Il club scozzese che ha reinventato il calcio

Il primo incrocio tra nazionali finì 0-0, nonostante gli schieramenti iper-offensivi, diremmo oggi, di Scozia e Inghilterra. Questa ricorrenza storica ci permette però di raccontare l’incredibile storia di un club semisconosciuto che attualmente occupa il terzultimo posto della Championship scozzese. Eppure sul Queen’s Park F.C. potremmo davvero scrivere un libro… e anche bello lungo. Tutto iniziò la sera del 9 luglio 1867 quando “Alle otto e mezza dei gentiluomini si incontrarono al numero 3 di Eglinton Terrace per formare un club di calcio”. Siamo a Glasgow ed è appena stata fondata la squadra più antica di Scozia . Se oggi Glasgow è Rangers contro Celtic, nel corso della storia, gli 'Spiders' si sono ritagliati un ruolo da protagonisti assoluti. A livello 'di campo' il Queen’s Park vinse per 10 volte la Coppa di Scozia. L’ultimo titolo è datato 1893 e il record durò fino al 1925, quando il Celtic conquistò l’11° titolo. Ad oggi restano al terzo posto assoluto per vittorie in Coppa. Ci misero 5 anni per subire la prima rete. Gli Spiders sono anche l’unica squadra della storia ad essere arrivata in finale di FA Cup: sia nel 1884 che nel 1885 però l’ultimo atto vide la vittoria dei Blackburn Rovers. E torneremo a parlare di FA Cup e della città di Blackburn. A livello 'extra campo' invece il Queen’s Park è tra i membri fondatori della Scottish Football Association che, nel 1882 ufficializzarono le regole del gioco del calcio. Infine a livello di 'innovazioni' gli Spiders furono i primi a introdurre l’intervallo tra un tempo e l’altro; fu in una loro gara che si giocò per la prima volta per 45 minuti a tempo e furono sempre loro a ideare calci di punizione e traverse! Old Etonians, Wanderers, Old Carthusians erano i club più in vista nella seconda metà dell’800. Il 'Beautiful Game' cambio faccia però grazie alla Scozia, e al Queen’s Park che ai tempi regnava quasi incontrastato. Gli 11 elementi, schierati con il 2-2-6, della Scozia quel 30 novembre 1872 provenivano tutti dallo stesso club. Non serve dire quale. Gli inglesi risposero con un 1-1-8 perché a quei tempi di giocava in stile rugby con il portatore di palla attorniato da compagni di squadra. Le cose però cambiarono presto. Chi ha visto la serie 'The English Game' ricorderà le figure di Fergus Suter e Jimmy Love, i primi due professionisti della storia del calcio che scesero dalla Scozia con un gioco rivoluzionario e che con il Blackburn, non Rovers ma Olympic, conquistarono la FA Cup nel 1883, prima vera vittoria operaia della storia del calcio, anche se c’era un professionismo mascherato. Queen’s Park e Partick lassù in Scozia avevano modificato il gioco, 'inventando' i passaggi. Il calcio è un gioco di spazi e allora perché non sfruttarli? La nuova frontiera tattica venne chiamata “combination football”. Nella FA Cup del 1872 gli Spiders diedero una ripassata epocale ai titolati Wanderers. Il gioco di squadra del Queen’s Park fece storia e tutti, chi prima chi dopo, dovettero adattarsi. E qui arriva il primo spartiacque storico del club più antico di Scozia. Nello statuto era stata inserita la clausola del non professionismo. Non si poteva essere pagati per giocare a calcio. Suter e Love vennero chiamati dal Partick a Darwen. Ufficialmente assunti nel grande cotonificio locale. Di fatto: pagati per giocare a calcio. Per anni si tentò di evitare il professionismo che però venne istituzionalizzato nel 1885. Quattro anni più tardi, nella prima edizione della Serie A inglese, il Preston North End dominò il campionato con 10 professionisti, 3 dei quali provenienti dalla Scozia. Nonostante il cambiamento di status dei giocatori, il Queen’s Park FC non si adeguò: “Ludere causa ludendi” è il motto degli Spiders: giocare per il gusto del gioco. Fu così che per 152 anni, il club rimase amatoriale. Il declino fu inevitabile. Dal 1893 in poi, il romantico Queen’s Park non vinse più. A fine anni ’90 ci fu l’ok per tesserare ex professionisti ; successivamente si poterono prendere 'pro' in prestito. E dire che le gare casalinghe venivano giocate ad Hampden Park, lo stadio della Nazionale e degli Spiders: impianto da 52.000 posti che aveva una media spettatori, in campionato, di 500 presenze ma questa è un’altra storia. Continuare ad essere un club amatoriale significava veder partire i ragazzi più promettenti a 18 o 19 anni. Come accadde con Andy Robertson: il difensore del Liverpool a 15 anni venne preso dagli Spiders ma nel 2013 firmò da professionista con il Dundee United. Si arriva così al 14 novembre 2019 e alla proposta che voleva portare al professionismo completo: serviva il 75% dei voti per far passare la mozione. Il sì ottenne il 91% delle votazioni. Da quel giorno non si giocava più per “amore del gioco”. Su Twitter il club scrisse: “Riconosciamo la difficoltà nell’introdurre questa risoluzione. Tuttavia, crediamo che ci permetterà di pianificare un futuro luminoso mentre affrontiamo le sfide del lasciare lo stadio nazionale e mantenere il nostro posto nella Scottish League”. Dopo la Pandemia arrivarono le promozioni. L’ultimo tentativo di sbarcare in Premier League s’interruppe nei playoff del maggio 2023. La sfida persa fu contro il Partick in una partita di 'combination football' che dura da oltre 150 anni.

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Il club scozzese che ha reinventato il calcio

Giorgio Sigon