Jorginho: "Che strano il capodanno in ritiro. Ma quest'Arsenal è una famiglia"

Pochi giorni fa era il tuo compleanno. Insomma, prima di tutto auguri. Parlando di campo e di attualità invece, venite da una striscia di risultati utili consecutivi che vi hanno portati al secondo posto in classifica. Il momento è positivo. La stagione è quasi a metà, in cosa siete migliorati? E in cosa dovrete ancora lavorare nei prossimi mesi? “Credo che siamo migliorati dal punto di vista della concretezza. Abbiamo iniziato a spingere al massimo, a vincere le partite facendo per bene le cose semplici, dove prima mostravamo un pizzico di superficialità. Penso sia stato in quello che abbiamo cambiato passo”. Il periodo delle feste è speciale in Premier League. Ci sono tante partite e c’è una bella atmosfera, soprattutto per chi è in vacanza e può seguirvi. Ormai sei al sesto anno di queste “vacanze-lavorative”, qual è la parte migliore? “Sinceramente per noi calciatori è un po’ diverso. Per le famiglie è un momento importante, di condivisione ma io mi devo ancora abituare, nonostante sia qui dal 2018: la sera del 31 dicembre saremo in hotel, perché giocheremo il 1° gennaio, e ancora mi sembra strano. Per il Paese e per la cultura è un periodo speciale, anche perché si può vedere il campionato. L’atmosfera è molto piacevole”. Rimanendo al campo, ci sono stati tantissimi complimenti nell’ultimo periodo sul lavoro fatto dall’Arsenal sui calci piazzati. Da quando c’è Arteta in panchina sono più di 40 gol segnati in queste situazioni da fermo. Com’è stato lavorare su questo aspetto per te che sei arrivato 'solo' da un anno e mezzo? “È stato un periodo importante. Ho imparato tanto. Lavoriamo moltissimo su queste situazioni, in ogni dettaglio, sul compito di ogni giocatore. Si parla spesso dei calci d’angolo ma ci dedichiamo a tutte le situazioni di palla ferma: quello che fa davvero la differenza credo sia la voglia di ognuno di dedicarsi a questo fondamentale, interpretando al meglio il proprio compito e mettendosi a disposizione per soddisfare le richieste dell’allenatore”. Di recente in un’intervista il tuo compagno Kai Havertz ha raccontato di sentirsi a casa all’Arsenal, nonostante sia solo alla sua seconda stagione. Dai social del club, ma anche da quelli dei giocatori, si percepisce un bell’ambiente. Cosa rende i 'Gunners' una realtà così positiva? “Anche io ho avuto la stessa sensazione, nonostante venissi da un club rivale come il Chelsea. Tanto che avevo qualche dubbio. Ma ho cambiato idea in fretta. Quando sono arrivato è stato incredibile, mi sono sentito a casa fin dal primo giorno. Perché i tifosi sono stati affettuosi da subito, mentre le persone che lavorano all’interno del club creano un ambiente meraviglioso: sempre con il sorriso, sempre disponibili, tutti che si conoscono. Sembra davvero di essere in famiglia. Chiunque passa da qui se ne rende conto, l’Arsenal è un posto che non dimenticherò”. Sempre Havertz, in quell’intervista, ha raccontato che siete un gruppo molto competitivo, al cui interno nessuno vuole perdere. È un segno di personalità… “Assolutamente sì. La voglia di vincere è un sentimento che condividiamo. Se è così per tutti significa che come gruppo siamo sulla strada giusta e che stiamo lavorando tutti verso lo stesso obiettivo”. Parlando invece di un altro italiano, Riccardo Calafiori, che tipo di contributo fisico e tattico potrà dare all’Arsenal? Al netto di qualche problema fisico che ha avuto fin qui in stagione. “Sono sicuro che anche lui si sente già a casa . Sta già facendo molto bene. Ha portato anche un pizzico di Italia con lui. Il suo contributo è e sarà molto importante: ha energia, ha carisma, soprattutto ha qualità. In campo è un calciatore in grado di portare varietà al gioco, offrendo un’opzione diversa ad Arteta nelle sue scelte tattiche. Lo è già, ma credo sarà un pezzo importante di questo club anche in futuro”. La fine dell’anno significa anche tempo di bilanci. Quali sono stati i tuoi momenti preferiti di questo 2024? Non solo legati al campo. “La nostra vita è così veloce che non mi sono mai soffermato a pensarci. Il primo che mi viene in mente è stato la cena di fine anno con la squadra e tutto lo staff dell’Arsenal. Ci siamo riuniti tutti in questo ristorante nel centro di Londra ed è stato proprio un bel momento di condivisione con tutte le persone con cui siamo in contatto ogni giorno”.

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