Essere Mo Salah

Il pomeriggio del 27 aprile scorso è uno di quelli che i media non dimenticano e auspicano ogni giorno. Il titolo era già nell’immagine, non bisognava neanche stimolare alcun impulso creativo. Bastava una foto. Con quella mano tesa, minacciosa, rivolta verso il suo allenatore, a due passi dal quarto uomo, Mo Salah, leggenda contemporanea del Liverpool, quarto marcatore all-time dei Reds, sta mandando a quel paese in diretta mondiale Jurgen Klopp, l’uomo entrato di diritto nel mito dei manager dei Reds e per questo spesso associato a Bob Paisley e Billy Shankly. La colpa di Klopp, per Salah, è quello di non averlo schierato in campo. Non solo dal 1’, ma anche prima nell’arco della partita, visto che quando la tensione si accende al bordo del campo, il West Ham ha appena segnato il gol del 2-2 che frenerà ulteriormente la corsa del Liverpool verso il ventesimo titolo della storia, un cammino già bruscamente interrotto da altri passi falsi precedenti, forse dovuti al timing della scelta shock di Klopp di lasciare il Liverpool. I rapporti tra i due sono tesi e i tifosi riescono a vedere un solo bagliore di luce nella decisione di Klopp: forse Salah cambierà idea e resterà con noi. L’idea di perdere l’egiziano, o sarebbe più opportuno dire ‘Egyptian King’ visto il coro che si alza ogni sabato in Kop sulle note di ‘Sit Down’ dei James , ha già accarezzato veementemente i pensieri di tutti. Facendo un salto indietro, nell’estate 2023, Salah è stato vicinissimo alla Saudi League. Tanti, tantissimi soldi. E un paese che avrebbe cullato anche la profonda religiosità di Salah. Ma la mancanza di alternative in attacco spinse il Liverpool a resistere, vista la cessione di Sadio Mané al Bayern Monaco. Per farla breve, Salah a fine aprile scorso è più fuori che dentro. Attenzione a questa espressione ‘more out than in’. Ci tornerà utile nel racconto. La stagione del Liverpool terminerà nel peggior modo possibile. Mani vuote in campionato, mani vuote in Europa. Con scenari di profonda incertezza vista la chiusura di un ciclo di 9 anni e l’arrivo di un manager promettente, ma pur sempre confinato a un’esperienza in Olanda. Eppure, è proprio Arne Slot l’uomo che determina la bilancia del futuro di Salah. Per fornire spiegazioni al mondo Liverpool, i dirigenti al momento dell’annuncio di Slot evidenziano i motivi della scelta. Per loro, l’olandese è il manager che più di tutti spunta le caselle delle caratteristiche che servono. Che proviamo a riassumere qui: Valorizzazione della rosa ✔ Lancio dei prodotti dell’Academy ✔ Filosofia calcistica di continuità ✔ Giovane allenatore ✔ Fluente in inglese ✔ È evidente che tra queste spunte ce ne sia una nascosta, appositamente non citata, ma chiara per un’infinità di motivi che partono dalla bravura del giocatore e arrivano a cosa rappresenta nella cultura popolare. Non serve sottolineare quali conseguenze avrebbe avuto su una piazza così esigente e prestigiosa la contemporanea perdita dei due elementi più rappresentativi della storia contemporanea del club. Oggi possiamo spuntare dunque la casella più importante : Rimettere Mo Salah al centro del progetto ✔ La stagione di Salah è tra le più brillanti di sempre. Al 3 di febbraio, ha già segnato 21 gol in 23 partite di Premier League, 25 totali in 33 apparizioni stagionali. È tornato a essere il giocatore dominante di sempre. È tornato a segnare i gol alla Salah, di sinistro sul palo più lontano. È tornato a trascinare il Liverpool con le sue giocate magiche e la sua travolgente personalità. È guida realizzativa e leader emotivo di una squadra che sembra perfetta. È tornato. Rimanendo sé stesso. Sempre. Nel bene e nel male. Le meravigliose prestazioni sul campo fanno pensare a una felicità che però viene fuorviata dalle dichiarazioni extracampo. Dopo la decisiva doppietta di Southampton del 24 novembre, con la sfida di Champions League al Real Madrid alle porte, rilascia un’intervista in cui si definisce “more out than in”. Più fuori che dentro il progetto. Salah aggiunge che la discussione per il rinnovo in scadenza a giugno è ancora in alto mare e che – al momento – non ci sono spiragli per essere fiduciosi. La dichiarazione fa parlare tutto il paese e suscita opinioni contrastanti e in alcuni casi molto dure. Jamie Carragher, opinionista di Sky Sports, non si nasconde nella puntata di Monday Night Football del 26 novembre e accusa Salah per il pessimo tempismo delle sue dichiarazioni. I due qualche settimana più tardi ingaggeranno un duello virtuale su X. Salah sostiene che Carragher è ossessionato dall’egiziano, l’ex difensore dei Reds conferma di esserlo ma solo per l’immensa bravura del giocatore più importante del club per cui tifa. Per chiudere, il futuro di Salah non sembra seguire necessariamente una linea parallela ai suoi trionfi in campo con il Liverpool. I gol continuano ad arrivare, a Bournemouth l’ultima meraviglia in una partita in cui i Reds hanno nuovamente affermato la loro forza. È possibile che in questo momento la priorità sia tutta sul non farsi scivolare questa stagione dalle mani, come spesso capitato nell’era Klopp, un periodo sì di trionfi ma anche di tanti ‘se’ e ‘quasi’. La verità è che il Liverpool e Salah non è detto che rimangano insieme per sempre ma in questo momento sono totalmente interdipendenti. Al Liverpool serve il Re egiziano per tornare sul trono, al Re egiziano serve il Liverpool per conquistare l’ultimo scettro che gli manca: il Pallone d’Oro.

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