Le due proprietà straniere di Inter e Milan stanno lanciando un messaggio chiaro, assicurando continuità con l’obiettivo dichiarato di far tornare i due club di Milano alla dimensione internazionale a cui erano abituati. Tra investimenti fatti, spese e perdite per l’effetto Covid, ecco il derby in chiave economica, in vista di quello, sul campo, di sabato 17 ottobre
Due proprietà con il desiderio forte di rilanciare Milano, due club che vogliono ritrovare la loro dimensione internazionale e quella caratura a cui i tifosi di Inter e Milan erano abituati. Ecco un altro motivo per cui quello di sabato 17 ottobre (ore 18, in diretta su Sky) sarà un derby speciale.
Suning contro Elliott, con tutto ciò che le due proprietà straniere significano oggi per Milano e quello che hanno investito per riportare in alto i colori dei due club. Un “derby dei conti” che adesso è possibile fare anche con cifre più esatte, e non soltanto stime, visto che i bilanci stanno uscendo, permettendo di misurare con i numeri gli effetti del covid che hanno pesantemente condizionato l’ultimo trimestre.
Il derby degli investimenti
“Possiamo capire quanto è stato complesso fronteggiare le perdite e quale è stata la loro misura – ha detto Marco Bellinazzo intevenendo a Sky Sport 24 – ma anche quanti investimenti sono necessari: come hanno lavorato e come dovranno lavorare i due club. Sia Suning che il fondo Elliott hanno investito tanto tra l’acquisto delle società e i soldi che hanno immesso per rafforzare, nel caso dell’Inter, o rilanciare, nel caso del Milan, il progetto”. Dando un messaggio importante a una città che aspetta uno scudetto da quasi un decennio, cosa mai successa del Dopoguerra.
La centralità di Milano
Solo da luglio, per far fronte alle difficoltà del covid, sono 140 i milioni investiti da Elliott; 550 in tutto. Ben 720 quelli che Suning ha versato finora nel “progetto Inter”, con l’effetto di riportare i nerazzurri a competere seriamente per lo scudetto. È chiaro ormai che Milano abbia bisogno di proprietà straniere, che si tratti di un’apertura inevitabile per chi vuole tornare a contare anche in Europa. Anche perché, continua Bellinazzo, “tutto il calcio italiano ha bisogno che Milano torni centrale, e di quella forza propulsiva che Inter e Milan hanno sempre assicurato, per rilanciarsi”. Dall'altro lato bisogna fronteggiare anche le perdite: 195 milioni per il Milan, circa 150 per l'Inter, che vanno a sommarsi a quelle dell'ultimo triennio: 200 milioni per i nerazzurri, 467 per i rossoneri.
Costi e ricavi a confronto
In questo derby analizzato dal punto di vista economico è interessante infine andare a vedere come le due proprietà abbiano lavorato per far avvicinare i valori della colonnina rossa (i ricavi) e quelli della colonnina blu (i costi). Prima che la pandemia intervenisse azzerando in pratica i ricavi, l’Inter era riuscita ad aumentare di molto quelli ordinari (cioè quelli che non tengono conto delle plusvalenze di mercato: solo stadio, area commerciale e diritti tv), saliti a 366 milioni, con un grande avvicinamento alle cifre della Juventus (464 milioni di ricavi ordinari) e un buon margine sulle spese (280 milioni). Più indietro il Milan (215 milioni), con le sue perdite che nascono dallo squilibrio tra i ricavi e il costo della rosa (ingaggi e cartellini "spalmati" sui vari anni di contratto), di poco inferiore a quella dei nerazzurri (266 milioni). Per recuperare si passa anche dai risultati sul campo: e un derby può essere un buon passo per entrambe.