Nel post-partita a San Siro lungo confronto tra l'allenatore e la dirigenza rossonera. Gattuso: "Non siamo una squadra, nei momenti di difficoltà non riusciamo a reagire. Dimissioni? Se pensassi che il problema sono io, se vedessi che i giocatori non mi seguono...". Mirabelli: "Progetto lungo, dobbiamo restare uniti"
Non conosce fine il momento negativo del Milan. I rossoneri incappano in un'altra sconfitta, la seconda consecutiva dopo quella rimediata a Verona. A San Siro passano i ragazzi di Gasperini, con i gol di Cristante e Ilicic, la squadra di Gattuso esce tra i fischi. Al termine del match c'è stato un lungo confronto tra Gattuso, l'ad Fassone e il ds Mirabelli, al quale era presente anche l'executive director David Han Li.
Gattuso: "Non sono io il problema"
Così Gattuso nel post partita, dopo la sconfitta con l'Atalanta "Stiamo sempre a cercare di spiegare perchè gli episodi ci condannano, ma questi episodi sfavorevoli ce li andiamo a cercare commettendo degli errori. Quando dico che non siamo una squadra lo tocco con mano: nei momenti di difficoltà non riusciamo a reagire, è un dato di fatto". E ancora: "Dimissioni? Se pensassi che il problema sono io, se vedessi che i giocatori non mi seguono. Ci mancamo fame, malizia, cattiveria". Continua Gattuso: "Tante cose sono funzionate, all'inizio la partita e' stata interpretata bene. Ma siamo andati in svantaggio e il campo è diventato in salita. Nella ripresa ci abbiamo provato, ma non e' bastato". Summit nel post partita con la dirigenza rossonera: "E' una situazione complicata - dice Gattuso - c'e' la contestazione dei tifosi non si può pensare di continuare la stagione in questo modo. Ma non vedo gente che non si impegna: vedo gente che fa una fatica pazzesca, ma e' evidente che siamo una squadra fragile". Sul suo ruolo: "Io oggi sono l'allenatore del Milan, ma sono l'ultimo dei problemi: il problema non e' solo la condizione, ma c'e' anche la componente mentale. Quello che stiamo facendo non basta, dobbiamo diventare squadra e per farlo dobbiamo commettere meno errori, perche' ne facciamo tanti. Bisogna anche smetterla di fare paragoni con il passato, non ci stanno, c'erano giocatori diversi, una societa' diversa. Ora dobbiamo pensare al presente, un presente pieno di difficoltà dalle quali dobbiamo cercare di uscire tutti assieme".
"Merito i vaff... più dei giocatori"
Così Gattuso in conferenza stampa, visibilmente amareggiato: "A chi ci vede diamo la sensazione di essere una banda, ci mancano solo gli strumenti musicali. Tutto questo in allenamento non lo vedo, altrimenti sarei già andato a casa. I vaffa... li merito piu' io che i giocatori, sono il capitano della barca, faccio io le scelte, senza pressioni. Io non daro' mai le dimissioni, sono a disposizione della societa'. Solo due situazioni non devono succedere: che i giocatori facciano il contrario di quello che dico, e non voglio essere un peso".
Mirabelli: "Responsabilità mia, chiediamo scusa"
Queste le parole del ds Mirabelli su Sky Sport: "Oggi non pensiamo a gennaio per il mercato, vorremmo arrivare a gennaio con qualche vittoria. Abbiamo già chiesto scusa ai tifosi domenica scorsa, lo facciamo ancora. Sapevamo che questo progetto era lungo e tortuoso, forse ci aspettavamo qualche difficoltà in meno. C'è da dire che non abbiamo il tempo di stare a demoralizzarci e darci scuse. C'è il derby di Coppa Italia e dobbiamo affrontarlo con massima dignità". Un pensiero su Gattuso: "Rino è un grande uomo, un grande tecnico. Sapevamo di dover affrontare delle grandi problematiche. Lo vedevamo stanco, ma lui lavora sempre. Vive il Milan in maniera importante. Tiene tantissimo alla squadra, ha delle idee da allenatore davvero importanti. In questo momento è difficile dirlo ma dobbiamo essere uomini. Quando le cose vanno bene è tutto bello, è facile lavorare e fare le cose. In questi momenti molto difficili dobbiamo restare uniti per portare la barca in porto. Dobbiamo avere tutte le critiche possibili ed immaginabili. Ci serve una corazza molto forte per respingerle".
Mirabelli: "Sappiamo quali sono i problemi"
Continua Mirabelli: "E' giusto che io sia protettivo, sono il responsabile, degli acquisti, dei rinnovi, dei riconfermati. La responsabilità maggiore la sento mia, le critiche devono essere rivolte a me. Sono orgoglioso di tutti questi giocatori che sono professionisti esemplari, si allenano in maniera importante solo che per svariati motivi non riusciamo ad essere una squadra. Abbiamo tutti quanti ben chiaro qual è il nostro problema. Sto volentieri sotto i riflettori a prendermele tutte io, l'importante è che lascino stare la squadra". Conclude il ds, sui problemi della squadra: "Ci sono delle difficoltà e ci dispiace. Più del dispiacere delle partite perse e per via dei tifosi che ci sostengono in modo importante. Dobbiamo riconquistare la gente e far ricredere chi dice che questa non è una squadra da Milan".