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Petagna: "Atalanta una big. Europa? Ci crediamo"

Serie A
Andrea Petagna, attaccante dell'Atalanta (Getty)

Sulle pagine di Tuttosport l’attaccante nerazzurro si è raccontato cosi: "In rossonero giocavo poco, quando ho debuttato ho pensato di essere importante; poi hanno preso Matri e mi sono messo a piangere. Possiamo raggiungere l'Europa. Domenica contro l'Inter match decisivo solo se vinciamo"

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Una delle grandi sorprese di questa stagione dell’Atalanta, Andrea Petagna, domenica tornerà a San Siro per affrontare l'Inter. Una gara ancora più speciale per lui che, cresciuto nel Milan, ritroverà la squadra nerazzurra in una sfida che avrà anche il sapore di derby. Cinque gol e sei assist in 25 presenze questa stagione, un rendimento da provare a migliorare ancora già a partire dal prossimo impegno; in attesa di scendere in campo, Petagna ha rilasciato un'intervista a Tuttosport, in cui ha trattato numerosi temi. Dal passato non sempre semplice al presente, da Allegri a Gasperini. 

L'Inter e l’Europa -
"Quello contro l’Inter è un big match che sarà decisivo se vinceremo, non se dovessimo perdere o pareggiare. Se abbiamo un punto in più di loro dopo 27 partite, qualcosa significa - ha detto l’attaccante - siamo sereni, senza pressioni. L'Europa è diventata un obiettivo in corsa, la possiamo raggiungere. Siamo forti, abbiamo battuto squadre forti: penso alla vittoria di Napoli. Ma sono stati decisivi i successi con l'Empoli, all'ultimo minuto con un gol di D'Alessandro, o con il Crotone, che si chiudono".

Il passato al Milan - Ricordando i tempi in cui ha vestito la maglia rossonera, Petagna racconta: "Galliani è stato fondamentale per me, mi seguiva da vicino quando sono arrivato piccolino e vivevo in convitto. Il Milan era il mio sogno e soffrivo perché non giocavo. Per questo ho voluto andare via in prestito. Nel 2015 non mi portano in ritiro, arrivavo da due anni in cui avevo fatto male e non sapevo che fare, ho pensato di mollare. L'Ascoli è l'unico a volermi con forza, mi cercano il direttore Lovato e il tecnico Petrone, ma non sanno se giocheranno in Lega Pro, dove il Milan non voleva mandarmi, o in B. Li ripescano, Galliani dà una mano per lo stipendio, gioco. Arriva una bella salvezza. Nel 2013 debutto in rossonero in campionato a Verona, Allegri mi fa i complimenti davanti a tutti, penso di essere importante anche se so che non avrei giocato sempre: c'erano Pazzini e Balotelli. All'ultimo giorno di mercato prendono Matri, ci rimango malissimo, mi metto a piangere. Non volevo restare nella Primavera, sono andato alla Samp".

Sugli allenatori -
Da Allegri a Mihajlovic ai tempi del Milan, fino al presente a Bergamo: "Allegri è stato decisivo, mi ha fato debuttare al Milan e mi ha dato la possibilità di allenarmi con grandi campioni come Ibra. Mihajlovic l'ho avuto un paio di mesi alla Samp, non giocavo ma mi sono trovato bene: è determinato e forte. Gasperini? Per noi giovani è un papà. Ti fa tirare fuori quello che hai ed è bravo a darti fiducia, ma devi stare sempre sul pezzo".


Sull’Atalanta -
E poi l’occasione a Bergamo, per recuperare il tempo perso: "Quando l’Atalanta mi ha comprato mi sono sentito importante, anche se ero ad Ascoli. La famiglia Percassi mi dice che avrei fatto parte del progetto nerazzurro e mi ha dato forza. Ho ritrovato questa società dopo i provini a Zingonia a 10-11 anni. Riso, il mio agente, è stato fondamentale come mio padre Euro, il mio fratello maggiore a Milano. E poi ho ritrovato anche Cristante; è stato come tornare ragazzini come quando, a 10 anni, facevamo i provini e poi giocavamo nel Milan. La nostra è un'amicizia lunga e importante. Quando il direttore Spagnolo mi chiese di lui, gliene parlai bene. Ci messaggiavamo, ho seguito minuto per minuto la trattativa".  

Sul presente e sulla Nazionale - E ancora: "Segno poco? Finché lotto per la squadra e vinciamo, sono contento. Comunque ho fatto 5 gol e 6 assist, sono spesso entrato in azioni da rete. Ed è il mio primo anno di A. Devo migliorare, attaccare di più il primo palo. E, forse, giocare un po’ più per me stesso. Io insieme a Belotti e Immobile in azzurro? Con Ventura sono stati due stage belli, ci ha fatto incamerare i suoi concetti. Se dovessimo essere convocati, saremo già pronti. Prima c’è l’Under 21, un obiettivo che mi ero posto ad Ascoli e che ho raggiunto a ottobre. Siamo forti, possiamo fare un grandissimo Europeo a giugno in Polonia".