Di Canio Premier Special - Stamford Bridge

Lo studio della storia non è obbligatorio nella gran parte delle attività professionali, figuriamoci nello sport, figuriamoci tra i tifosi. E allora non sorprende sapere che qualche anno fa, in trasferta ad Huddersfield, un nutrito contingente di supporter del Chelsea abbia preso in giro i locali facendo loro sapere che il privilegio di essere campioni d’Inghilterra non sarebbe mai stato roba loro. Magari in futuro, certo. Ma in assoluto no, visto che i 'Terriers' tre titoli li hanno vinti, e pure uno dopo l’altro. Certo, una vita fa, tra 1924 e 1926, sotto la guida del leggendario Herbert Chapman che dopo il secondo lasciò per andare all’Arsenal che con lui divenne la squadra più famosa del mondo. Ma il punto è che quei tifosotti poco istruiti sulla storia del calcio fecero un cattivo servizio al Chelsea, perlomeno agli occhi di chi venne a conoscenza dell’episodio: perché perpetuarono l’idea che chi va a vedere i Blues è un appassionato dell’ultim’ora, uno che prima dell’arrivo di Roman Abramovich sapeva a malapena dove fosse Stamford Bridge e che una volta messoci piede non possedeva i crismi del sostenitore vero. Una narrazione che faceva comodo a molti: ai tifosi di squadre ‘storiche’, ai rivali londinesi e nazionali e ai media ad essi legati e interessati a garantire il primato di quelle solite 2-3, perché sarebbe un grave errore, da provinciali, pensare che il tanto decantato giornalismo anglosassone sia migliore del nostro. Ma era, è, una narrazione imperfetta e incompleta: Stamford Bridge è in realtà uno degli stadi in cui seguire una partita di calcio dà più sensazioni positive, avvicina più allo spirito originale del football d’Oltremanica, se ci si concentra sulla partita e non su alcuni aspetti deteriori come fuoco-e-fiamme all’ingresso delle squadre in campo, pressoché imposti per le dirette televisive di prestigio, e il letto per seguire la partita da un palchetto, robetta in realtà valida solo per le gare delle Chelsea Women e solo in alcuni casi, e comunque sponsorizzatissima. Lo stadio del Chelsea è stato tra l’altro, negli ultimi anni, uno di quelli in cui più frequentemente sono stati rilevate intemperanze verbali, e se questo aspetto magari non è molto edificante, sicuramente è segnale di partecipazione, favorito ovviamente dalla prossimità delle tribune al campo. INSIDE A LONDON DERBY Tutto questo per dire che la scelta di registrare la puntata di Natale del Di Canio Premier Special in occasione di un Chelsea-Arsenal non è stata casuale ma meditata, una volta che si sono valutati i tempi, il periodo dell’anno e le gare disponibili. C’erano ovviamente altre candidature, ma la coincidenza di una sfida tra club locali che era pure di altissima classifica ha completato il quadro, permettendo a Paolo Di Canio di raccontare un’intera giornata dietro le quinte. Un po’ da appassionato un po’ da addetto ai lavori, ed è per questo motivo che il percorso è iniziato presto, quando ancora Stamford Bridge era una sorta di gigante appena svegliato, intento a stiracchiarsi eppure già attento. La colazione da Unico Gelato & Caffé, il bar-gelateria di Gianfranco Zola, ad esempio: che non è adiacente a Stamford Bridge ma che durante l’incontro ha visto la presenza, del tutto casuale, di tre tifosi del Chelsea, piacevolmente sorpresi dalla coincidenza di poter vedere a pochi metri quello che in un sondaggio di alcuni anni fa era stato indicato come miglior giocatore nella storia dei Blues. Poi l’arrivo allo stadio e l’acquisto del match programme: un rituale a dire il vero in fase di sparizione, tanto che alcuni club di categorie inferiori hanno abolito il libretto perché i costi superavano gli introiti, ma proprio per questo un rituale da ribadire, con il sorriso che è stato quello di Di Canio come quello del ragazzo addetto alle vendite, che aveva appena sistemato il suo carrettino. E poi quello che fanno i tifosi ma che in realtà fanno tutti, quando il tempo lo permette: un’occhiata ai ritratti dei grandi del passato affissi al muro esterno di quella che un tempo era la Shed, il temutissimo settore - curva, alla maniera ‘europea’- dei tifosi di casa in cui mettere piede era al tempo stesso prova di coraggio e sfida autolesionistica, ritratti che partono da quello di Gianluca Vialli, il ‘fratellone’, il ‘guerriero della luce’ come lo chiama spesso Di Canio, con cui ormai quasi 30 anni fa condivise momenti da pioniere che ora, dopo la scomparsa di Vialli, sopravvivono nei ricordi. Lo speciale segue Di Canio all’ingresso nello stadio, negli spogliatoi del Chelsea. Nel momento in cui si siede sulla panchina: e qui spunta uno scorcio del Chelsea club globale che non solo non disdegna ma cerca il sostegno di quella categoria amata dalle società ma un po’ meno dai veri tifosi, perché si vedono a bordo campo alcune persone, e sono quelle che hanno pagato la visita guidata allo stadio che viene organizzata, in deroga alla tradizione, anche nei giorni di partite e fino a un paio di ore prima, quando l’esperienza viene arricchita dal fermento dei preparativi. Momento commovente, triste e del tutto imprevisto quando, in sala stampa, arrivano le immagini del prepartita di West Ham-Liverpool, che sta per iniziare: in mattinata è arrivata la notizia della morte, a soli 79 anni, di Billy Bonds, uno dei grandi giocatori della storia del West Ham, 799 presenze e anche un bel periodo come allenatore. Di Canio, che qualunque tifoso degli Irons collocherebbe in una formazione ideale di sempre assieme a Bonds, si emoziona e commenta a modo suo, con l’evidente partecipazione emotiva di Paolo Ciarravano, che sarà la prima voce della telecronaca della partita. Per la quale i due… si staccano dal resto del gruppo e vanno in postazione, all’ultimo piano di Stamford Bridge, dove lo stadio mostra ancora, al di là del lusso delle zone destinate all’accoglienza dei vip, le sue radici antiche, i suoi gradoni fuori moda, le sue dimensioni intime e persino scomode, se non si è abituati. LA BATTAGLIA Poi, la partita, il cui inizio è certificato dalla sparizione, da bordo campo, degli inviati di numerose televisioni straniere e britanniche, impegnati fino a poco prima nei collegamenti con i rispettivi studi. Lì, tra l’altro, Di Canio aveva incontrato Daniel Sturridge, l’ex attaccante del Chelsea e della nazionale inglese ora apprezzato commentatore, e il loro dialogo sui massimi - ma anche minimi - sistemi è una delle parti più interessanti dello Special. Che racconta, appunto, anche i momenti salienti di una sfida in cui si è visto poco calcio fluido e molta aggressività, fin troppa se si pensa all’espulsione di Moises Caicedo già nel primo tempo e ai tanti contrasti che hanno contribuito a tenere costantemente acceso il clima attorno al campo. A bocce ferme, ma ancora roventi, l’incontro con l’allenatore del Chelsea, Enzo Maresca, che smaltita la tensione dà la sua lettura sul presente e sul futuro della squadra. Intorno, le luci poco a poco si spengono e si sta già sistemando il prato per la partita successiva. E, come dice Di Canio, verrebbe voglia di restare lì, e attenderla.

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Roberto Gotta