in campo, lo squalificato Vidal, e con una partita mediocre dei migliori calciatori presenti a San Paolo contro il Brasile: Medel, Vargas e soprattutto Sánchez. La fine del percorso leggendario della Roja l'ha scritta il suo emblema, il suo capitano: Claudio Bravo. Un suo errore ha permesso a Paulinho di sbloccare la partita a favore del Brasile, che non ha regalato nulla nonostante non avesse niente da chiedere alla sfida.
La squadra di Tite ha raggiunto lo storico risultato di aver battuto tutte le nazionali sudamericane nello stesso girone di qualificazione a un Mondiale. E con due gol del suo numero 9, Gabriel Jesus, ha liquidato la partita. Non un caso che abbia segnato proprio l'attaccante del Manchester City, nello stadio del Palmeiras: lì dove è nato e cresciuto.
Non un caso che lo abbia fatto davanti al Mago Valdivia, altro ex del Palmeiras, spesso ignorato dal Ct Pizzi e diventato indispensabile nel suo disegno tattico solo nelle ultime due decisive sfide per Russia 2018, quando era troppo tardi per rientrare nel cuore del gioco di una squadra per la prima volta assalita dal peso della responsabilità e dalla paura di fallire.
Dopo aver fatto fuori il Cile dal Mondiale 2014, il Brasile lo ha privato di quello del 2018. In mezzo i due trionfi, storici, contro l'Argentina. Le due finali di Copa América. Adesso comincerà il momento più complicato, quello in cui trovare gli eredi dei campioni caduti nell'ultima corsa. Il problema più grande per una nazionale che sembra non avere talenti giovani all'altezza delle stelle definitivamente tramontate nella notte di San Paolo.