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Samp, Schick: "Anno prossimo faremo anche meglio"

Serie A
Patrik Schick, l'uomo del momento in casa Sampdoria (Getty)

Con la squadra che continua ad allenarsi in vista della gara contro il Cagliari (a parte Cigarini), l’uomo del momento in casa blucerchiata si confessa: "Mi ha convinto il progetto del club, è stata una scelta difficile ma non ho avuto problemi a inserirmi. Futuro? Penso solo alla Samp"

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Un altro allenamento verso la gara contro il Cagliari in programma domenica alle 15, la Sampdoria anche oggi è scesa in campo per la sessione di lavoro programmata. Esercitazioni tecnico-tattiche, partitelle e tiri in porta la preparazione della squadra allenata da Giampaolo; l’allenatore ha potuto contare sull’intera rosa a sua disposizione, fatta eccezione per Luca Cigarini impegnato in un lavoro differenziato tra fisioterapia e palestra. Per domani, venerdì, è prevista un’altra sessione di allenamento mattutina a porte chiuse.

Schick, l’uomo del momento - E chissà se contro i rossoblù Patrik Schick partirà titolare. Giampaolo continuerà nella sua ‘tattica’ che lo porta a tenerlo fuori per evitare alla società di venderlo? Così l’allenatore ha spiegato (scherzando) le ultime scelte che hanno visto il calciatore ceco non partire titolare. L’Inter intanto continua ad osservarlo e la stessa società blucerchiata se lo gode. Riccardo Pecini, dirigente blucerchiato che in estate ha deciso di puntare sul giocatore, ha parlato così di lui: "Il ragazzo ha ben chiaro in testa che tipo di calciatore è adesso, cosa vuol diventare e il percorso che dovrà fare per riuscirci. Patrik è maturo, ambizioso e molto lineare nella condotta da seguire". E le conferme arrivano dallo stesso giocatore, intervistato da Tuttosport: "Sono un ragazzo normale a cui piace tanto il calcio. Ho iniziato a cinque come centrocampista centrale ma non ero granché, poi ho cominciato a segnare tanto e mi hanno spostato davanti. Ci sono due persone a cui devo molto, Ivo Taborski e Pavel Paska; mi seguono da quando avevo 12 anni".

Sull’arrivo in Italia - E poi la famiglia: "Mi ha sostenuto in tutto. Mia mamma non credeva che potessi diventare un calciatore professionista, mia sorella Cristina fa la modella ed è più famosa di me ma mi segue costantemente. Ho capito presto che il calcio sarebbe diventato il mio mondo, col tempo aumentano gli allenamenti, i carichi di lavoro, le responsabilità. Ho scelto la Samp e l’Italia quando potevo restare allo Sparta o accettare altre offerte dall’estero. Mi ha convinto il progetto che si intende portare avanti qui. E’ stata una scelta difficile e travagliata, poteva andare bene o male, c’era il rischio. Ma a parte i soliti problemi che uno straniero incontra non ho incontrato particolari difficoltà di ambientamento. La lingua è un serio ostacolo. Io un leader? Ancora no, sono troppo giovane. A Genova c’è un gruppo splendido e io voglio essere importante per la squadra".

Il futuro? -
"Naturalmente fa piacere essere apprezzati anche al di fuori della propria squadra - ha aggiunto - sono lusingato ma di questo se ne occupano i miei agenti. Io penso solo alla Samp e mi trovo benissimo. Basta vedere come in partita ci aiutiamo l’uno con l’altro: questa comunione d’intenti è sintomo della grande intesa che c’è nello spogliatoio. Il prossimo anno, con alle spalle l’esperienza di un campionato, sono sicuro che faremo ancora meglio e che otterremo importanti risultati".