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Il Napoli oltre i record: Sarri ha creato una mentalità vincente

Serie A

Augusto De Bartolo

Altra stagione da record per il Napoli (Getty)

Non è arrivato lo scudetto, lotterà fino in fondo per il secondo posto. Vada come vada, la stagione del Napoli è già un successo. Migliorato l'anno precedente: più punti, più gol, stesso numero di vittorie ma una squadra che ha imparato a non dipendere più dai singoli. Ha costruito la sua idea vincente

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Dicevano fosse dipendente da Gonzalo Higuain, dicevano... La stagione del Napoli ha sgretolato questo assioma, riformulando un teorema, ampiamente dimostrato, secondo cui il collettivo è più importante del singolo e che una squadra, con lavoro, dedizione e idee è sempre migliorabile. Parole, e soprattutto fatti, di Maurizio Sarri, allenatore che ha saputo continuare a trasformare la creatura ereditata da Benitez. La bellezza, puramente soggettiva, di un tipo di calcio riscontrabile nella pratica è corroborata anche dai numeri. Perché, prima o poi, anche le cifre rendono giustizia a un'idea di gioco che non è solo esteticamente apprezzabile, ma soprattutto efficace. Una super Juve ha impedito che il Napoli fosse lì a conquistare il tanto agognato scudetto, eppure, la squadra di Sarri si giocherà il secondo posto in classifica contro un'altrettanto bella Roma fino all'ultima giornata.

Rispetto alla scorsa stagione

Tuttavia, i numeri parlano in favore del Napoli che, al di là degli avversari, ha saputo migliorare, innanzitutto se stesso. Rispetto alla cavalcata 2015/2016 la squadra è riuscita a conquistare un punto in più, nonostante la partenza di Higuain ha avuto un attacco migliore (90 i gol segnati) distribuiti meglio tra gli attaccanti (vedi Mertens e Insigne) e che ha visto coinvolti tanti giocatori della rosa. Ciò sta a significare che il collettivo è migliorato, Sarri è riuscito a decentrare in maniera netta l'efficenza sottoporta che l'anno scorso era tutta affidata a Higuain. Di conseguenza è aumentata la differenza reti: +53 contro i +48 di un anno fa, il numero di vittorie ad oggi resta uguale (25), ma, soprattutto, l'allenatore azzurro ha saputo lavorare e migliorare la solidità di squadra: solo quattro le sconfitte concesse a fronte delle sei rimediate nello scorso campionato.

Un Napoli da record

La squadra ha centrato tanti record migliorando sensibilmente i numeri, bilanciando, semmai, le prestazioni casalinghe con quelle in trasferta. Quasi perfetto il confronto tra i successi al San Paolo e quelli ottenuti lontano da casa, sintomo di una squadra che in ogni partita ricerca la vittoria, in ogni campo, contro qualsiasi avversario. Questione di mentalità, diceva Sarri dopo l'ultima gara: mentalità europea, moderna e vincente. Lo denota anche un altro dato molto significativo. Quello relativo ai gol: detto dei 90 complessivi, il Napoli ne ha addirittura segnato uno in più fuori casa (46 contro i 44 del San Paolo). E al di là delle vittorie anche i punti conquistati lontano da Napoli sono moltissimi, 40 su 83. Insomma, statistiche che denotano una crescita e un trend così positivo che, se migliorato ancora, nella prossima stagione, potrebbe avvcinare la squadra al titolo.

Il tridente dei piccoletti

A questo discorso si sovrappone necessariamente uno di natura tattica. Sarri ha perso Milik a inizio stagione e l'infortunio al ginocchio lo ha tenuto a lungo fuori. In una situazione di siffatta emergenza, l'allenatore è riuscito a trovare una soluzione che si è dimostrata redditizia. Mertens da "falso nueve" a galleggiare tra le linee per riattaccare lo spazio centrale, aiutato da Insigne e Callejon a rendere imprevedibili le giocate offensive. E per loro parlano i numeri nel dettaglio. Il tridente dei piccoletti tra gol e assist ha messo il piede 103 volte nei 111 gol stagionali del Napoli.

MICa... male

Mertens: 33 gol e 11 assist
Insigne: 19 gol e 11 assist
Callejon: 16 gol e 13 assist

Dimostrazone inequivocabile di una scelta quantomai azzeccata. Insomma, questo Napoli ha dimostrato di sapersi adattare in qualsiasi situazione a qualsiasi evenienza. Sarri è un allenatore senza paraocchi. Principi di gioco chiari e netti sì, ma all'interno di un'interpretazione fatta per singola partita e in base agli uomini a sua disposizione. Unico modo per non incatenare giocatori creativi in schemi troppo rigidi. Unica via per continuare a trasformarsi, reinventarsi e rinnovarsi. La ricetta giusta per continuare a crescere.