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Milan-Atalanta, Pioli: Ora tutto dipende da noi. Ultima di Ibra a San Siro? Spero di no"

MILAN

L'allenatore rossonero ha presentato la sfida di domenica a San Siro: "Un match da dentro o fuori. Contro l'Atalanta dovremo giocare il miglior calcio possibile e non pensare ad altre cose o ad altre partite, ma solo a vincere". Poi su Ibra: "Se sarà la sua 'Last dance' a San Siro? Spero di no, Zlatan è un campione con la 'c' maiuscola"

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Alla vigilia del match contro l'Atalanta, valevole per la 37^ e penultima giornata di Serie A, l'allenatore del Milan, Stefano Pioli, ha parlato in conferenza stampa presentando l'importante sfida di San Siro che avrà un peso specifico altissimo in chiave scudetto.

Facendo un paragone con il percorso della Nazionale all'Europeo, si può dire che la partita di Verona sia stata come il quarto di finale col Belgio e che domani sia la semifinale con la Spagna?

"Sì, sono partite da dentro o fuori con tanta importanza e peso specifico sulla classifica. Abbiamo superato delle tappe difficili, domani sarà uguale. L'Atalanta in trasferta dopo di noi è la più forte. Dovremo giocare il miglior calcio possibile".

 

Un commento sul calore del pubblico e come stai vivendo questa vigilia? 

"Avere uno stadio tutto rossonero non può che darci ancor più carica ed energia. Quello che mi interessa poi è aver visto una squadra attenta e serena. Abbiamo cercato di preparare la partita nel miglior modo possibile". 

 

Le partite contro l'Atalanta non sono mai banali, se si pensa al 5-0 del 2019: domani può essere la chiusura di un cerchio perfetto?

"Sono convinto che quella sconfitta umiliante ci abbia aiutato a capire tante cose e a ripartire. Domani comunque non si chiuderanno cerchi: dopo l'Atalanta ci sarà l'ultima giornata a Sassuolo". 

 

Dal punto di vista della testa siete più tranquilli dopo questo filotto di vittorie consecutive?

"Affronteremo la partita con la consapevolezza del momento e delle nostre caratteristiche. Siamo stati bravissimi fino a oggi. Da qui alla fine dovremo essere ancora più bravi".

 

Se il Milan vince e l'Inter perde è scudetto. Come fa a frenare le emozioni e a non pensare ad altro?

"Non si può. Si deve pensare solo alla partita. Quello che succederà dopo dipenderà solo dall'esito della partita. La nostra forza è sapere che solo noi possiamo determinare il risultato". 

 

Cosa hai percepito dentro lo spogliatoio in questi giorni? Hai detto qualcosa di particolare, tu e i leader della squadra?

"Ho percepito solamente una piccola percentuale di attenzione in più, che è una cosa positiva. Poi ho percepito la stessa voglia di stare insieme, di divertirsi e di preparare bene la partita. Non c'è stato bisogno di discorsi particolari fino a oggi. Domani vedremo...".

 

Come ti senti e come pensi possano sentirsi i giocatori che come te inseguono il primo titolo?

"Io sono concentrato e motivato. Gli altri la pensano come me". 

 

Sarà 'The Last Dance' di Ibra a San Siro?

"Mi auguro di no. Zlatan è un campione con la 'c' maiuscola, non solo in campo. Ho una stima nei suoi confronti che è smisurata".

 

Se lo ricorda lo striscione della curva dopo il 5-0 subito contro l'Atalanta? Su Rebic cosa ci dici?

"Lo striscione me lo ricordo bene. Lì capii quanto erano vicini a noi i nostri tifosi. Lo misero durante il riscaldamento, poi quando iniziò la partita ci sostennero. L'ambiente ha capito che una squadra può sbagliare una partita, ma poi, se è una squadra, può raggiungere obiettivi importanti. Rebic sta benissimo: è un giocatore importante per noi". 

 

C'è una spiegazione per la quale il Milan più recente ha sempre vinto e convinto a Bergamo e non è riuscito mai a farlo in casa?

"Difficile rispondere a questa domanda, perché loro giocano sempre allo stesso modo, così come noi. Il calcio a volte è molto strano. Basti vedere ai loro risultati di quest'anno: sono secondi per i risultati in trasferta e in casa hanno perso tanti punti". 

 

C'è un momento in questi due anni che ha particolarmente nel cuore?

"Credo che i nostri tifosi siano veramente unici. Ma quando non potevano venire allo stadio e venivano in cinquemila ad accoglierci alla partenza prima di partite importanti sono stati davvero pazzeschi. Domani dobbiamo essere un tutt'uno e stimolarci a vicenda".