Ancelotti, quanti campioni allenati. Lui non sa scegliere, ma chi è il migliore?

Che dire invece di Didier Drogba? Un rapporto meraviglioso avuto con Mister Ancelotti in un anno intensissimo coronato con la vittoria della Premier League 2009/10 e un bottino personale di 32 partite e 29 gol -

Pippo Inzaghi, invece, Ancelotti lo ha voluto fortemente al Milan dopo averlo allenato alla Juve. E in rossonero, sotto la guida di Carletto SuperPippo ha vinto praticamente tutto segnando caterve di gol specialmente in Champions League -

Andriy Shevchenko, invece, Ancelotti se lo è trovato in eredità dopo Zaccheroni e il Capello "bis". Sheva, con il Milan di Ancelotti, ha vinto il Pallone d'Oro ed è diventato uno degli attaccanti più forti al mondo. Un rapporto non sempre idilliaco verso la fine ma comunque un sodalizio che ha fatto le fortune del Milan -

Qualche nome, tuttavia, Ancelotti lo ha fatto, ha parlato di portieri: Gigi Buffon giovanissimo è stato una soddisfazione vederlo crescere sin dai tempi del Parma -

Se Angelo Peruzzi è stato il suo portiere alla Juve, con Dida ha vinto una grande sfida rivitalizzando il portiere brasiliano e rendendolo, a tratti, il migliore almeno in Europa -

Con Cech vale lo stesso discorso fatto per Drogba, una stagione da incorniciare prima e un finale infelice dopo culminato con l'esonero al Chelsea -

Con Iker Casillas il rapporto è stato tra alti e bassi, infatti al portiere campione del mondo con la Spagna gli è stato molto spesso preferito Diego Lopez -

Da Buffon a Neuer come se si fosse chiuso un cerchio: da quello che sarebbe stato per anni il miglior portiere al mondo a quello che lo è stato (forse lo è ancora?) per lunghi tratti negli ultimi anni -

Beh certamente i portieri che Ancelotti ha allenato non possono essersi mai lamentati. Se Buffon è diventato Buffon, lo deve anche alla presenza di un campione come Thuram che a Parma ha mostrato all'Italia e all'Europa tutta la sua forza e il suo talento -

Al Milan, invece, c'era un certo Paolo Maldini a guardia della difesa. Carletto addirittura s'è ritrovato ad allenarlo dopo averci giocato insieme -

Alessandro Nesta è stato parte di quel dream team rossonero che in Europa ha meravigliato. Con lui Stam, lo stessi, Maldini oppure Cafù o Zambrotta rendevano la difesa del Milan praticamente impenetrabile -

John Terry è stato forse il difensore con la più grande personalità che ha allenato. Il Capitano del Chelsea, invulnerabile agli scandali e a un rigore sbagliato in una finale di Champions. Un "duro" ammorbidito e conquistato dalla dolcezza di Ancelotti -

Altro "tipetto" non facile da gestire, Sergio Ramos, che con la sua esuberanza ha messo in difficoltà diversi allenatori. Insieme hanno conquistato la "decima" -

In mezzo al campo Ancelotti ha preteso di avere sempre più qualità che quantità. A lui (insieme a Mazzone) si deve la trasformazione di Pirlo nel campione che è stato. Un'intuizione che ha permesso al giocatore di diventare uno dei centrocampisti migliori della storia e al Milan di vincere in Italia, in Europa e nel mondo -

E se al Milan Pirlo ha potuto godere di un certo grado di libertà e dall'esimersi da qualche compito difensivo, il merito va a Rino Gattuso, il motorino del centrocampo di Ancelotti, ora come ora avversario del Napoli alla guida del Milan -

Ancora diverso da Pirlo e Gattuso, Lampard, insieme a Terry e a Drogba, nel Chelsea di Ancelotti rappresentava parte imprescindibile di una spina dorsale solidissima. Assist, gol, quantità e qualità al servizio dei Blues -

Per non parlare di Michael Ballack che al Chelsea ha dato sfoggio di tutte le sue qualità in un campionato che richiedeva non solo forza fisica ma che abbinava anche la tecnica a un calcio inglese che stava cambiando -

