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Torino, Miha: "Crediamo nei nostri obiettivi"

Serie A
Sinisa Mihajlovic, allenatore del Torino (getty)

Mihajlovic chiaro alla vigilia di Torino-Atalanta, gara spartiacque della stagione: "Vogliamo migliorare il girone di andata, dobbiamo giocare anche contro noi stessi". Sui nerazzurri di Gasp: "Non ci sentiamo inferiori a loro"

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“Ho già parlato ai ragazzi, e non esiste pensare di fare mezzo campionato senza obiettivi. Il nostro è quello di fare i conti gara dopo gara, facendo meglio del girone d’andata. Noi giocheremo contro i nostri avversari, e anche contro il Toro dell’andata”, ha detto Sinisa Mihajlovic nella conferenza stampa di presentazione a Torino-Atalanta, vero spartiacque della stagione. “Se noi faremo meglio, allora classifica e stagione saranno positive. Poi vedremo dove saremo arrivati. L’Europa è un obiettivo da raggiungere in due anni, ma ancora più importante è mantenere in alto il nome del Toro, giocando partite aggressive e all’attacco, per vincere. In palio non ci sono solo i punti, ma la faccia, la storia e l’onore di indossare la nostra maglia. Per me non è solo retorica, è la base, il DNA di questo club. E forse chi pensa sia solo retorica si è dimenticato di cosa sia la storia del Torino, per me giocare qui vuol dire incarnare dei valori, poi viene tutto il resto. E noi lavoriamo duramente, tutti i giorni, per correggere i nostri difetti e migliorarci. Siamo convinti di fare più dei 29 punti dell’andata“.

Sull’Atalanta - “Si prepara come abbiamo preparato tutte le partite - ha detto il serbo - Noi abbiamo sempre i nostri principi di gioco, poi per un 30% ci adattiamo agli avversari. Sappiamo pregi e difetti dell’Atalanta, che è la squadra rivelazione del campionato, con giovani interessanti e ben lanciati da Gasperini. Noi vogliamo i tre punti, non ci sentiamo inferiori a loro. Dobbiamo stare attenti a questo e ad altre cose, ma loro dovranno stare attenti a noi. Se avessimo vinto all’andata l’Atalanta avrebbe cacciato Gasperini? Non lo so questo. Noi andammo lì con tanti infortunati. Era un’altra Atalanta allora, era un altro Torino, allora. Noi giochiamo a casa nostra, non ci sentiamo inferiori a loro. Gasperini dice che quella di domani sarà la nostra ultima chance? Noi pensiamo ai fatti, facciamo i nostri conti partita dopo partita. Se domani vincessimo, andremmo a 4 punti, quindi +1 rispetto all’andata“.

Mercato e tifosi - “Non parliamo ora del calciomercato. Ne parleremo nella prossima conferenza stampa. Faremo i conti e parleremo. Adesso no, pensiamo alla nostra partita. Dai tifosi cosa mi aspetto? Nulla di più: loro devono fare i tifosi, fare quello che hanno sempre fatto. È giusto che quando sono contenti applaudano, o si arrabbino quando non lo sono. Fanno tanti sacrifici per il Toro, lo amano. E finché si tratta di discorsi civili, si accetta tutto. Sono convinto che domani aiuteranno la squadra, come hanno sempre fatto. Abbiamo tutti in mente il bene del Toro: poi se non saranno contenti, faranno quello che riterranno giusto, sempre in modo civile“.

Campionato quasi deciso - “È forse quasi tutto deciso. L’ho già detto anche in altre conferenze stampa: per andare in Europa bisogna fare più punti, perché le squadre che stanno sotto perdono più del solito, e quelle che stanno sopra vincono più del solito. Non è un campionato molto divertente, e questo diventa per squadre come la nostra che sanno di non retrocedere, e che forse hanno la possibilità di fare un salto in avanti, però consci che le altre squadre corrano parecchio. Noi siamo professionisti, abbiamo l’obbligo di fare il meglio possibile: non so se sia necessario cambiare qualcosa, non lo so dire, ma è un campionato sicuramente meno divertente, per meriti e demeriti vari“.

Delusioni - “No, non sono deluso. Mi spiace quando si perde, quello sì. Mi spiace quando si perdono gare che sono alla nostra portata, lì sono io il primo colpevole. Vorrei vincere sempre, ma so che non è possibile. E allora penso per esempio alla gara con il Bologna, o altre volte: forse avrei potuto fare qualcosa di più. Ogni allenatore fa e cerca di dare il massimo, e magari a volte non basta, perché perdi e poi vai a ripensare a cosa avresti potuto fare di meglio. Ma io ho sempre la coscienza pulita prima della partita: ho sempre cercato di dare il massimo, e quando non basta allora resto dispiaciuto, per delle cose che magari avremmo potuto fare e che non siamo riusciti a fare. Mi arrabbio con me stesso, cerco nuove soluzioni, e penso che sia normale per ogni allenatore. Il calcio è bello solo quando si vince“, ha concluso Mihajlovic.