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Serie A, le migliori giocate della 21^ giornata

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Daniele Manusia

IPA/Fotogramma

La grande progressione di Theo Hernandez, il gol di Caputo, la doppia parata di Handanovic e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato

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La ventunesima giornata di campionato ha visto la Juventus battere la Roma, grazie alla incredibile capacità di fare gol di Cristiano Ronaldo; il Milan travolgere il Crotone con il gol 500 e 501 di Ibrahimovic; l’Inter trovare il coniglio dal cilindro di Barella e una grande prestazione di Handanovic. È stata una giornata positiva per le tre squadre in testa che sono riuscite ad allungare sulle inseguitrici, ma è stata anche una giornata piena di grandi giocate, il che è positivo per questa rubrica. Queste sono le migliori giocate di questa settimana.

 

La doppia parata di Handanovic 

Handanovic ha 36 anni ed è uno dei pochissimi giocatori a collegare il passato un po’ grigio dell’Inter pre-Suning all’attuale squadra in corsa per lo scudetto. Forse è per questo che in molti lo hanno da tempo messo in discussione, considerandolo non all’altezza del resto della rosa, anche se le sue prestazioni spesso sembrano dire il contrario. Il portiere sloveno non ha più l’esplosività fisica di qualche anno fa - e questo a volte lo porta a non reggere le esigenze di una squadra moderna, come abbiamo visto nella partita contro la Juventus in Coppa Italia in cui è uscito in ritardo mandando in tilt Bastoni su una palla lanciata in profondità e innescando quindi un effetto domino che ha portato la squadra di Pirlo a ribaltare il punteggio - ma quando si parla di riflessi tra i pali è ancora uno dei migliori del campionato. Contro la Fiorentina, in una partita in cui l’Inter come al solito ha camminato su un sottile equilibrio che la porta sempre a oscillare tra dominio dell’avversario e instabilità, Handanovic è stato decisivo nel tenere la sua squadra sui binari giusti. Prima deviando sulla traversa un tiro centrale ma potentissimo di Bonaventura, poi respingendo con i piedi un tiro radente di Biraghi mentre era in movimento per tornare in posizione e quindi fuori equilibrio. L’Inter è tutto fuorché una squadra impenetrabile - è solo quarta per Expected Goals subiti, con un valore più vicino all’Udinese quinto che al Napoli terzo. Se la squadra di Conte riesce quasi sempre a cadere in piedi deve ringraziare anche Samir Handanovic.

 

La grande azione del Sassuolo sul gol di Caputo

Che il calcio sia un gioco di squadra è una banalità solo apparentemente accettata da tutti, visto l’eterno dibattito su quanto pesi il gioco collettivo e quanto le individualità nei successi di una squadra. L’1-0 di Caputo contro lo Spezia non fa che rinfocolare questo dilemma, accelerando ulteriormente il pendolo tra queste due posizioni che sono opposte solo nelle nostre teste. L’azione comincia dai piedi da Ferrari, come spesso De Zerbi chiede, per attirare la pressione avversaria, che nel caso dello Spezia è sempre molto aggressiva. Il centrale di Parma porta palla fino a farsi arrivare l’uomo addosso per muovere le pedine di Italiano quando vede Djuricic liberarsi a centrocampo. Il trequartista serbo è spalle alla porta e pressato, e deve quindi inventarsi una specie di colpo di tacco alla cieca per riuscire ad arrivare a Caputo che assomiglia a un salto di danza classica. È difficile dire se Djuricic effettivamente tocchi la palla, ma il suo movimento è in qualche modo efficace per raggiungere la trequarti dove Obiang può attaccare la linea avversaria correndo in avanti. A quel punto, la difesa dello Spezia è troppo aperta per recuperare Caputo e a Obiang basta un tocco di prima in avanti per metterlo in porta. Di chi è il merito di questo gol? Dei movimenti in campo studiati da De Zerbi? O della traccia trovata da Ferrari? Senza la grande coordinazione di Djuricic i neroverdi sarebbero comunque arrivati in porta? Anche se non avremo mai una risposta netta, questo tipo di domande continueranno a tormentarci. 

 

La traversa di Singo

È difficile che accada durante una partita di calcio, ma ogni tanto arriva quel momento in cui invece che in Torino-Atalanta si viene improvvisamente teletrasportati in un video Tik-tok, o Vine, se siete nostalgici. Questo tiro di Singo sarebbe perfetto in un loop eterno di pochi secondi che ti tiene incollato allo schermo dello smartphone come se fosse ipnosi. Questo genere di tiri di solito viene eseguito da calciatori in erba che dedicano le giornate a perfezionare queste parabole, riprendendosi in maniera compulsiva per avere il frame adatto da mettere sui social. Singo invece lo esegue d’istinto, come una soluzione in un momento in cui il pallone gli stava attaccato al corpo e Gosens stava arrivando a toglierglielo a mille all’ora. Come faccia a dare forza al tiro di mezza punta esterna da fermo è un mistero, ma è proprio il mistero che premiamo in questa rubrica. Anche il fatto che la conclusione finisca per spolverare la traversa - come se fosse quello l’obiettivo - lo rende ancora più gradevole alla vista. 

 

Theo Hernandez dribbla tutti 

Theo Hernandez ormai lo conosciamo eppure ogni volta riesce a stupirci in una maniera nuova. La sua ambizione ciclopica fissa un’asticella sempre più alta del suo dominio tecnico e atletico nei confronti dell’avversario - un’asticella che considereremmo ridicola per qualsiasi altro giocatore e che invece con Theo Hernandez siamo costretti a vedere superata ogni volta, spesso con la bocca aperta. In questa azione all’inizio del primo tempo nella partita contro il Crotone, per dire, il terzino francese recupera palla nei pressi della sua area, sfiorando appena una palla troppo corta diretta a Ounas, facendogliela passare sopra la testa come se fosse un bambino troppo piccolo per arrivarci. Poi la solita settantina di metri fatta con la stessa strafottenza del motoscafo che taglia le onde con un rumorosissimo motore a benzina - solita, perché ormai questo tipo di azioni da Theo Hernandez ce le aspettiamo, le consideriamo quasi normali. Ma non c’è nulla di normale in un giocatore che porta palla da area a area, che letteralmente da solo crea un’occasione da gol partendo dalla sua difesa. È il sogno di chiunque abbia mai ambito giocare a calcio a questi livelli anche solo per un momento nella sua vita, ma reale.

 

Zirkzee si presenta

Joshua Zirkzee è arrivato a Parma all’improvviso, un tipo di acquisto difficile da definire: il calciatore olandese è una delle promesse del calcio mondiale, ma è ancora giovanissimo e ha giocato poco tra i professionisti. È difficile immaginare che questo tipo di giocatori possa finire in una squadra che lotta per non retrocedere, ma il mercato del Parma è stato difficile da definire. Zirkzee però ci ha messo pochissimo a dimostrare il suo talento. Su un pallone conteso usa il corpo per difendere il controllo facendosi rimbalzare addosso l’avversario - secondo Wikipedia è alto 193 centimetri e pesa 84 chili - per girarsi. Una volta puntata la porta, Zirkzee si allarga per evitare Tomiyasu. Quando il giapponese lo contrasta, lo salta con una sterzata verso l’interno obiettivamente umiliante per l’avversario. Anche il passaggio per Mihaila è di quelli coi giri giusti, anche se il compagno non è lucido nel trovare la porta. Insomma, appena arrivato Zirkzee ci ha dimostrato che è qui per farci divertire.