Dopo il caso Icardi, risolto anche il "giallo" del gatto di San Siro, che esiste davvero, Luciano Spalletti ci aveva visto lungo in conferenza stampa qualche settimana fa. Lo abbiamo "sorpreso" in zona mista, sopra la testa del portiere atalantino Gollini, "felino" in campo su Maurito e Nainggolan. Su una cosa però l'allenatore dell'Inter si è sbagliato: non è un micino, ma è un bel gattone...
Altro che micino, è un bel gattone. Ma qui si fa presto a dare del "visionario" che, in verità, è un termine parecchio ambiguo: perché riconduce - letteralmente - a uno stato di allucinazione, alla sfera paranoica, è una figura che appartiene alla famiglia degli "incompresi"; ma se trasferito alla dimensione artistica ci guadagna in genialità e, nel caso di un allenatore, assume un'accezione filosofica, profetica, mitologica, legata all'idea totale del Calcio, riscrive i testi sacri della bibbia pallonara. Si è detto dei più grandi, da Herrera a Rinus Michels, a Sacchi; e Luciano Spalletti, a 60 anni, la metà dei quali spesi urbi et orbi a professare calciologia, oggi può certo essere considerato uno con l'occhio decisamente lungo: è stato lui a trasformare Totti da trequartista a centravanti puro, e se Francesco è il secondo marcatore di sempre nella storia della Serie A un po' del merito sarà stato anche del tecnico di Certaldo. Che ha, in effetti, il phisique du role della guida spirituale indiana, dell'asceta, quell'aria a metà tra il "sornione" e il divinatorio. Parla, si muove da "guru", è un "animale" da conferenze stampa (vedi l'ultimo show con Gasperini su Icardi). Famose - specialmente ai tempi della Roma - per la copiosità e la complessità delle sue analisi, discettazioni, pre...visioni.
Era un miao?
Come un paio di mesi fa, parlando di Martinez, al termine della vittoria contro la Sampdoria, quando la "bomba" Icardi era appena scoppiata ed era ormai chiaro che sul "Toro" - sostituto naturale di Maurito - sarebbe pesata la responsabilità futura dell'attacco nerazzurro. "Lautaro è un giocatore che ha carattere, con forza e personalità. Farà tante reti... ma che c'è, un gattino?". Sarà il tempo a stabilire se il numero 10 argentino confermerà o meno il vaticinio spallettiano (ma il gol nel derby è già storia); sul gatto, però, il mister c'ha preso in pieno, ora non ci sono più dubbi, non era la "visione" di un oracolo da strapazzo: quello che ha sentito era proprio un "miao-miao" autentico, ne abbiamo le prove.
Il "gatto di San Siro" è apparso in zona mista dopo Inter-Atalanta: un "omaggio" alla giornata felina del portiere Gollini? (foto Sky)
Mi è semblato di vedele un gatto
"Sì, è un gattino... ma dov'è nascosto? È rimasto imprigionato? Piange? Dite che ha rincorso un topo? Secondo me è da qualche parte... Guardiamoci". È stata una scena molto divertente. Era stata una settimana tiratissima e per un attimo nella press room tutta la tensione è svanita, Spalletti aveva tirato fuori il gatto dal cilindro. Ma il micio c'era sul serio, ci "abita" a San Siro, non è una leggenda. Su una cosa Spalletti si è sbagliato, come abbiamo potuto appurare con la nostra personalissima "Cat-Var": non è un micetto... ma un puma! Ieri, al termine dello 0-0 con l'Atalanta, che ha visto il portiere dei bergamaschi Gollini in giornata da felino, il nostro amico si è presentato in mix zone per congratularsi personalmente con il suo "collega", lo guardava dall'alto, durante le interviste, appollaiato in un angolo buio, sopra il pannello colorato che campeggia sul corridoio della zona mista. È rimasto lì un paio di minuti, poi è sgattaiolato via e onestamente non sapremmo battezzarne la "fede": se è tutto nero; se nero a macchie azzurre; nero con sfumature rossastre o addirittura nero con delle chiazze bianche...
"Il Gatto 2" e lo zampino... di Wanda
E se fosse una "spia" di Gatt..uso? E come la mettiamo con la questione dello stadio? Non vorrete sfrattare un povero gattino... Insomma, qui c'è materiale per un film, il remake de "Il Gatto", un vecchio noir all'italiana firmato da Luigi Comencini, nel 1977, con Mariangela Melato e il tifoso milanista Ugo Tognazzi nei panni di Ofelia e Amedeo. E un terzo incomodo, la bellissima Dalila Di Lazzaro, che interpretava il personaggio chiave, con un nome che è tutto un programma, figuriamoci se non ci metteva lo zampino: Wanda...