Koleosho, la possibile soluzione al ‘problema dribbling’ dell’Italia

In principio fu Chiesa, al Mondiale del 2026, qualificazione permettendo, sarà Koleosho? La partita contro la Norvegia ha messo in evidenza l’assenza di estro e fantasia tra gli Azzurri: solo Riccardo Orsolini, entrato nel finale, ha tentato qualche timido dribbling e per tutti novanta minuti nessuno ha dato veramente l’impressione di voler rischiare una giocata che, magari, avrebbe riaperto il match. E se Federico Chiesa, non convocato, ha queste caratteristiche, in casa non mancano anche a Luca Koleosho, esterno dell’Italia Under 21 che potrebbe diventare una new entry della Nazionale maggiore. Ala destra del Burnley, è già nel giro dell'Under 21, con cui parteciperà all’Europeo di categoria che si terrà in Slovacchia dall’11 al 28 giugno. New entry non a caso, visto che arriva direttamente dagli Stati Uniti: nato nel 2004 a Norwalk, nel Connecticut, le sue origini italiane arrivano dalla madre, italo-canadese, mentre il padre è nigeriano. Koleosho, per ridere, potrebbe rappresentare ben quattro Paesi: Canada, Italia, Nigeria e Stati Uniti. Durante l'adolescenza partecipa anche alcuni stage con il Canada e colleziona pure qualche presenza con l'Under 15 a stelle e strisce, ma il suo sogno ha un colore ben preciso: l'azzurro. La sua carriera, però, comincia addirittura in un altro Paese europeo, la Spagna, dove si trasferisce su consiglio di un collaboratore del Barcellona, che l'aveva visto giocare ai Manhattan Kickers, scuola calcio di New York. Luca parla solo l'inglese e all'inizio vince la timidezza, ma sul campo il linguaggio è universale e difficilmente fraintendibile: uno degli allenatori delle giovanili dell'Espanyol lo vede in una partita con il Reus, società con cui si aggrega appena arrivato nella penisola iberica, e si innamora subito di lui, ‘imponendo’ al capo scout di non farselo scappare. L'età non permette al club di tesserarlo subito e fino ai sedici anni disputa soltanto gli allenamenti. Poi, nel 2021, il passaggio in quella che in Italia sarebbe la nostra Primavera: più piccolo rispetto alla media della rosa, fa subito la differenza, tanto da portare l'Espanyol alla finale di Copa del Rey di categoria, poi persa contro i pari età del Real Madrid. Pian piano migliora anche con lo spagnolo e si apre sempre di più con i compagni, con cui vive nella residenza del club a fianco del centro sportivo. La sua routine? Due ore di scuola la mattina, allenamento e poi altre ore sul banco nel tardo pomeriggio. Nel 2022, non ancora maggiorenne, debutta con la prima squadra in campionato contro il Granada, mentre l'anno successivo il Burnley, allenato da Vincent Kompany, lo acquista per circa tre milioni di euro: per l'attuale tecnico del Bayern Monaco è un titolarissimo e lui lo ripaga risultando il miglior giocatore per dribbling tentati in Premier League, almeno fino a dicembre 2023, quando un brutto infortunio al ginocchio lo costringe a terminare anzitempo la stagione, conclusa con la retrocessione in Championship. Sì, l'uno contro uno è il punto forte di Koleosho, ma anche la forma fisica: i genitori hanno un passato da sportivi professionisti, il padre come giocatore di football americano e la madre come calciatrice, e da piccolo la disciplina veniva prima di qualsiasi cosa. Infatti, nella stagione appena terminata con il Burnley torna subito in Premier League con ventotto presenze e due gol. Ora gli servirà soltanto imparare l'italiano, con l’Inno di Mameli non si scherza, anche perché è da un po’ troppo che non lo sentiamo ad un Mondiale.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Koleosho, la possibile soluzione al ‘problema dribbling’ dell’Italia

Andrea Molinari