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Cagliari, Pisacane: "Non sono un eroe"

Serie A
Fabio Pisacane, difensore del Cagliari (Getty)

Il calciatore ha raccontato in un libro la sua storia: dalla malattia - con la paura di non poter più vedere la sua famiglia - all’esordio in Serie A con i rossoblù. Fino al riconoscimento del Guardian e ai complimenti dei colleghi: "Deve passare il messaggio che se ce l’ho fatta io ci possono riuscire tutti"

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Fabio Pisacane continua a vivere il suo sogno. In campo, con il suo Cagliari che gli ha regalato l'esordio in Serie A, ma anche fuori: dopo il riconoscimento del Guardian il difensore rossoblù ha raccontato la sua storia in un libro intitolato "La favol…A". A margine della presentazione, ai microfoni di Sky Sport, il calciatore ha parlato così della sua carriera ma anche della sua vita, per cui ha dovuto lottare dopo la sindrome di Guillain-Barré che lo ha portato alla paralisi, al coma e poi a una lenta ripresa: "Alloggiavo al Don Bosco a Genova - racconta Pisacane - lì c'erano i ragazzi del Genoa e della Samp e una mattina mi svegliai paralizzato dalla testa ai piedi. Da lì il dramma, fino poi alla rinascita. Avevo paura non di non ritornare più a giocare, ma proprio di non poter più vivere come prima; in quel momento contava soltanto quello e io avevo paura di non poter più vedere i miei cari".

"Ho fatto una cosa normalissima" -
"Il mondo del calcio è una speranza a cui la gente che vive in un quartiere come il mio si aggrappa - continua - purtroppo ho vissuto con persone della mia età che oggi non si sono più perché magari hanno scelto un'altra strada e non gli è andata bene. Voglio che passi il messaggio che da un punto di vista professionale, ma soprattutto di vita vissuta, se ce l'ho fatta io ce la possono fare tutti. Quando giocavo nel Lumezzane guadagnavo 80.000 euro e ho scelto di dire no a chi me ne aveva proposti 50.000 per combinare una partita. La tentazione era alta, però come dicevo per fortuna ci sono tanti miei colleghi - che ho avuto il piacere di conoscere - che avrebbero fatto la stessa identica cosa. Io un eroe? Non mi sento così. Sono una persona normale che ha fatto una cosa normalissima, non lo dico per usare una frase fatta ma ho sempre cercato di tenere un profilo basso e proprio per questo mi dà fastidio quando questa normalità passa per qualcosa di straordinario".

La gioia contro l'Atalanta - Poi l’esperienza al Cagliari, l’esordio e le lacrime al termine della partita: "Contro l’Atalanta la cosa che mi ha fatto esplodere e mi ha fatto piangere a fine giornata è che ho vissuto tantissime emozioni in contrasto tra loro, perché è stato fischiato un rigore contro di noi per un fallo commesso da me fuori dall'area e allora sembrava veramente la fine. Invece poi per fortuna ho capito che il vento era cambiato, perché Rafael ha parato il rigore e la partita è finita come tutti sappiamo, 3-0 per noi ed è stato il coronamento di un sogno. Il riconoscimento del Guardian? Non sapevo la risonanza a livello mediatico che poteva avere la mia storia e l'importanza che avesse questo quotidiano; i messaggi di presidenti e compagni mi hanno fatto capire quanto contasse quel premio. Per quanto riguarda il presente e le voci che mi vedono in contatto con alcuni personaggi non mi toccano - conclude Pisacane - dico che credo nella giustizia. Sono cose che non mi appartengono e penso di aver detto tutto a chi dovevo dirlo, poi vedremo come finirà anche questa disavventura, se vogliamo chiamarla così".