Genoa-Bologna, crisi a Marassi. Dov'è la leggenda?

Tra novembre e dicembre il Genoa incassa ulteriori 3 stop: ragionevoli le sconfitte di misura contro Torino e Roma, quest’ultima fatale allo sfortunato Perin, decisamente meno il 4-1 patito al Sant’Elia dopo il vantaggio iniziale di Simeone. Scatenato l’ex Borriello che esalta il Cagliari per la rabbia di Juric -

Tornando al Bologna, che dire del 2° stop interno di fila? Nel recupero della 18.a giornata i rossoblù ospitano il Milan ridotto in 9 dalle espulsioni di Paletta e Kucka prima del 60’, ma riescono nell’impresa di uscire a bocca asciutta. Merito della discesa di Deulofeu e del tap-in di Pasalic all’89’. Dall’Ara gelato -

Il Genoa interrompe una striscia di 5 tonfi rimediando 2 pareggi contro Crotone e Fiorentina (2-2, 3-3), ma l’inizio di febbraio coincide con altrettanti scivoloni: il Sassuolo espugna Marassi grazie a Pellegrini, debacle che compromette la posizione di Juric. A Napoli va in archivio un 2-0 con Zielinski e Giaccherini a segno -

Non finiscono qui i guai nemmeno per il Bologna che proprio a Marassi accarezza il colpo da tre punti contro la Sampdoria: l’eurogol di Dzemaili illude Donadoni, ma la beffa è dietro l’angolo. In 8’ i blucerchiati rimontano con Muriel e Schick prima dell’autorete di Mbaye, la fotografia più fedele del momento no -

Arriviamo così all’ultima uscita di entrambe a partire dal tracollo definitivo del Genoa, travolto dal Pescara appena affidato a Zeman: mai vittoriosi in stagione eccezion fatta per il 3-0 sul Sassuolo maturato a tavolino, gli abruzzesi strapazzano 5-0 i rossoblù. L’avventura di Juric giunge al capolinea e induce la società a scommettere sulla panchina di Mandorlini -

Guai a Genova nonché a Bologna, d’altronde il poker da incubo di Donadoni trova in Gabigol il giustiziere meno atteso: una rete all’81’ del 20enne brasiliano, oggetto misterioso costato 30 milioni di euro, stende i rossoblù colpiti nuovamente nel finale di gara. Risultati da dimenticare per entrambe le avversarie di Marassi, quindi, ciò nonostante il passato glorioso impone una svolta nello scontro diretto -

Fondato il 17 settembre 1893, il Genoa FC conquista tre titoli (non ancora denominati scudetti) tra il 1898 e il 1900, quando vestirà di rossoblù le proprie casacche in onore della Union Jack britannica. Una squadra imbattibile come ribadito dagli altri tre successi fino al 1904. Fondamentale la figura di Garbutt in panchina, allenatore che propizia il 7° alloro datato 1915 -

La nascita del Bologna risale invece al 3 ottobre 1909, fondazione che trova una svolta nel 1920 con l’ingaggio dell’allenatore austriaco Hermann Felsner: c’era l’infinito Angelo Schiavio, tutt’oggi il massimo goleador rossoblù con 251 reti. Dopo una sfida infinita contro il Genoa arriva il primo scudetto nel 1925, trionfo bissato nel 1929 (decisivo Muzzioli) prima del tris dal 1936 al 1939: era il gruppo guidato da Weisz prima e Felsner poi, ribattezzato come “lo squadrone che tremare il mondo fa” -

A Genova la figura di William Garbutt regala gli ultimi due scudetti nel 1923 (senza sconfitte, record bissato dal Milan 70 anni dopo) e nel 1924. Era il Genoa d’Oro con gli eterni De Prà, De Vecchi e Barbieri, icone storiche nel passato rossoblù. I gol spettavano a Levratto (86 totali), tuttavia quel gruppo invincibile arrivò a sollevare la Coppa Italia (1937) e concedere 7 giocatori alla Nazionale Italiana allenata da Vittorio Pozzo -

