Bel gioco, mentalità, panchina: dove può arrivare il Napoli. L'analisi di Sky Calcio Club
Serie AIl momento e le prospettive della squadra di Sarri analizzati dalle voci di Sky Sport: Paolo Condò, Massimo Mauro, Gianluca Vialli, Beppe Bergomi, Giancarlo Marocchi e Alessandro Costacurta discutono sulle potenzialità e sui limiti degli azzurri
È il momento del Napoli. La squadra di Sarri si candida, giornata dopo giornata, a essere la padrona del campionato, rispondendo presente a ogni colpo delle dirette avversarie. Un gruppo ormai rodato, con un carattere, oggi, da vincente, frutto di un lavoro partito da lontano e svolto in maniera coerente. E la mente non può che correre all’indietro, andando a ripescare i successi del passato di squadre come Hellas e Sampdoria: “Questo Napoli mi ricorda il Verona di Bagnoli: in quella squadra c’era un obiettivo da raggiungere e il desiderio di farlo”, dice Massimo Mauro. “La coesione del gruppo è tale che la conseguenza può essere solo la vittoria. Non c’è mai qualcosa fuori posto”. Il 3-1 al Sassuolo è stata l’ennesima prova di forza del gruppo azzurro, guidato come sempre da un tridente talentuoso e imprevedibile. Rispetto all’11^ giornata della scorsa stagione, sono 11 i punti in più in classifica: “Se si sommasse l’andata di quest’anno con il ritorno dell’anno scorso si potrebbe definire la squadra di Sarri imbattibile”, ammette Paolo Condò. E la crescita non è dettata solo dai numeri, come ricorda Gianluca Vialli: “Rispetto alle altre dirette concorrenti allo scudetto, mi sorprende che abbiano meno cali fisici: c’è sempre costanza di rendimento, di velocità di gioco e di pensiero”.
Napoli padrone: quanto può durare?
Il Napoli sembra, oggi, una macchina perfetta, oliata in ogni suo meccanismo. La doppia perdita per infortunio di Milik è stata ormai definitivamente dimenticata, visto il rendimento oltre ogni aspettativa di Mertens, diventato a tutti gli effetti un centravanti. Rispetto alla scorsa stagione, i cali di concentrazione sono un rarità: ma quanto può durare questa perfezione? Prova a spiegarlo Giancarlo Marocchi: “La capacità dei singoli oggi riesce a fare la differenza nella pause fisiologiche che la squadra ha durante le partite: questo è il completamento di un percorso cominciato ormai anni fa. Adesso è arrivato il momento di raccogliere trofei”. Vialli cerca la soluzione nell’atteggiamento tattico, ancora più spregiudicato: “L’anno scorso hanno avuto due settimane di appannamento, però adesso mi sembra possano gestire un’eventuale situazione del genere. Continuo a chiedermi se giocare nel Napoli sia più o meno faticoso che altrove. Ho l’impressione che si divertano, si dividano lo sforzo e possano fare più partite rispetto ad altri senza calare di condizione. Corrono bene e sono stretti”. Beppe Bergomi, però, non nasconde qualche perplessità: “Questo è un campionato in cui non si possono avere cali, perchè anche le altre vanno velocissimo. In più: i tre davanti giocano sempre loro. Hanno dei ricambi all’altezza? Anche chi non gioca ha certamente qualità, ma quando vieni utilizzato così poco fai inevitabilmente fatica se vieni chiamato in causa. A gennaio mi aspetto qualcosa dal mercato…”.
Dalla squadra al singolo: e viceversa
Il gioco corale del Napoli è invidiato da mezza Europa. Ad innamorarsene - non per caso - è stato anche Pep Guardiola. Il dualismo bel gioco-risultati è sempre stato al centro di grandi discussioni, ma oggi la squadra di Sarri sembra aver trovato il modo perchè i due aspetti possano coesistere. “In questa stagione il Napoli non ha solo grande fluidità di manovra, è anche migliorato rispetto al sé stesso dell’ultimo anno”, ammette Marocchi. “La mentalità che questi giocatori hanno acquisito è notevole: che giocassero bene era già chiaro, ognuno di loro sta diventando grande giocatore”. In questo caso, dunque, è la squadra a esaltare il singolo, situazione che Alessandro Costacurta ha provato sulla sua pelle: “Si dice sempre che le individualità aiutano il gioco, io ho sempre pensato il contrario e ne ho fatto esperienza con Sacchi. Mi sorprende quanto i giocatori siano migliorati con Sarri”. Condò esemplifica: “Faccio dei nomi: Ghoulam e Allan. Entrambi hanno aumentato di molto il loro livello e il loro rendimento: quando c’è un gran gioco i singoli si trovano a loro agio e tirano fuori nuove potenzialità, che poi gli allenatori possono sfruttare al meglio”. Conclude l’analisi Marocchi: “Che il Napoli giocasse bene era chiaro da tempo: oggi, però, ognuno sta diventando un grande giocatore”.