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Inter-Roma, la sfida del futuro: come ai bei tempi

Serie A

Alfredo Corallo

Javier Zanetti e Francesco Totti, i due simboli indiscussi di Inter e Roma (foto Lapresse)

I grandi investimenti dei cinesi a Milano, il nuovo stadio degli americani a Roma: i presupposti per rinverdire i fasti delle super classiche tra nerazzurri e giallorossi sembrano esserci tutti. E per i tifosi è tempo di tornare a sognare, già da stasera

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Inter-Roma: roba da quarantenni (paninari, "tozzi", metallari o punk che foste) e una storia cominciata con la doppia finale di Coppa Uefa dell'aprile-maggio '91, quando il mondo scoprì i R.E.M. di Losing my religion e l'Italia cantava 'O scarrafone di Pino Daniele; inoltre, il privilegio delle nuove generazioni, che potremmo taggare nel quinquennio e mezzo 2005-2010, in cui le due rivali maramaldeggiavano per lo Stivale da assolute protagoniste (e scialla!). Grandi campioni, mitici ex, reti leggendarie, allenatori che hanno segnato un'epoca in Serie A e in Europa: una meraviglia, non c'è che dire! Ma i tifosi vogliono forse continuare a rivedere e rileggere all'infinito di ciò che è stato, rivangare ancora i tempi andati? Con questa crisi (d'astinenza) sarebbe lecito, una "dose" di youtube giornaliera non ha mai ammazzato nessuno. E allora taac, che scatta la propostina (alle squadre): non sarebbe il caso di rifornirci di nuovo materiale per le favole da raccontare a figlioli e nipotini, stufi di sentire sempre le stesse storie?

Luci a San Siro. In questo senso, per i ragazzi di Pioli la partita di stasera al Meazza rappresenta - con ogni probabilità - il famoso ultimo treno per tentare l'assalto al terzo posto, che significherebbe mettere le basi per il futuro, ripartendo dalla Champions; per i giallorossi una vittoria non spegnerebbe ancora la fiammella dello scudetto, o quantomeno manterrebbe a -7 la pressione sulla Juventus, altrimenti avviata verso una trionfale passerella da qui al 28 maggio. Oltre a - cosa più importante - eliminare una diretta concorrente e tenere a distanza il Napoli (anche in vista dello scontro di sabato all'Olimpico) e la divina Atalanta che, dopo il colpaccio del San Paolo, aspira all'immortalità. Ma a differenza dell'Inter gli Spalletti boys possono contare su ben due potenziali trofei "alternativi" (e complementari): Europa League e Coppa Italia. E sarebbe ora di portarne a casa almeno uno...

Come eravamo. Già, perché dall'anno del Triplete e dall'appassionante testa a testa tra Mourinho e Ranieri sono trascorsi ormai 7 anni: e l'ultima volta che Inter e Roma si sono affrontate in una finale è stato lo "strascico" di quel duello, la Supercoppa italiana del 21 agosto 2010, sollevata al cielo dalla nuova Inter di Benitez (3-1). I nerazzurri diventeranno campioni del mondo e a fine stagione collezioneranno ancora una Coppa Italia (con Leonardo in panchina), sconfitti dal Milan in Supercoppa nel derby di Pechino. E in un altro derby la Roma perderà l'unica finale disputata dopo il lustro dorato: il 26 aprile del 2013 con la Lazio, la peggiore delle avversarie... Ma se la Magica è tornata competitiva con due secondi posti e il 3° della scorsa stagione, lo stesso non si può dire dei "bauscia" milanesi, che non ascoltano la canzoncina della Champions dal lontano 2012...

Ritorno al futuro. Nel frattempo la Roma è stata acquistata dagli americani (2011) e l'Inter da indonesiani (2013) e cinesi (2016). Su entrambe le operazioni circolava parecchio scetticismo, confermato dalle non certo esaltanti stagioni di "assestamento" della gestione Pallotta (7° e 9° posto in campionato) e dall'idillio mai sbocciato tra Erick Thohir e l'universo interista, limitato a un 5°, 8° e 4° e illuso dal girone d'andata 2015-2016 da capolista, che si rivelerà un bluff. Con il passaggio a Suning Group la svolta: la dinastia Zhang si è presentata con Candreva, Joao Mario e Gabigol, ha blindato Icardi e promette di portare a Milano altri fior di giocatori; i capitolini hanno raggiunto con il Comune l'accordo per il nuovo stadio, che equivale al desiderio di piantare le fondamenta per un futuro glorioso. Insomma, le premesse per tornare grandi ci sono tutte.
 

 

Adesso sì che quelle partite e quelle giocate memorabili riacquistano un senso: la tripletta di Abel Balbo nel '95, la rovesciata di Djorkaeff '97 e tutto quel susseguirsi di sorpassi e controsorpassi, finali vinte e finali perse, ma sempre affare loro. Dal 4-3 dell'eterno Figo al 2-6 dell'irresistibile prima Roma di Spalletti. Il cucchiaio di Totti a Julio Cesar; la pazza corsa di capitan Zanetti per il gol-scudetto del 2008; la freccia avvelenata di Diego Milito del 5 maggio bis; e la doppietta di Adriano che il 12 giugno del 2005 avviò la leggenda di Inter-Roma: andata, e ritorno. Prima fermata: San Siro Station. Chissà che per una sera non torni bello (almeno) quanto "er treno pe' Roma".