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Serie A, le migliori giocate della 17^ giornata

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Marco D'Ottavi

Il bel gol di Ramirez all'Empoli, la finta scivolata di Koulibaly, Perisic che torna a essere decisivo per l'Inter e altre grandi giocate dall'ultimo turno di campionato

GLI HIGHLIGHTS DELLA 17^ GIORNATA

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La prima di tre giornate ravvicinate e natalizie ci ha lasciato in dote qualche certezza, Juventus e Napoli continuano a vincere anche senza stra-vincere, e molti dubbi su chi davvero può essere la più adatta a trionfare nella goffa corsa verso il quarto posto, che vuol dire Champions. Anche in una giornata così-così non sono mancate le grandi giocate: Perisic ci ricorda la sua imprevedibilità, anche se poi viene ripreso da un guizzo di Pellissier; Koulibaly e Meret blindano il risultato per il Napoli, Suso ci sta sempre con la sua tecnica di strada, anche se il Milan rimane in difficoltà. Insomma godetevi le migliori giornate della diciassettesima giornata, che la prossima è dietro l’angolo.

La protezione della palla di Paulo Dybala

Qualche giorno fa Massimiliano Allegri ha detto che Dybala è un «tuttocampista», definizione ancora non inserita dall’Accademia della Crusca nel vocabolario italiano, ma il cui significato più profondo ci viene spiegato proprio dallo stesso calciatore argentino quando spunta in zone di campo sempre più diverse per rendere più fluida l’uscita in palleggio della sua squadra.

Dybala svolge questa funzione in maniera un po’ particolare: partendo da davanti, quando scende si trova spesso a ricevere spalle alla porta, per cui il lavoro che gli è richiesto è prima di tutto fisico e solo poi tecnico, come spiega bene questa giocata. Dybala riceve un passaggio di tacco da Mandzukic che ricicla di prima un passaggio sbagliato da Florenzi; il pallone arriva un po’ corto e permette al capitano della Roma di portare subito pressione su Dybala, che però - nonostante la zona di campo pericolosa dove la Juventus aveva già perso due palloni nei primi minuti di gioco - non pensa minimamente a liberarsi del pallone.

Con l’esterno destro lo difende da Florenzi, eludendo l’intervento con una giravolta intorno, usando il suo baricentro basso e le gambe forti come perno. Conclusa la prima piroetta, l’argentino subisce l’aggressione veemente di Zaniolo, che è circa il doppio, ma con lo stesso identico movimento, che sembra quello che succede al nastro quando lo passi tra il pollice e un lato della forbice, si libera anche di lui senza scomporsi, riuscendo anche a uscire dalla pressione di Schick, che nel tentativo di fermarlo commette fallo.

La grande parata di Alex Meret

Prima di ieri, Alex Meret aveva giocato con la maglietta del Napoli appena un’altra partita in campionato, la vittoria per 4-0 contro il Frosinone. Il giovane portiere friulano ha avuto un inizio di stagione tormentato dagli infortuni e sembrava potesse finire definitivamente nelle retrovie dopo la frattura al braccio sofferta questa estate, tanto che qualcuno aveva anche criticato il suo acquisto dopo la partenza di Pepe Reina. In Italia in pochi si fidano di un portiere di 21 anni, ma tra questi, per fortuna del Napoli, c’è anche Carlo Ancelotti.

Contro la SPAL, dopo una partita dominata in ogni aspetto del gioco, il Napoli, che non era però riuscito ad andare oltre l’1-0, si è ritrovato nei minuti finali a dover soffrire il ritorno della squadra di Leonardo Semplici. Meret, in questo contesto, è stato praticamente inoperoso fino ai minuti finali, dove ha prima neutralizzato un tiro molto potente, ma centrale, di Paloschi, e poi, poco prima del fischio finale, si è disteso in questo incredibile riflesso sul colpo di testa di Fares, in cui ha avuto anche la forza di respingere il pallone oltre la linea di porta. Quella di rimanere concentrato anche in partite in cui non c’è quasi nessuno stimolo è una delle abilità da cui si giudica un grande portiere, una tipo molto particolare di forza mentale che Meret ieri ha dimostrato di poter avere. Se la rincorsa utopica del Napoli alla Juventus porterà mai a dei frutti concreti, una parte del merito dovrà essere riconosciuto anche a lui.

