O "líder nato" Vitor Reis alla corte di Guardiola per diventare il più forte

32, 26, 33 e 34. No, non stiamo dando i numeri. Questi sono i gol incassati dal Manchester City negli ultimi quattro campionati. Dal 2020-21 al 2023-24 la squadra di Guardiola ha dominato la Premier League, vincendo per quattro volte di fila il titolo , cosa che nessuna squadra inglese era mai riuscita a fare. Alla base di questi successi c’erano il gioco travolgente di Pep, i gol di Haaland, le geometrie di Rodri e De Bruyne e la solidità difensiva. Tutto scomparso? Più o meno. Quella che proprio non sembra esserci più è la solidità difensiva: quest’anno i gol incassati sono già 30. Con ancora 15 partite da giocare, il City ha già subìto appena 4 gol in meno di quelli presi nell’intero campionato scorso e 4 in più dell’irripetibile Premier 2021-22. Numeri che spiegano perché in questo mercato di gennaio Guardiola stia investendo così tanto per rinforzare la sua difesa. Dopo Khusanov , il City ha infatti ufficializzato anche l’arrivo di Vitor Reis, centrale classe 2006 arrivato dal Palmeiras. Atterrato in Inghilterra e firmato il contratto con la sua nuova squadra, Reis ha subito ‘ottenuto’ un record. Per acquistarlo il City ha pagato circa 35 milioni di euro e così il giovane centrale è diventato il difensore più costoso arrivato dal Brasile in Europa. Il primato era di Beraldo, pagato ‘appena’ 20 milioni dal PSG per strapparlo al San Paolo. Ma perché i Citizens hanno pagato così tanto un giovane che ha esordito tra i professionisti solamente a giugno 2024 e che ha giocato appena 22 partite tra i ‘grandi’? Una risposta l’ha data Txiki Begiristain, direttore sportivo dei blu di Manchester: “Vitor è eccellente palla al piede e straordinario nel gioco aereo, è uno dei difensori più promettenti al mondo, lavorando con Guardiola otterremo il meglio da lui”. E non a caso erano interessati a lui anche Real Madrid, Arsenal e diversi altri top club europei. Un anno fa il The Guardian lo aveva inserito nei 50 classe 2006 più promettenti al mondo, mentre in Brasile lo paragonano a Thiago Silva e Marquinhos, suoi idoli e modelli. Come loro, Reis è un difensore elegante e completo. E’ veloce, forte nei duelli aerei, sa posizionarsi bene in campo e interviene sempre con i tempi giusti. Destro di piede, non ha paura di giocare il pallone e – come richiesto ai difensori moderni – aiuta spesso la squadra in fase di impostazione . Può giocare in una difesa a quattro ma anche a tre, come centrale o come braccetto destro. Ha anche un buon feeling con il gol e infatti nella sua breve carriera ha già segnato due reti. Ma la sua miglior qualità l’ha rivelata Guardiola: “E’ giovane ma ha una grande personalità”. In Italia usiamo la parola inglese ‘leadership’, in Brasile invece esiste il termine ‘liderança’. E’ la capacità di saper motivare e guidare i propri compagni. Essere leader significa sapersi prendere le responsabilità nei momenti difficili ed essere un punto di riferimento. Le qualità di un leader – si dice – sono innate e non allenabili. Leader si nasce e Vitor Reis sembra essere nato con questa ‘lideranca’ dentro. Fin da piccolo è stato capitano di tutte le squadre giovanili del Palmeiras e delle Under del Brasile. Da capitano ha vinto con la sua nazionale il Sudamericano Under 17 e giocato il Mondiale della stessa categoria. “La mia leadership? E’ un qualcosa di naturale, forse perché ho lasciato casa molto presto e ho dovuto cavarmela da solo. Certo, ho sempre avuto l'aiuto della mia famiglia, ma sono arrivato molto giovane al Palmeiras e questo ti fa maturare velocemente. – ha spiegato in un’intervista ad AS – Poi è successo naturalmente, giorno per giorno, non è qualcosa che cerco di fare, ma accade spontaneamente”. Dalle parole al campo: ora dovrà dimostrare di avere la personalità per giocare in Premier League e in Champions e con una maglia pesante come quella del City, per giunta in una stagione non semplice come quella che sta vivendo quest’anno la squadra di Guardiola. Ma il tempo è dalla sua parte, nessuno chiede a un diciannovenne di risolvere i problemi del Manchester City. Lui però – da vero leader – ci proverà lo stesso…

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