Forse Luka Modric deve la sua maturazione anche agli insegnamenti di Ancelotti. Il croato è arrivato a vincere il Pallone d'Oro 2018 ma con il successo nella "decima" ha forse gettato le basi per il presente che sta vivendo -

E anche Blaise Matuidi deve molto a Carletto. Grazie a una stagione stratosferica nel PSG fu notato e acquistato dalla Juve di Allegri diventandone uno degli uomini cardine -

Ai tempi del Parma, per intenderci quando non volle più Zola, dicevano che a Carletto dessero "fastidio" troppi giocatori di fantasia. Un ripensamento successivo? Forse dopo aver avuto Zinedine Zidane alla Juve... -

Infatti, successivamente, Ancelotti riuscì a rivitalizzare un talento cristallino come Clarence Seedorf persosi nei meandri delle problematiche dell'Inter e diventato leader di un gruppo che al Milan si augurano di rivedere quanto prima -

Con Pastore, al PSG, alti e bassi. Responsabilità di un carattere, quello dell'argentino, troppo soggetto agli umori del momento e un fisico fragilino soggetto a tanti infortuni. Chiedere ai tifosi della Roma -

Tanto per restare in tema di fantasia: e Kakà? Arrivato come l'incognità e l'ilarità dovuta al suo soprannome (Kakà è diminutivo di Ricardo), ha impressionato sin da subito e Carlo Ancelotti non faticò a preferirlo, sin dal suo arrivo, a un mostro sacro come Rui Costa -

Con Titì Henry Carlo Ancelotti sbagliò tutto, per sua stessa ammissione. Pensava potesse fare l'esterno in un 3-5-2 ma non aveva capito che sarebbe stato più opportuno lasciare libero sfogo alla sua forza, alla sua velocità e alla sua capacità di vedere la porta. Qualità che poi vennero fuori all'Arsenal -

Errore mai più ripetuto in futuro quando poi ha dato libero sfogo alle caratteristiche dei giocatori di fantasia. Arjen Robben ne è stato simbolo durante la sua esperienza al Bayern anche se poi l'esperienza tedesca, dopo i successi del primo anno, si rivelò un boomerang lanciato proprio da chi, in qualche modo, dalla presenza dell'italiano aveva tratto beneficio -

Di Maria al PSG è stato uno degli uomini di Carletto: estro, forza, tiro dalla distanza, un giocatore completo che poteva agire da mezz'ala o da esterno, proprio come piace ad Ancelotti -

Di Bale cosa dire? La spina nel fianco delle difese avversarie nell'anno della "decima" conquistata da Carletto con il Real Madrid -

Con Del Piero, Ancelotti ha vissuto un rapporto molto particolare: lo ha difeso nei momenti bui (dopo l'infortunio al ginocchio), lo ha fatto giocare quando non riusciva più a fare gol e la critica si era fatta pressante. E ha avuto ragione perché il Capitano bianconero è tornato a essere decisivo e vincente per la sua squadra -

A Ronaldinho, Ancelotti ha perdonato più di una bravata o di un'uscita serale non autorizzata. In nome di un talento che al Milan ha dato gli ultimi lampi di una carriera luminosa -

Altro giocatore a cui è stato particolarmente affezionato. Carlo Ancelotti ha voluto Hernan Crespo al Parma e poi se lo è ritrovato al Milan. L'argentino ha sempre ripagato con la cosa che sapeva fare meglio: i gol -

Detto di Drogba o di Cristiano Ronaldo, all'estero Carletto ha allenato un certo Zlatan Ibrahimovic, l'uomo degli "scudetti" e con lui in squadra non poteva non vincere la Ligue 1 -

Ma quanti ne ha allenati? Anche Robert Lewandowski al Bayern. Destino che ora abbia un altro polacco al Napoli come Milik -

E la chiudiamo qui con una curiosità: Ancelotti ha allenato Antonio Conte. Conte come Ancelotti ha allenato la Juventus e il Chelsea. Nel recente passato si era parlato di Real Madrid per lui (ora c'è Zizou) e magari si parlerà anche di PSG o forse anche di Milan. Chissà se certe coincidenze poi siano solo coincidenze... -