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Cairo striglia i suoi: "Mi aspettavo almeno 4 punti in più"

Serie A
Urbano Cairo (Getty)

Il presidente del Torino non completamente soddisfatto dell'andamento in campionato: "Avremmo dovuto raccogliere di più, per esempio penso ai pareggi contro Verona e Chievo"

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Ai microfoni di "Radio anch'io lo sport" il presidente del Torino Urbano Cairo bacchetta la sua squadra, nel fare il punto sull'andamento in campionato: "Avremmo potuto avere almeno quattro punti in più, ma il campionato è lungo". "Ieri sera Donnarumma ha fatto un mezzo miracolo, ma alla fine è stato giusto il pareggio di ieri sera a San Siro contro il Milan", ammette Cairo, "Vedendo il cammino che abbiamo fatto avremmo dovuto raccogliere di più, penso per esempio alle sfide contro Verona e Chievo".

"Più potere alla Serie A"

L’esclusione dell’Italia dai prossimi Mondiali di Russia ha provocato una reazione a catena. Tra le conseguenze, c’è anche una revisione del sistema politico del calcio, venuto in evidenza in questo periodo che ha visto le dimissioni del presidente della FIGC Carlo Tavecchio: “Non è giusto che la Serie A, che fornisce risorse importanti anche alle altre leghe e allo Stato, debba subire un tale danno dalla mancata qualificazione della Nazionale. Ma soprattutto non può essere che abbia un potere di voto limitato al 12% per l’elezione del presidente federale. Deve avere più voce in capitolo, magari prendendo esempio dal modello spagnolo, dove la Liga ha una percentuale molto più alta”. In linea col pensiero comune, anche per Cairo questa è un’occasione importante per ripensare a tutto il sistema sportivo: “Dobbiamo rifondare lo sport italiano. Alle Olimpiadi non ci sono stati risultati strepitosi, c’è da mettere mano a tante cose. Vedremo se c’è da commissariare la FIGC, ma dobbiamo capire che non c’è nessuno che possa fare il primo della classe”.

18 o 20 squadre?

Tra i vari argomenti di discussione, nel polverone sollevatosi, c’è anche l’annoso dilemma della composizione del campionato. Lo squilibrio accentuato negli ultimi anni tra le prime della classe e chi lotta per la salvezza, ha messo in discussione anche la bontà delle venti squadre in Serie A. “La riduzione a 18 società è un’ipotesi su cui ragionare, ma in Inghilterra e in Spagna si gioca a 20, quindi non c’è una giusta ricetta. Per me non è la soluzione corretta, ma il calcio italiano merita più di 1,2 miliardi di euro per i diritti tv, almeno il doppio. Se aumentano le risorse, gestendo il tutto in modo differente, allora ha più senso tenere il campionato a 20 squadre” ha concluso il presidente del Torino.