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Napoli, De Laurentiis: "Ancelotti non è qui in pensione. Scudetto? Nel calcio tutto è possibile"

Serie A

Il presidente azzurro ha parlato a margine dell’elezione di Gravina come nuovo numero uno della FIGC. Tanti gli argomenti toccati, il rapporto con Ancelotti su tutti: “Qualcuno pensava che fosse venuto qui in pensione. Fra di noi amore a prima vista. Scudetto? Nel calcio mai dire mai”. Poi la sfida al Psg: “Abbraccerò Cavani” e una nuova stoccata a Sarri: “Non guardo più le sue partite. Giocava per se stesso…”

ANCELOTTI: “A NAPOLI STO DA DIO”

SARRI: “AMO ANCORA NAPOLI”
 

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Era presente anche lui all’elezione di Gravina come nuovo Presidente della FIGC. Il calcio italiano ha bisogno di ripartire e cercherà di farlo con un nuovo condottiero. Come ha fatto il Napoli, che però doveva solo riconfermarsi. Dalla separazione con Sarri all’arrivo di Carlo Ancelotti. Protagonista in entrambe le occasioni sempre Aurelio De Laurentiis, che adesso si gode la sua creatura. Secondo posto in classifica a soli quattro punti da una Juventus ancora mai uscita sconfitta, il 3-0 sul campo dell’Udinese ancora fresco nella mente e una rosa sfruttata in tutto il suo potenziale. Artefice di tutto proprio la persona che lui ha scelto per ricominciare una nuova ed entusiasmante cavalcata, quel Carlo Ancelotti che vede passare gli anni ma non il gusto di vincere e sorprendere.

“Dicevano che Ancelotti fosse venuto a Napoli in pensione”

“Io l’ho voluto fortemente qui a Napoli – ha spiegato il presidente azzurro in merito al suo allenatore ai microfoni dei giornalisti presenti – qualcuno aveva interpretato male il suo arrivo, tanto da insinuare che fosse venuto da noi in pensione. Ad un tecnico che ha vinto ovunque, comprese tre Champions, non si può rimproverare una cosa simile all’età di 59 anni. In pensione non ci andrebbe mai, nemmeno a 70. Tra di noi c’è stata fin da subito una certa simpatia. Una chiarezza e un’energia positiva che ci ha spinto a firmare il contratto nel giro di cinque minuti. Non ci sono stati dubbi da entrambi le parti, si è trattato di una sorta di fiducia bilaterale. Con lui andremo avanti a lungo, gli avevo dato nove/dieci partite per ambientarsi, ma mi sembra che ne abbia sbagliate decisamente di meno rispetto a quelle che avevo intenzione di concedergli. Quando si prende in mano una squadra nuova, è chiaro che serve del tempo per conoscere i giocatori e trovare il modulo migliore. Quel tempo che spesso i tifosi non vogliono aspettare”. Adesso la piazza non può non sognare. Al San Paolo i cori sono gli stessi dell’anno scorso e il popolo azzurro continua ad avere un sogno nel cuore: “Lo Scudetto? Nel calcio tutto è possibile – sostiene De Laurentiis – basta qualche passo falso della Juventus e noi siamo lì. Abbiamo avuto un calendario impegnativo all’inizio ma ci siamo comportati bene. In Champions dobbiamo fare i conti con un girone infernale, serviranno capacità e fortuna per proseguire nella competizione”.

“Abbraccerò Cavani. E su Sarri…”

Serviranno anche dei punti a Parigi possibilmente. Il Psg è un avversario duro, anche perché davanti presenta quel Cavani che De Laurentiis ha lanciato nel grande calcio: “Sicuramente fra di noi ci sarà un abbraccio caloroso - ha sottolineato – è stata una mia intuizione, perché lo strappai al Palermo e lo trasformai da seconda a prima punta. Da lui in poi abbiamo fatto fare più di 30 gol a tutti gli attaccanti che abbiamo avuto, come dimostrano i casi di Higuain e Mertens. Con il Psg bisognerà giocare a scacchi, pensare, meditare e fare delle mosse appropriate”. Nel girone del Napoli c’è anche il Liverpool, una delle antagoniste principali del Chelsea di Sarri in Premier: “Ma non lo guardo più – ammette il Presidente azzurro – Maurizio è un grande allenatore, gli auguro di fare strada in Inghilterra. Al Napoli ha dato ciò che poteva. Non ha vinto nulla, è stato un peccato”. Poi la stoccata finale: “Nella vita credo che ci sia chi gioca per sé stesso e chi per la funzione per la quale è stato ingaggiato. Con questa frase credo di aver detto tutto”. Di qui un esempio per spiegare la differenza con Ancelotti, che per il momento sta facendo giocare tutta la rosa a disposizione: “L’assenza di Meret ha fatto crescere l’autostima in Ospina e Karnezis. Prima, invece, c’era il primo portiere che le giocava tutte, il secondo nessuna e il terzo che distribuiva le carte. Ora ci ritroviamo con tre portieri veri, il che è una garanzia. In loro non ci deve essere la paura di non giocare, ma la felicità di essere tutti e tre funzionali al progetto Napoli. Troveranno spazio, perché Ancelotti ama il turnover”

Il rapporto con i tifosi: “Amo Napoli”

“Chiosa finale sul rapporto con i tifosi, non proprio al top negli ultimi mesi: “Ma non confondiamo alcune frange che albergano nelle curve con l’umore collettivo della città. Amo Napoli, è una città che adoro fin da quando avevo quattro anni”. Molto passerà però dal futuro previsto per il San Paolo, argomento da sempre delicato per De Laurentiis: “Ci metteremo seduti davanti ad un tavolo. Le pretese di qualcuno, però, non sono idonee con l'impianto nel quale io gioco. Se una cosa che vale X gliela vogliono far pagare 4-5 X , bisogna alzare uno scudo a protezione del club e quando io alzo uno scudo per il club lo faccio per i tifosi. Perché se io butto dei soldi per lo stadio poi devo privarmi di quei soldi per qualche altra cosa come un acquisto, le giovanili o il centro sportivo. Per gli ultimi due anni mi hanno chiesto un milione e 900mila euro l'anno d'affitto: a quel punto, vado a giocare all'Olimpico. La mia non è una provocazione: il CONI, che due anni fa fu interpellato dal Comune, allora aveva ritenuta giusta una richiesta di 550mila euro l'anno e lo stadio non era nelle condizioni attuali. Fate voi le differenze".