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Raspadori, Immobile e Belotti in gol: l'effetto Europeo sulla prima di Serie A

Serie A

Michele Mastrogiacomo

I tre attaccanti di Sassuolo, Lazio e Torino subito in gol nella prima giornata di campionato: è quello che si potrebbe chiamare effetto Europeo? Soprattutto per i numeri del laziale il gol all'esordio sembra scontato, ma a guardare bene le prestazione anche degli altri azzurri campioni d'Europa in campo ieri non sembra essere troppo una coincidenza fortuita

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L’onda lunga dell’Europeo irrompe anche sul campionato. Chiamatelo effetto Coppa oppure semplice casualità, ma fatto sta che alla prima giornata di Serie A ad andare in gol sono stati tutti gli attaccanti azzurri scesi in campo nelle gare del sabato. Raspadori, Immobile e Belotti, in rigoroso ordine cronologico, hanno timbrato il loro primo cartellino riportando per un attimo la mente a quel favoloso mese a cavallo tra l’11 giugno e l’11 luglio che ha regalato agli Azzurri un clamoroso riscatto a soli 3 anni dal Mondiale sfumato contro la Svezia.

La perla di Giacomo

Il gioiellino del Sassuolo, schierato da supporto esterno al titolare Caputo, ha sbloccato il risultato del Bentegodi portando in vantaggio i suoi grazie a un’azione personale degna del grande attaccante quale sta dimostrando di essere, scegliendo prima ottimamente il tempo di intervento sul pregevole assist di Djuricic e infilando poi con estrema freddezza Pandur in disperata uscita con un destro sul primo palo. Un gol non banale per fattura ma anche per statistica, che lo rende il terzo giocatore nato negli anni 2000 ad aver trovato il gol in Serie A in tre stagioni differenti, dopo Hamed Traore (in gol anche lui nella ripresa) e Moise Kean. 

Ciro e Gallo, ancora voi!

Decisamente più agevole, considerato pedigree ed esperienza, la rete di Ciro Immobile, arrivata su rigore agli sgoccioli di un primo tempo che ha visto la Lazio ribaltare l’iniziale vantaggio dell’Empoli di Andreazzoli: palla da una parte e Vicario dall’altra, per il sesto centro consecutivo del napoletano alla prima giornata di campionato (da quando è alla Lazio segna sempre all’esordio del campionato). Infine, l’acuto del gallo Belotti, partito dalla panchina a causa dei postumi di un trauma distorsivo alla caviglia destra, entrato nella ripresa col suo Toro sotto 1-0 e capace in pochi minuti di bucare Musso con un’azione tipica, tutta forza e grinta, culminata con un destro poderoso sotto la traversa, aiutato a dir la verità anche da una piccola deviazione di Mahele. Quasi una liberazione per l’attaccante granata, finito come praticamente in ogni estate nelle chiacchiere di mercato, che però non è valsa alcun punto per il suo Torino, battuto all’ultimo respiro dal gol di un ragazzo che gli Europei non li ha giocati ma che Mancini sicuramente terrà d’occhio, quel Piccoli rientrato a Bergamo, sul punto anche lui di partire, ma che ora Gasperini potrebbe trattenere in nerazzurro.

©Getty

Non solo Raspadori, Immobile e Belotti

E gli altri? In campo nelle partite del sabato, tra gli azzurri campioni d’Europa, c’erano anche Barella e Acerbi, probabilmente anche loro ancora galvanizzati dal trionfo di Wembley: per il nerazzurro un pregevole assist di tacco in occasione del gol del 3-0 di Vidal; per il biancoceleste l’intuizione decisiva nell’azione che ha portato al rigore di Immobile. Insomma, quando si dice che vincere aiuta a vincere. Spesso aiuta anche a segnare o a far segnare. Fossi Zanetti, allenatore del Venezia primo avversario del Napoli di Insigne, comincerei a preoccuparmi.