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Torino, Cairo: "Derby perso 4-0? Il Liverpool in dieci ne ha presi 5"

Serie A
Urbano Cairo (Getty)

Il presidente del Torino torna per la prima volta sulla sconfitta contro la Juventus: "Anche lo scorso anno c'è stata un'espulsione". Fiducia nei miglioramenti della difesa e di Niang: "In amichevole contro il Bayern ha fatto cose strepitose, il Milan non voleva più darlo via"

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Urbano Cairo torna a parlare di venerdì, il giorno dopo l'Europa League. Quella competizione che i granata sognano di giocare nella prossima stagione: "Speriamo di parteciparvi, prima o poi". Sullo sfondo il Filadelfia, dove si allena la prima squadra e la Primavera gioca le partite. Nelle mani il contratto preliminare di concessione del centro sportivo Robaldo, che sarà la casa di tutte le formazioni giovanili: "Nel giro di un paio di mesi cominceremo i lavori. Voglio sperare che entro un anno sia tutto pronto. E comunque sia metteremo un po’ di pressione affinché le cose vengano fatte in tempi molto veloci. È importante partire subito perché potremmo trarre dei grandi vantaggi". Oggi i giocatori del Toro hanno posato per la tradizionale foto di gruppo. Ed è dalla fotografia del momento della squadra - dopo lo 0-4 contro la Juventus - che parte l'intervista del nostro Paolo Aghemo.

Quali spunti positivi si possono trarre da questa sconfitta? E quali sono gli aspetti che l’hanno fatta arrabbiare?
"Non ho parlato dopo il derby perché non c’è stata partita. Non perché abbiamo perso con un punteggio rotondo, ma perché giocare in 10 contro 11 in casa della Juve non è la cosa più facile. È vero che la stagione precedente, rimanendo in 10 con l’espulsione di Acquah, un po’ dubbia, siamo riusciti a difendere il gol di vantaggio fino a qualche secondo dalla fine, quando segnò Higuain. Ma non è che tutte le partite riesci a giocare in 10 contro la Juve, in questo caso addirittura dal 24’ e in svantaggio di un gol. Era una partita non commentabile. Il Liverpool, una squadra piuttosto attrezzata, un mese fa ha perso 5-0 con il Manchester City perché era in inferiorità numerica. Se avessimo fatto una partita in 11 contro 11 ce la saremmo giocata sicuramente".

Sin dall’inizio è stato scelto un atteggiamento molto offensivo, con quattro attaccanti in campo. Il Torino segna moltissimo, quasi 100 gol in 48 partite nell’Era Mihajlovic. Però ha già subito 9 gol. Le piace questa filosofia di attaccare sempre?
"Se togliamo la giornata del derby, giocato in 10 per 70 minuti, saremmo la sesta migliore difesa del campionato. Quindi c’è stato sicuramente un miglioramento importante rispetto alla scorsa stagione. La difesa è molto più competitiva, molto più in grado di reggere gli attacchi avversari. Sono sicuro, incrociando le dita, che alla fine dell’anno avremo dei risultati migliori dello scorso. Oltretutto abbiamo giocatori che stanno crescendo".

Niang, che è stato l’investimento più oneroso, sta attraversando un momento difficile. Un po’ di preoccupazione tra i tifosi c’è.
"Niang è un giocatore con delle qualità notevolissime. Non le ha ancora dimostrate con noi, ma al Genoa fece un campionato bellissimo e con il nostro allenatore Mihajlovic al Milan realizzò 6 gol e 6 assist in 12 partite. Poi dopo l’incidente perse molto partite.  Sono molto ottimista, perché ha della qualità straordinarie. Qualcuno dice che non avrebbe speso 15 milioni. Anche io ne avrei spesi meno, ma alla fine non ce l’ho fatta e ho accettato di spenderne 15 perché il mister lo voleva a tutti i costi e anche io ci tenevo. Sono  sicuro che Niang ci darà soddisfazioni: è chiaro, dipende da lui, si deve allenare con impegno, come sta già facendo. Ha avuto un’interruzione della preparazione di 10 giorni che certamente non gli ha fatto bene. Ma contro il Bayern in amichevole ha fatto delle cose strepitose, tant’è che il Milan non voleva più darlo via. Ad averne di problemi come Niang".

Non è ancora stato eletto il Presidente della Lega di A. È così difficile la politica del calcio italiano?
"Io credo che ci avvicineremo a trovare una soluzione, cioè a nominare un presidente, un amministratore delegato e un consiglio di amministrazione. Voteremo lo statuto nella prossima assemblea e poi ci sarà la proposta di nomi potenziali da parte di una o più società. Alla fine arriveremo a sceglierli e ci metteremo al lavoro come fanno molto bene in Spagna, in Inghilterra e in Germania, campionati più avanti rispetto a noi nella raccolta  dei diritti tv domestici e internazionali. Cinque anni fa il calcio italiano era al secondo posto, dietro la Premier League, ora è stata sopravanzato da Liga e Bundesliga. Ma io credo che il calcio italiano abbia tutte le possibilità, organizzandosi bene, con un contatto con chi fa televisione in tutto il mondo, di tornare ai vecchi livelli. Anche perché il nostro campionato è molto divertente, quest’anno più competitivo e con grandi giocatori. Dipende soltanto da noi. Bisogna solo organizzarsi in maniera molto più efficiente e concreta, come noi facciamo nelle nostre aziende".