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Cassano: "Sto per tornare, tra due mesi avrò una nuova squadra"

Serie A

L'ex attaccante della Samp è tornato a parlare: "Tra due mesi avrò una nuova squadra, devo farmi trovare in forma. Posso ancora fare la differenza, altrimenti smetterò subito. Ho ricevuto tante offerte ma non ero pronto, non potevo bruciarmi con un flop"

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L’addio alla Sampdoria a gennaio, senza mai aver visto il campo in questa stagione. Ed ora qualche mese lontano dal calcio ma… "Cassano sta per tornare!". Una promessa, un messaggio al mondo del calcio. Firmato Antonio. Anzi, FantAntonio.

"In questi mesi ho avuto più tempo da dedicare a mia moglie Carolina e ai miei figli Christopher e Lionel – ha dichiarato Cassano in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport - E ho guardato i miti in tv: Messi, Federer e Valentino Rossi. Ma la pacchia è finita. Cassano sta per tornare. Tra due mesi avrò una nuova squadra e devo essere fisicamente pronto. Ora ho 4­-5 chili in più, ma non gioco da tanto ed è normale aver messo qualcosa addosso. Ogni giorno sono al centro Riattiva di Lavagna, mancano il lavoro con la palla e il ritmo partita e tra qualche giorno chiederò all’Entella di potermi allenare con i suoi ragazzini. Comunque più passa il tempo e più sono convinto di poter tornare da protagonista. Se non andrà bene smetterò subito, non sono una comparsa".

"Tante offerte ma non ero pronto"

Rientro rimandato alla prossima stagione, quindi. Ma le offerte, in questi mesi, non sono mancate: "Si sono fatti avanti il Pescara con Zeman, il Palermo, il Crotone, l’Entella. E ho chiacchierato anche col Verona: il suo presidente, Setti, si è fatto avanti, è una società perfetta. Non rientrare è stata una mia scelta perché non mi sentivo pronto fisicamente e non potevo bruciarmi con un flop. Tra due mesi sarà tutto diverso. Estero? Ho avuto proposte da Cina, Emirati, Mls ma non mi interessano. Non ho problemi economici. Voglio giocare in Italia. Mi stuzzicano Udinese, Bologna e Sassuolo. Anche giocare a Verona, in A, sarebbe bello: tifosi fantastici, in 25 mila allo stadio. In B ci andrei per fare qualcosa di storico come portare l’Entella di Gozzi in A, però mi auguro che ci arrivi già quest’anno. Oppure, in caso di promozione in B, tornerei volentieri a Parma: città bellissima".

"Parma, Sampdoria, Inter e i 'no' alla Juventus"

Poi uno sguardo indietro, alle esperienze con Parma, Sampdoria e Inter. "Quando mi sono accorto che non pagavano nemmeno i mille euro per il giardiniere avevo due opportunità: picchiare qualcuno, i responsabili di quel disastro, o andare via. Ho preferito risolvere il contratto rinunciando a tanti soldi. A Parma ho avuto un grande allenatore: Donadoni. L’ho offeso, gli ho chiesto scusa più volte. Vorrei tornare a lavorare con lui. Primavera Samp? Ho portato a cena i ragazzi la settimana scorsa. Mi hanno invitato ad andare sabato a Bogliasco per la partita col Trapani. Sono stato benissimo in quel gruppo, mi hanno ridato entusiasmo tornando indietro di quindici anni. Pedone è un grande allenatore e credo di aver trasmesso anche io qualcosa a loro. Per Ferrero e Romei potevo allenarmi ancora, ma qualcuno ha ritenuto che fossi ingombrante. Chi? Credo Giampaolo. In un gruppo con poca personalità posso esserlo ma al Real, per esempio, nessuno mi ha detto che ero ingombrante. La Samp è un capitolo chiuso. Ora provo solo indifferenza. Gli ex compagni? Mai sentito nessuno. Sono ancora pazzo per l’Inter, con Ausilio ci sentiamo un giorno sì e uno no. Se Pioli non dovesse essere confermato gli ho detto di puntare su Guardiola o Spalletti”. Esperienze vissute, altre invece evitate: “Ho detto quattro volte no alla Juve e non mi pento. La prima quando ero al Bari e scelsi la Roma, due volte con Secco d.s. e infine Marotta, ci ha provato anche lui. Sui soldatini non volevo offendere nessuno ma ribadisco: sono forti però scelgono giocatori che vanno sempre dritti, sullo stesso binario. Io invece devo andare dove mi pare, ragiono con la mia testa. Comunque la Juve può centrare il Triplete, ma se arrivano col Real in finale di Champions li vedo sfavoriti sulla partita secca. La Juve continuerà a vincere in Serie A: sono bravi e anche forti di testa. Ma il livello si è abbassato. A fine anni Novanta c’erano le sette sorelle. La settima, la Fiorentina, aveva in attacco Rui Costa, Edmundo e Batistuta".

"Mi rivedo in Insigne, Schick fenomeno. Totti non mollare"

E poi l’attenzione si sposta sui calciatori. Da un possibile erede di Cassano ai più forti al mondo: "Cassano è unico, un pezzo pregiato, raro – prosegue - Tecnicamente mi rivedo in Insigne. I miei colpi li ha Schick: lo avevo capito subito. Siamo giocatori diversi, lui è più attaccante di me però è un fenomeno. Calciatori più forti? Messi è il top: sempre. Poi Iniesta. E porterei con me Xavi. Ancora oggi vale il podio. Totti? Gli dico di non mollare. Vale ancora 10­12 gol a campionato. Ma quando si gioca poco è dura per tutti fare bene. Io e lui siamo gli ultimi eroi di una certa generazione di attaccanti. E’ stato il mio miglior partner d’attacco".

"Pogba, James e Balotelli sopravvalutati"

Cassano non si risparmia e parla anche dei calciatori sopravvalutati: "Pogba, James Rodriguez e Balotelli. Pogba vale veramente 120 milioni? Per me no. Rodriguez 80? No. E allora Iniesta quanti ne valeva alla sua età? Balotelli? Voglio bene a Mario e in Francia sta facendo benino però sia lui sia Pogba hanno avuto una grande fortuna nella vita: sono gestiti da un manager bravissimo, Mino Raiola, che ha dato a entrambi opportunità incredibili".

"Futuro? Mi vedo responsabile dell'area tecnica"

La carriera di Antonio Cassano, quindi, non è ancora finita. Ma in futuro cosa farà: "Amo il calcio. Mi ha reso uomo, mi ha dato popolarità e ricchezza. Io ho dato al calcio gol ed emozioni ma ho reso solo al cinquanta per cento di quello che avrei potuto fare. Posso giocare ancora tanti anni. Una volta smesso mi piacerebbe fare il responsabile dell’area tecnica. Come lo faceva Branca all’Inter. Io collante tra società, ds e squadra: al ds faccio scegliere i giocatori ma poi l’ultima parola devo averla io, perché di calcio me ne intendo. Miei figli calciatori? Meglio manager, come calciatori sarebbero accompagnati sempre da confronti continui con il loro papà".