Il difensore bianconero analizza il momento della squadra: "Bisogna fare più fatica, siamo consapevoli dei nostri errori. Prendiamo troppi gol e si tratta di un difetto che ci può costare lo scudetto. Nazionale? Serve una programmazione decennale"
La sconfitta contro la Sampdoria al Marassi e la vetta della classifica occupata dal Napoli adesso distante quattro punti, la Champions con la sfida al Barcellona in programma all’Allianz Stadium il prossimo mercoledì e la ricostruzione azzurra. Sono questi alcuni dei temi principali affrontati dal difensore della Juventus Andrea Barzagli nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sport.
Sul momento della Juventus
"Il mister ci ha fatto notare due, tre cose e basta: ripartiamo. Sappiamo quello che in questo momento ci può mancare e di conseguenza dobbiamo lavorare di più sull'aspetto mentale, di fatica per far sì di non avere certi cali nella partita. Manca quel fare un po' più di fatica in più per non subire gol, per stare sulle gambe in difesa in certi momenti della parti dove c’è da soffrire. La Juventus ha avuto sempre in questi ultimi anni anche nel dna di soffrire, bisogna magari fare partite dentro l’area ma non subendo gol. Quest'anno invece troviamo facilmente la porta, ma allo stesso modo concediamo e subiamo troppi gol. E questo è un difetto che una squadra che vuole vincere il campionato non può avere. La qualità al vertice è aumentata, è un campionato 'spaccato' tra grandi e medio piccole. La sfida con il Barcellona? Noi dobbiamo migliorare, loro sono in grande forma. Bisogna vincere per preparare al meglio gli scontri diretti che ci attendono in campionato", ha ammesso Barzagli.
Sulla Federazione e il futuro dell'Italia
La delusione per la mancata qualificazione al prossimo Mondiale ancora viva, Barzagli parla così della situazione azzurra, iniziando dal rinnovamento dei vertici federali: "Il mio pensiero è semplice, serve calma e pazienza per decidere al meglio. E' una occasione per ripartire. Serve un programmazione partendo dal settore giovanile. E' impensabile che l'Italia vinca l'Europeo del 2020, serve una riprogrammazione da qui a dieci anni. Chi arriva dovrà essere libero di fare scelte, sono favorevole ad ex calciatori solo se hanno esperienze fuori dal campo, non basta il nome, servono competenze. Servono tecnici preparati per i giovani. Germania e Belgio sono degli esempi da seguire".