Il Var 'spiegato' e lo strano caso del gol di Bergvall

"Sarebbe stato molto più interessante per tutti se l'arbitro avesse spiegato perché non ha ammonito per la seconda volta Bergvall, piuttosto che annunciare all'altoparlante il motivo dell'annullamento del gol di Solanke, perché quello era chiaro a tutti". Parole di Arne Slot dopo quanto accaduto nella semifinale di andata della Carabao Cup, vinta dal Tottenham contro i suoi Reds per 1-0. Succede infatti che nel giorno dell'esordio in un torneo nazionale del cosiddetto "announcement", cioè la spiegazione pubblica da parte dell'arbitro attraverso microfono e altoparlante di una revisione Var, il diavolo, anche se il Manchester United non c'entra niente, ci ha messo la coda. E che l'episodio più controverso non sia potuto essere oggetto di revisione Var, e quindi di spiegazione pubblica. Andando con ordine. Al 79' il Tottenham ha sbloccato il risultato con Solanke, in sospetta posizione di fuorigioco poi certificata dal Var. Come da novità annunciata, l'arbitro Stuart Attwell si è "aperto" e ha spiegato a tutti gli spettatori il motivo dell'annullamento del gol. Una procedura che ha avuto il via libera dell'Ifab nell'ottica di una sempre maggiore trasparenza delle decisioni arbitrali, e che naturalmente nasce soprattutto per chiarire situazioni più complesse. Momento in qualche modo storico, comunque, ma oscurato da quanto accaduto poco dopo. All'84' infatti il 18enne svedese del Tottenham Bergvall - già ammonito - ha commesso un chiaro fallo ai danni di Tsimikas, lanciato in una promettente azione offensiva del Liverpool. Un fallo che poteva ben essere considerato da seconda ammonizione non solo per l'aspetto tattico ma anche per l'imprudenza, cioè la pericolosità fisica dell'intervento. Il pallone però è rimasto ai Reds e Attwell ha deciso di concedere il vantaggio. Ed è lì che è entrata in scena la coda del diavolo: l'azione del Liverpool, infatti, si è conclusa in un nulla di fatto, il gioco è stato interrotto per soccorrere proprio Tsimikas e quando pochi secondi dopo è ripreso, col greco fuori dal terreno di gioco e il Tottenham paradossalmente in superiorità numerica nonostante il rischio opposto, indovinate chi ha segnato il gol vittoria per gli Spurs? Ovviamente Bergvall. A quel punto l'arbitro, evidentemente non ritenendo imprudente il fallo di Bergvall, non ha fatto una piega e non ha mostrato nessun cartellino . "So che sindacare sulle ammonizioni non rientra nei doveri del VAR; non erano loro a dover prendere la decisione sul secondo giallo, ma è comunque frustrante", ha chiosato comprensibilmente Slot. Quanto accaduto è una buona occasione per ripassare il regolamento: intanto va detto che concedere il vantaggio a fronte di un'espulsione, sia diretta che per somma di ammonizioni, va fatto soltanto in caso di chiara occasione da gol . La regola infatti recita: "Il vantaggio non deve essere applicato in situazioni concernenti un grave fallo di gioco, una condotta violenta o un’infrazione che comporta una seconda ammonizione, a meno che non ci sia una chiara opportunità di segnare una rete". E poi è utile ricordare cosa sarebbe successo se l'arbitro avesse ritenuto il fallo imprudente e Bergvall avesse segnato nell'azione successiva, o comunque prima di una nuova interruzione. Oltre all'espulsione "postuma" del giocatore, infatti, l'arbitro avrebbe dovuto fermare il gioco non appena il giocatore del Tottenham avesse interferito col gioco stesso. E se non avesse fatto in tempo prima di un suo gol, avrebbe dovuto annullarlo e riprendere con un calcio di punizione indiretto a favore del Liverpool. La regola infatti prosegue così: "In questo caso , l’arbitro dovrà espellere il calciatore alla prima interruzione. Se però il calciatore gioca il pallone o contrasta / interferisce con un avversario, l’arbitro interromperà il gioco, espellerà il calciatore e assegnerà un calcio di punizione indiretto, a meno che il calciatore commetta un’infrazione più grave". Dunque immaginiamo per ipotesi che Attwell avesse "battezzato" da giallo per imprudenza il fallo di Bergvall, avesse concesso il vantaggio e Bergvall avesse poi segnato prima di una nuova interruzione di gioco: in questo caso oltre al rosso per il calciatore non ci sarebbe stato nemmeno il gol. In un caso del genere, o comunque di fronte a una fattispecie che richiama una regola non così frequentemente applicata, sarebbe sicuramente interessante una spiegazione pubblica immediata del direttore di gara, che però è possibile solo in caso di intervento del Var. Praticamente più è bravo l'arbitro a dirimere da solo, senza ausilio del Var, situazioni complesse, e meno frequenti saranno gli "announcement". Del resto è facile capire la logica che ha limitato questo esperimento alle revisioni Var: chiedere all'arbitro di spiegare al pubblico tutte le decisioni più controverse appena prese, anche autonomamente, sarebbe davvero troppo. Infine, non è questo il caso - dato che appunto sulle ammonizioni il protocollo non prevede intervento del Var - ma l'accaduto fa riflettere anche sul tema molto caldo del Var a chiamata : nell'intervento a SkySport 24 il neo presidente dell'AIA Antonio Zappi si è speso ancora una volta a favore dell'introduzione di questo strumento, opportunamente ricordando però che la decisione spetta all'Ifab. Val la pena quindi sottolineare che almeno per il momento l'unico challenge che a Zurigo viene preso in cosiderazione è quello del cosiddetto "video supporto": la possibilità cioè che in tornei con meno telecamere si faccia direttamente a meno dei "video match officials" permettendo alle squadre la chiamata dell'arbitro all'on field review a bordo campo, opportunamente supportato nella selezione delle immagini.

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Lorenzo Fontani