Cioffi dopo Udinese-Milan: "La società ha creduto in me, non me l'aspettavo"
udineseL'allenatore racconta la sua prima volta sulla panchina bianconera: "A tutto pensavo tranne che a una cosa del genere. Grazie alla società, ma soprattutto grazie ai ragazzi. Non mi hanno stupito, sentivo che avevano questo da dare e ho cercato di tirarglielo fuori. Merito anche del grande lavoro di Gotti in questi due anni e mezzo. Il mio futuro? Se avrò un'altra chance, me la giocherò"
Buona la prima per Gabriele Cioffi sulla panchina dell'Udinese. I bianconeri fermano infatti il Milan capolista, anche se rimane un po' di amaro in bocca per il pareggio raggiunto dai rossoneri nei minuti di recupero. Il nuovo allenatore guarda però il bicchiere mezzo pieno, nell'intervista post partita a Sky Sport: "L'aspetto positivo deve prevalere sempre e sono stato avvantaggiato da un lavoro importante fatto da Gotti in due anni e mezzo. Mi sento di ringraziare lo staff, e lo avrei fatto comunque, perchè in questi giorni mi sono stati vicino e mi hanno dato tranquillità. Ovviamente ringrazio la società, che a sorpresa ha creduto in me. Per me è stata una cosa inaspettata, a tutto pensavo tranne che a una cosa del genere. Di me in questa squadra c'è il cuore, la volontà, il desiderio di non mollare mai. Però il grazie vero va detto ai ragazzi. Ho chiesto loro di essere coraggiosi, negli atteggiamenti, nelle corse e l'hanno fatto. Ma non mi hanno stupito, sentivo che avevano questo da dare e ho cercato di tirarglielo fuori. Parto però da delle basi solide".
"Se avrò un'altra chance me la giocherò"
Cioffi ha proseguito, parlando di Beto, autore del gol del vantaggio: "Beto è un grande attaccante, come un altro a fianco a lui era Deulofeu. Ma come anche quelli che avevo in panchina. Beto ha un grande potenziale, ma per raggiungere una salvezza tranquilla e giocare con più serenità non abbiamo bisogno di grandi giocatori, ma di una grande squadra". L'allenatore dell'Udinese ha infine parlando della sua carriera, passata anche per le serie minori all'estero, prima di arrivare sulla panchina bianconera: "La gavetta in giro per il mondo mi ha insegnato che l'Italia è il miglior paese del mondo. Quando sono partito ero polemico verso il mio paese, ma con tutti i problemi che abbiamo rimane un paradiso. Calcisticamente ho imparato che la cultura va rispettata. Alla base ci vogliono le competenze, ma se tu riesci a entrare nel cervello e nel cuore dei giocatori, si può stupire. Detto questo, se avrò un'altra chance me la giocherò, cercando di dare quello che sono alla squadra".