Dopo il primo confronto in Coppa Italia di mercoledì scorso, che ha visto i rossoneri vincere 3-0, Milan e Verona si ritrovano anche in campionato. L’allenatore ha presentato la partita in conferenza stampa
In Coppa Italia, Gennaro Gattuso non ha voluto badare al sottile. Pochissimo turnover, per assicurarsi il passaggio del turno a scapito proprio dell’Hellas Verona, che affronterà nuovamente domani. Stavolta al Bentegodi, nell’anticipo domenicale dell’ora di pranzo, con i gialloblu alla ricerca di punti salvezza. L’allenatore del Milan ha presentato la sfida in conferenza stampa.
"Prima di cominciare con le domande, vorrei fare gli auguri di buon compleanno a questa gloriosa società. Sono orgoglioso di farne ancora parte".
Oggi ricorrono dieci anni dalla vittoria della Coppa Intercontinentale col Boca.
“C’è molto orgoglio, mi considero fortunato ad aver vinto così tanto con questa maglia. La storia parla. A Milanello si sta con amore e professionalità e c’è tutto per fare bene, poi tocca a noi far rendere al meglio chi arriva”.
Il Bentegodi è un campo ostico.
“Sarà una partita totalmente diversa rispetto a mercoledì, in casa loro il pubblico spinge e si fa sentire. La nostra storia poi dice che è un campo maledetto e facciamo sempre difficoltà”.
Come valuta il rientro di Calhanoglu?
“Hakan ha una balistica importante, io ne ho visti tanti di calciatori in vita mia. Può darci un grande aiuto ma deve ancora migliorare dal punto di vista fisico. Quando calcia è impressionante”.
Che auguri fa al Milan del futuro?
“Deve esserci tranquillità, senza parlare di Donnarumma e UEFA: siamo una squadra competitiva che lotta per qualcosa di importante”.
Il Milan visto in Coppa Italia può battere il Verona domani?
“Stiamo facendo bene in fase di impostazione, sappiamo di dover lavorare sulla difesa e in generale da squadra. Serve più organizzazione nelle coperture. Giochiamo bene ma concediamo troppo campo agli avversari”.
Si aspettava di essere a questo punto?
“Sinceramente no, ma è importantissimo trovare un gruppo predisposto al dialogo, perché crea confronto e questo evita gli errori. Questo mi fa ben sperare per il futuro, mi stanno aiutando tutti, dalla dirigenza allo staff. Pensavo servisse più tempo, invece già ho trovato tutti a disposizione”.
Quale sarà la chiave per domani?
“Saranno le piccole cose, come lo scatto di Cutrone a fine partita o i recuperi di Suso. Abbiamo bisogno di queste cose, perché solo la tecnica non basta: dobbiamo avere fame e cattiveria, possiamo sbagliare ma poi dobbiamo essere subito pronti a recuperare il pallone”.
La dirigenza le sta mostrando un forte sostegno.
“Li ringrazio, perché non mi fanno mancare nulla. Quest’esperienza è faticosa, ma loro mi trasmettono serenità e sono tranquillo, ne servirebbe di più all’esterno ma a questo ci stanno pensando Fassone e Mirabelli”.
Com’è avvenuto il cambio di modulo?
“Ho scelto di tornare a quattro dopo Rijeka. Ho parlato con lo staff, ho rivisto i movimenti ed erano tutti sbagliati, non mi era piaciuto nulla con la linea a tre. Ho parlato con 4-5 giocatori nell’allenamento successivo del cambio”.
Si sta ritagliando un ruolo da guardiano della serenità.
“A me piace avere un rapporto diretto con i giocatori. Deve esserci quel rispetto che nasce dalla passione e dalla voglia di recuperare, aiutarsi a vicenda. Pretendo molto in campo ma poi non entro mai nel loro spogliatoio. Ho giocato per anni e spesso si dicono stronzate, quindi evito e nessuno del mio staff deve entrarci. Le scelte le faccio io, senza fare differenze. Tutto si basa sul lavoro”.
Quali sono le difficoltà da allenatore?
“Preparare tutti è difficile, poi all’allenamento mi diverto. Il lavoro più duro è parlare con tutti, preparare le partite contro allenatori molto più bravi di me, gestire un gruppo così numeroso. A livello extracampo so di essere protetto e questo è importante”.
Domani Cutrone giocherà con Kalinic?
“Vediamo, devo ancora fare diverse valutazioni. Ci sono dei giocatori che hanno speso tanto”.
Come si colloca Calhanoglu nel 4-3-3?
“Al Bayer Leverkusen giocava dappertutto: mezzala, esterno d’attacco, senza problemi. Per la tecnica che ha e la gamba che può avere, lo vedo in tutti i ruoli offensivi”.
Come giudica il momento stagionale di Rodriguez?
“Mi piace come sta giocando ma per come stiamo interpretando le partite preferisco che si mantenga basso. Col Bologna invece abbiamo attaccato con entrambi gli esterni”.
Trova migliorato Kessiè?
“Ditemelo voi. Guardate quanti scatti fa, quante volte va in area, quanti tagli compie. La finalizzazione va migliorato e lo faremo, ma metterei la firma per averlo così in tutte le partite”.
E Borini?
“Può fare tutti i ruoli perché ha il veleno in corpo. Se gli si dice di fare il portiere si mette i guanti e va in porta, perché non molla mai. Ci mette voglia e passione e in questo momento per tanti potrebbe essere una novità vederlo terzino, invece vi dico che può fare tutto”.
Bonaventura sta dando la svolta alla squadra.
“Fisico e testa vanno di pari passo, se una delle due non va ci si blocca. Ora tutta la squadra sta bene ed è normale che il singolo risalti. Voglio questo, non la ricerca della prestazione da parte del singolo”.
La squadra ora è più responsabilizzata?
“E’ un gruppo forte e tenace, Bonucci ad esempio è un martello e per questo ha vinto tanto. Gli altri vengono trascinati da questo spirito, e man mano ci stiamo convincendo di non mollare, di allenarci di più, di fermarci di più a Milanello per migliorare.E’ un segnale importante di condivisione, questa squadra è forte: ha qualità tecnica, umana e dobbiamo battere su questi aspetti”.