Il 6° titolo del Bologna nel 1941 precede un decennio avaro di soddisfazioni, intervallo dettato dalla rifondazione in gruppo con gli arrivi tra gli altri di Ezio Pascutti (142 gol totali), Humberto Maschio e un giovanissimo Giacomo Bulgarelli, recordman di presenze nella storia del club con 488 gettoni. Se gli anni ’50 non vanno oltre il 4° posto, nel 1964 ecco il 7° scudetto ai danni dell’Inter con Bernardini in panchina -

Il ridimensionamento del Genoa porta alla Serie C nel 1970, baratro colmato grazie a pedine come Gigi Simoni, Damiani e Pruzzo. In seguito all’era Simoni in panchina e 5 anni in B, l’avvento dell’indimenticato Franco Scoglio nel 1988 restituisce dignità al gruppo attraverso la leadership di Signorini e giocatori chiave come Eranio, Nappi e Fontolan, tutti fondamentali nel ritorno nella massima serie -

Subito eliminato dalla Coppa dei Campioni nel 1965, il Bologna torna a trionfare in patria nel 1970 sollevando la Coppa Italia grazie alla guida dell’ex ct azzurro Edmondo Fabbri. Trofeo che i rossoblù alzano anche nel 1974 e che precede gli addii di Bulgarelli e Savoldi (140 gol in Emilia). Il 1982 coincide con la prima storia retrocessione in B con Radice in panchina e un giovanissimo Mancini ceduto alla Sampdoria -

Osvaldo Bagnoli, scudetto a Verona nel 1985, sostituisce Scoglio e abbraccia un trio delle meraviglie come Skuhravy, Aguilera e Branco che lo trascina al 4° posto (mai così in alto dal dopoguerra) e in Coppa Uefa. Il Genoa elimina Oviedo, Dinamo e Steaua prima del Liverpool, diventando così la prima italiana ad espugnare Anfield. In semifinale la spunta l’Ajax, poi inizia il declino tra le contestazioni a Spinelli e le stagioni in B -

Gli anni ’80 del Bologna conoscono pure la C e 4 stagioni in Serie B, categoria abbandonata nel 1988 grazie alla figura di Maifredi e bomber Marronaro (21 gol). Una stabilità effimera tra nuove cadute e il fallimento del 1993: la presidenza di Gazzoni e la guida di Ulivieri riportano il club ai massimi livelli, poi è la coppia Mazzone-Signori a conquistare l’Intertoto e volare fino alla semifinale di Coppa Uefa (passa il Marsiglia) -

Gli anni bui del Genoa registrano 10 stagioni di fila in Serie B con l’onta della retrocessione in C per illecito sportivo nel 2005. Tuttavia due anni più tardi i rossoblù blindano la A con Gasperini, allenatore simbolo a fasi alterne fino al 2016. Borriello archivia subito 19 gol, poi nel 2009 il ritorno in Europa grazie alle reti del “Principe” Milito (57 in due stagioni). Avventura chiusa ai gironi, ad oggi l’ultima vetta toccata dal Genoa -

Nel 2000 il Bologna vive ancora l’Europa (fuori ai sedicesimi di Uefa) e cavalca annate serene con Guidolin prima del ritorno di Mazzone e del ritiro di Signori. Lo spareggio perso col Parma costa la B nel 2005, campionato maturato per tre stagioni fino al 2008: da qui s’impone Marco Di Vaio, 65 reti nei suoi 4 anni in Emilia vitali per blindare la Serie A. L’attuale club manager resta l’ultima icona rossoblù in chiave recente -

A Marassi scendono così in campo 16 scudetti, 3 Coppe Italia e avventure in Europa che hanno reso Genoa e Bologna due nobili esponenti del calcio italiano. Un passato agli antipodi con un presente dettato da risultati negativi e pagine amare: perché non ripartire dalle proprie radici, orgoglio indelebile per abbandonare una crisi senza fine -