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Inter, Spalletti come Mourinho: la linguaccia è... 'special'

Serie A

La linguaccia mostrata da Spalletti al gol di Perisic, a molti ha ricordato quella di Mourinho durante una sfida tra Inter e Udinese nel lontano 2009. Nel post gara, l'allenatore nerazzurro ha spiegato: "E' stato un gesto rivolto ai miei collaboratori"

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Mani al cielo, occhi divertiti e sorriso di chi sa che, seppur con fatica, è riuscito a sbrogliare una matassa che sembrava aver ingarbugliato l’esaltante avvio dell’Inter. E la linguaccia dove la mettiamo? Ehi sì, c’è anche quella nel concitato finale di Crotone-Inter. Luciano Spalletti questa volta ha deciso di abbandonare il suo solito aplomb di marca british per lasciarsi andare ad un’esultanza davvero particolare. Ai tifosi nerazzurri ricorda qualcosa? Ovvio che sì, come dimenticare lo stesso identico gesto mostrato da Josè Mourinho durante una sfida tra Inter e Udinese dell’ottobre del 2009. Corsa travolgente, pugno stretto in segno di vittoria e lingua fuori per esternare la propria gioia. Proprio come l’allenatore di Certaldo, che dal canto suo però ha deciso di eliminare dal menu lo scatto dello Special One. 'Buffone' l’urlo arrivato dalle tribune dello Scida, segnale di come il pubblico crotonese avesse considerato quel gesto come qualcosa di offensivo nei propri confronti. Nulla di tutto questo però, come ha provato a spiegare Spalletti al termine della gara.

La spiegazione di Spalletti

I tifosi del Crotone non hanno mandato giù l’esultanza dell’allenatore nerazzurro, considerandola insolente e fuori luogo, tanto da indirizzare alla panchina avversaria epiteti poco lusinghieri. Per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco, Spalletti ha voluto spiegare nel dopo gara il motivo della sua linguaccia: "La mia esultanza? Ho fatto la linguaccia ai miei collaboratori in panchina, non era un brutto gesto nei confronti dei tifosi avversari: per noi è stata una partita sofferta e mi sono lasciato andare per la prima volta in quattro giornate. Non era facile e i miei giocatori sono stati dei grandi professionisti, si sono saputi adattare a quelle che non sono le nostre abitudini. Il campo era secchissimo, faceva caldo e l’azione veniva spesso rallentata – ha concluso Spalletti - nella ripresa siamo stati un pochino più fluidi".