All'allenatore consegnato il premio 'Etica nello Sport', all'Università Tor Vergata di Roma: "Cultura sportiva? All'estero sono più avanti di noi. I nostri stadi devono migliorare". Nel pomeriggio ha fatto visita anche all'Università Luiss: "Contatto con Nazionale un anno fa, ma volevo allenare tutti i giorni. Il giorno dopo ho incontrato i dirigenti del Napoli"
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Carlo Ancelotti ha ricevuto il "Premio Tor Vergata etica nello sport" all'Università di Roma. L'allenatore del Napoli ha spiegato agli studenti presenti quali sono i valori importanti nel mondo del calcio: "Anche se è sempre più difficile e complicato, voglio che il calcio resti quello del quale mi sono innamorato quando ho cominciato all’oratorio. Questo sport non deve essere inquinato, non bisogna allontanarsi da quelli che sono i valori, sia mentali che fisici, che lo contraddistinguono. Avevo portato mio figlio nelle giovanili del Milan, ma era evidente che, per le qualità che aveva, non poteva giocare lì. Lo sport però non ci insegna a competere con gli altri, ma anche con se stessi. Bisogna imparare a superare i propri limiti fisici e mentali. Non tutti nascono Messi o Ronaldo. Per me lo sport è una grande scuola di vita, questo premio mi motiva a continuare. Sono stato tanti anni all’estero, credo che altrove siano molto più avanti di noi nella cultura sportiva. In due anni in Inghilterra non ho mai ricevuto un insulto, qui invece ci insultiamo ancora". Ancelotti si è soffermato anche sul problema degli stadi in Italia: "Non voglio dire di sbloccare i cantieri perché farei politica, ma i nostri impianti devono migliorare, specie il San Paolo. Nonostante tutto i miei anni all’estero mi hanno fatto capire quanto è bella l’Italia". L'allenatore azzurro è convinto del progetto del club: "La società ha preso una squadra fallita e ora è stabilmente in Champions e non ha debiti. Stiamo attenti a non fare il passo più lungo della gamba. C’è la volontà di crescere, di vincere, ma stiamo anche attenti a rispettare le regole che ci impongono. Stiamo investendo nei giovani, come dimostrano Meret e Fabian Ruiz. Questo è il nostro piano per arrivare a vincere”. Una carriera in panchina iniziata a metà degli anni '90, che ha permesso ad Ancelotti di avere a disposizione una serie infinita di campioni: "Il migliore che ho allenato? Pensiamo solo ai portieri: ho avuto Peruzzi, Van Der Sar, poi Buffon, Dida, Abbiati, Cech, Sirigu, Casillas, Diego Lopez... Credetemi, è impossibile sceglierne uno solo. Se dicessi Ronaldo mi scorderei Ronaldo il brasiliano, Drogba, Inzaghi che con me ha fatto 300 gol, Sheva...". Nel pomeriggio Carlo Ancelotti ha fatto visita anche agli studenti dell'Università Luiss per l'evento "Luiss Talk Sport", altra occasione per parlare del momento della sua squadra: "Il Napoli è da anni ai vertici del calcio italiano e tra le prime squadre d’Europa. È una società molto vicina a raggiungere risultati sportivi importanti. Il Napoli altri risultati molto importanti li ha già raggiunti perché è una società sana, forte e in crescita, e se sono qui è perché condivido e accetto il progetto di De Laurentiis". Poi ha raccontato un retroscena sui contatti per diventare Commissario Tecnico dell'Italia: "Contatto con la Nazionale un anno fa, ma volevo allenare tutti i giorni. Il giorno dopo ho incontrato i dirigenti del Napoli".