L'ex procuratore degli arbitri D'Onofrio condannato a 5 anni e 8 mesi per droga

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L’ex capo della procura arbitrale dell’Aia condannato a 5 anni e 8 mesi di carcere nell'ambito di un indagine su un maxi traffico internazionale di droga. Era già stato arrestato in flagranza nel maggio 2020

Rosario D'Onofrio, ex procuratore capo dell'Aia, l'associazione italiana arbitri, è stato condannato a Milano a 5 anni e 8 mesi nell'ambito dell'indagine su un presunto maxi traffico internazionale di droga. Indagine che aveva portato, nel 2022, a una raffica di arresti. Per D'Onofrio, a cui sono state concesse le attenuanti, in quanto con le sue dichiarazione ha fornito elementi utili all'inchiesta, la pena finale, a causa della continuazione con una precedente condanna sempre per droga, è salita a 7 anni e 8 mesi. Nell'inchiesta, condotta dal Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, erano state emesse misure cautelari, firmate dal gip Massimo Baraldo, per 42 persone in totale. L'ex ufficiale dell'esercito era già stato arrestato in flagranza nel maggio 2020 per aver trasportato 44 chili di marijuana e poi condannato a 2 anni e 8 mesi. Secondo la ricostruzione, riportata nel provvedimento del gip eseguito nel novembre 2022, D'Onofrio, durante il periodo del lockdown di 4 anni fa, avrebbe anche indossato la divisa per circolare senza problemi con la droga o gli incassi dello spaccio a cittadini cinesi, affinché li trasferissero illegalmente in Spagna. D'Onofrio quando fu nuovamente arrestato, era ancora procuratore dell'Aia (aveva partecipato alle riunioni con i permessi dei giudici, quando era ai domiciliari dopo il primo arresto), aveva scatenato molte polemiche all'epoca. E la stessa Dda milanese aveva trasmesso gli atti alla Figc.