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La Juve di ferro parla francese: con Benatia e Matuidi c'è un nuovo equilibrio

Serie A

Francesco Giambertone

Blaise Matuidi, arrivato in estate dal Psg, e Mehdi Benatia, alla Juve dal 2016 (Foto Getty)

Dopo un avvio di campionato con troppi gol subiti, la Juventus nelle ultime 5 gare giocate (Europa compresa) ha tenuto la porta chiusa: merito anche del difensore ex Bayern, che sembra diventato per la prima volta un titolare fisso per Allegri, e del centrocampista tuttofare

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La Juventus si presenta al Dall'Ara con un record che fa ben sperare per la sua stagione: non prende gol da quasi un mese, 5 partite consecutive comprese le sfide con Barcellona, Napoli e Inter. I clean sheet messi in fila da Buffon e Szczesny non avrebbero fatto notizia l'anno scorso o due stagioni fa, quando la Juve di Allegri (e di Bonucci) riuscì a giocare 10 gare di campionato in serie senza prenderne nemmeno uno, da gennaio a marzo. Quest'anno invece è una rarità. Nelle prime 13 giornate di Serie A i bianconeri avevano subito più di un gol a partita (14), incassandone almeno uno anche da Benevento, Spal e Udinese. Ora la rotta sembra essersi invertita e la Juve, pur senza comandare, viaggia solida come prima. E il merito è anche di due nuovi punti fermi che a inizio stagione partivano in seconda fila: Mehdi Benatia e Blaise Matuidi.

Il nuovo Benatia: così si è preso il posto

Il difensore marocchino, riscattato per 17 milioni la scorsa primavera dal Bayern dopo un anno di prestito a Torino in cui non aveva impressionato (giocando il 34% dei minuti disponibili in Serie A), nell'ultimo mese ha cambiato passo. Non era in campo nel ko della Juve a Marassi, coinciso con gli ultimi 3 gol subiti dalla squadra. È stato rispolverato il mercoledì successivo, contro il Barça a Torino. Utilizzato nella difesa a 3 con Chiellini e Rugani si è fatto trovare pronto: 0 gol subiti contro Suarez e compagni. Da lì Mehdi non è più uscito. Titolare contro Crotone, Napoli e Inter, a Bologna può eguagliare il proprio record bianconero di 4 presenze di fila in campionato. “Ha capito l'importanza che ha in questa squadra”, lo ha incoronato Andrea Barzagli ai microfoni di Sky: “Andando via Bonucci, ci voleva un altro che fosse del suo stesso livello. E lui lo è, gli serviva solo un po' di sicurezza per dimostrare chi è”. La sicurezza a Benatia non è mancata davanti a Mertens e a Icardi, arginati con l'aiuto di Chiellini con cui ora forma una cerniera anti-bomber: Allegri è finalmente soddisfatto della sua difesa.

L'equilibrista Matuidi nella Juve che cambia

Ma nella nuova Juve – ancora in via di definizione, perché un posto a Dybala a un certo punto bisognerà ritrovarlo – c'è un altro recente insostituibile. Parla francese come Benatia e ha un compito diverso: ridare equilibrio a un reparto che l'aveva perso. Blaise Matuidi ci sta riuscendo: nella sconfitta di Marassi aveva giocato solo gli ultimi 10 minuti, quando la Juve per poco non pareggiava una partita già persa (da 3-0 finì 3-2, con due gol nel recupero). Allegri ha capito di non poter fare a meno della sua abilità in entrambe le fasi e – complice il momento non brillantissimo di Pjanic e Khedira – lo ha trasformato in un titolare. Non importa dove lo metta: largo a sinistra come a Napoli, mezz'ala in un centrocampo a tre, mediano in coppia dietro a tre mezze punte. Matuidi c'è sempre, a coprire quando serve, a spingere quando si può. Reina gli ha negato il gol a Napoli, nella partita che ha confermato ad Allegri che la Juve può giocare col tridente. A patto di avere in campo uno come Blaise, due grandi polmoni e un enorme cervello.