Guardiola: "Calendario assurdo, devo difendere i miei giocatori"

Lo scorso 3 dicembre aveva teorizzato l’effetto terapeutico della sconfitta e nelle ultime settimane il Manchester City ha continuato a ‘curarsi’: una sola vittoria , per poi pareggiare contro il Crystal Palace e venire sconfitto anche da Juventus e Manchester United, due squadre non nel loro momento migliore. “Tutti gli allenatori si mettono in prima fila e si chiedono: cosa posso fare meglio? Ma la realtà è la realtà - spiega Pep Guardiola ai colleghi inglsi di Sky Sports -. A Torino avevamo in panchina quattro giocatori delle giovanili e due che non potevano giocare, Kovacic e Foden, sei ragazzi così più Savinho, Matheus Nunes e durante gli ultimi mesi è successo molto spesso. Per una o due partite sarebbe sostenibile ma nel lungo periodo…”. Se nella scorsa intervista l’allenatore del Manchester City era stato ‘accomodante’, con quel suo fare un po’ zen, imputando il calo di rendimento ai tanti, troppi, infortuni dei suoi giocatori, stavolta non ci sta. E passa al contrattacco: “Gente come Gündogan, Bernardo Silva, Haaland hanno tantissimi minuti nelle proprie gambe , ma arriva il momento in cui semplicemente le prestazioni calano”, dice Guardiola. “Perché lo vogliono? No. Perché non sono in grado, non sono pronti? No. Certo che lo vogliono, ma sono essere umani. Il motivo? Il calendario, il programma delle partite… È assurdo!”. Una squadra di primissimo livello come i ‘Citizens’, che punta a vincere ogni competizione a cui partecipa, scende in campo quasi sempre due volte alla settimana. Con regolarità. 59-61-58-61-59: è il numero di partite giocate dal Manchester City nelle ultime cinque stagioni, schedule ai limiti dell’impossibile. E le partite sono destinate a salire. Perché con la nuova Champions e il nuovo Mondiale per club gli incontri arriveranno a scollinare quota 70, riducendo ulteriormente i tempi di riposo e aumentando il rischio di infortuni. A tal proposito, Guardiola rincara la dose: “Ora a fine stagione andremo ad Orlando, in Florida fra i campi da golf per giocare il Mondiale. La Juventus ha chiesto di iniziare la stagione due settimane dopo il previsto per via del Mondiale e la federazione italiana ha detto sì. Perché andranno lì per rappresentare l’Italia al Mondiale. Noi abbiamo chiesto la stessa cosa alla Premier League ma ci hanno detto di no. Tre settimane e dovremo tornare in campo per l’inizio della stagione. Così però è impossibile”. Guardiola spiega che la situazione è arrivata al limite, tanto che gli interessi delle parti in causa stanno pericolosamente allontanandosi. “Loro difendono il loro business e io il mio. Difendo il mio business che è rappresentato dai miei giocatori. Il mio successo è merito dei miei giocatori e voglio proteggerli, prendermi cura di loro”. Non veste solo i panni da allenatore di successo ‘Pep’, ma anche quelli di ‘padre’ orgoglioso, convinto che la sua squadra non sia a fine corsa: “Questi giocatori hanno avuto il successo più grande di sempre in questo Paese. Questi ragazzi hanno fatto ciò che nessun’altra squadra era mai riuscita a fare. E lo avrebbero rifatto. Ma non potranno. E perché? Per via del calendario”. Consapevole della rilevanza mediatica che potrebbe avere questa sua presa di posizione, Guardiola propone anche una soluzione, che sa quasi di un appello al buon senso: “Dovrebbero permettere alle squadre inglesi che vanno al Mondiale, come noi e il Chelsea, di avere più tempo per far recuperare i giocatori e iniziare più tardi con la stagione”, suggerisce. “Altrimenti la prossima stagione cosa succederà? Dovremo avere rose da 25 o 30 giocatori, quindi più caos nello spogliatoio e maggiore difficoltà per i club a sostenere i costi di gestione, perché dovranno pagare più stipendi. Diventerà insostenibile per i club. Quest’anno sarà un problema per noi, ma dall’anno prossimo sarà così anche per altri”.

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