Il velo di Perisic, il gol di Perisic

Dopo aver segnato il gol del momentaneo vantaggio, Ivan Perisic ha sfogato la sua frustrazione contro uno dei pali della porta del Chievo, colpendolo con un frontal kick di scuola marziale. Il croato sta vivendo un momento difficile, dopo un aver disputato un Mondiale eccezionale, e la sua posizione all’interno dell’Inter sembra essere in discussione.

Eppure tutta l’azione del gol dimostra come Perisic possa essere la soluzione tecnica per una squadra che in alcuni momenti sembra troppo prevedibile. L’azione parte da de Vrij che, lasciato libero di impostare dopo aver scartato diverse opzioni di passaggio - Joao Mario perché troppo vicino, Brozovic e Nainggolan perché pressati -, sceglie una traccia lunga per Perisic che gli sta venendo incontro. Il croato con un velo, tecnicamente una non-giocata, aggiunge l’imprevedibilità a una azione che altrimenti lo avrebbe costretto a tornare indietro.

Il suo velo non solo permette al pallone di salire, a Icardi di controllare e aprire sulla sinistra, ma mortifica così tanto il suo marcatore che finisce per non seguirlo nella successiva corsa verso l’interno dell’area, dove va a ricevere il passaggio di D’Ambrosio per l’uno a zero.

Suso con la suola sulla riga laterale

Se mettessimo in graduatoria i calciatori che più spesso sono finiti in questa rubrica, Suso occuperebbe senz’altro un posto d’onore. La sua tecnica sullo stretto, combinata alla dolcezza del suo sinistro, lo rendono una macchina da belle giocate, a volte inutili, come in questo caso.

Suso va in contrasto con un giocatore della Fiorentina, gli toglie palla, gli spazi sono strettissimi, e allora Suso entra nella modalità futsal. Col primo tocco di suola se la sposta vicino, il secondo invece è più deciso, imprime forza alle gambe e se ne va sulla linea laterale. Riesce a nascondere così bene il pallone al suo avversario che quello pensa sia uscito. Suso poi prova un filtrante per Higuain troppo complesso persino per il suo sinistro, semplicemente un’idea sbagliata.

La superiorità di Koulibaly

In qualche modo la CAF è riuscita a non inserire Koulibaly nella short list dei dieci tra cui scegliere il miglior calciatore africano dell’anno. Eppure la stagione del centrale del Napoli è stata eccezionale, catapultandolo con forza nel discorso intorno ai “migliori centrali del mondo”. Koulibaly unisce capacità di marcatura molto rare a una lucidità di lettura delle situazioni che lo rendono probabilmente il miglior centrale della Serie A in questo momento.

Qui ci sono tre piccole giocate, tre diverse cose che fa come se fossero semplicissime e che invece non lo sono affatto. Prima, pur partendo in ritardo anticipa Paloschi come se non ci fosse, poi dopo essersi allungato il pallone entra in scivolata per contenderlo ad Antenucci, ma quando capisce che il giocatore della SPAL sta cercando di non prendere il pallone, lui interrompe la sua scivolata e si rialza usando il ginocchio, una mossa più da break dance che da difensore centrale di 195 centimetri e 90 chili. Come se non bastasse, subito dopo perfeziona il controllo con due tocchi di suola e serve Hysaj facendo passare il pallone in uno spazio strettissimo (e quando il terzino sbaglierà il suo passaggio, Koulibaly recupererà di nuovo il pallone per partire da solo in progressione).

L’azione della Sampdoria, la conclusione di Ramirez

È sempre un po’ strano quando una bella azione corale si conclude con una grande giocata risolutiva. Viene da chiedersi se dopotutto non sia stato tempo sprecato, che come in questo caso sarebbe bastato far arrivare il pallone a Ramirez in qualche modo e poi ci avrebbe pensato lui a fare la magia.

Ma non è mai così, le giocate all’interno del campo sono interconnesse: una serie di 8 passaggi nella trequarti offensiva, che vedono Quagliarella abbassarsi per creare spazio alle sue spalle, Defrel entrare dentro il campo per offrire una linea di passaggio e Linetty tagliare dentro l’area per liberare lo spazio per Ramirez, sono tutte giocate propedeutiche alla bellissima giocata risolutiva del trequartista della Sampdoria.

Insomma premiamo la giocata di Ramirez, che salta due avversari in progressione e scaraventa un sinistro potentissimo sotto l’incrocio, ma non dimentichiamoci dei suoi compagni.