Morata è l’attaccante giusto per il Milan di Fonseca?

“Puoi sbagliare la moglie, ma non l’attaccante”, diceva Pantaleo Corvino. Vale più di ogni possibile spiegazione tecnica o tattica di quanto sia importante puntare sull’attaccante giusto. E, non a caso, durante ogni sessione di calciomercato quelle per gli attaccanti ‘giusti’ sono sempre le trattative più delicate. Lo sa bene Paulo Fonseca, che – appena arrivato al Milan – ha subito dovuto individuare il un nuovo attaccante su cui puntare. La scelta è anduta su Alvaro Morata, vecchio pallino , arrivato dall’Atletico Madrid per circa 12 milioni di euro. Ma lo spagnolo è l’attaccante giusto per il calcio di Fonseca? Nelle ultime due stagioni l’allenatore portoghese ha allenato il Lille, in Ligue 1, e il suo attaccante titolare era Jonathan David. Prima ancora, quando era alla Roma, il numero 9 di Fonseca è stato Edin Dzeko. Per provare a rispondere alla nostra domanda è utile confrontare statistiche e caratteristiche dell’ex Atletico con quelle del canadese e del bosniaco. Il calcio di Fonseca Prima, però, un accenno al calcio che piace a Paulo Fonseca e cosa vuole dal suo attaccante. “Non mi piace vincere e basta. Mi piace vincere giocando un bel calcio, dominando il gioco”, è sempre stato il manifesto calcistico del portoghese -. La filosofia di base è mantenere alta la squadra, ma anche molto compatta. Voglio che la distanza tra il mio ultimo difensore e il mio attaccante più lontano sia breve e lo stesso vale per la distanza da un'ala all'altra. Alti e stretti, creando molta densità. Così gli avversari avranno più difficoltà a superarci”. Questi sono i concetti chiave spiegati dallo stesso Fonseca. L’attaccante deve quindi venire molto spesso dentro al campo, scambiare con i compagni e non aspettare in area il pallone. Per realizzare la sua idea di calcio, il portoghse chiede al centravanti di partecipare alla costruzione di gioco e alla manovra offensiva in maniera attiva. I dati a confronto Dalle parole ai fatti. Analizzando le statistiche e le heatmap di Jonathan David, attaccante di Fonseca nelle ultime due stagioni, emerge proprio quanto detto finora. Fonseca chiede al proprio bomber di svariare su tutto il fronte offensivo per non dare punti di riferimento alla difesa avversaria e aiutare la costruzione della manovra. Rispetto a David, Dzeko – nei due anni alla Roma con il portoghese – ha giocato in una posizione più centrale e statica, senza però far mai mancare il suo apporto alla costruzione di gioco. Analizzando invece le heatmap di Morata negli ultimi due anni all’Atletico, lo spagnolo apparentemente sembra l’attaccante meno mobile dei tre. Ma su questo dato incide lo stile di gioco del Cholo Simeone, che – a differenza di Fonseca – ama un calcio più di rimessa e vuole un punto di riferimento offensivo più statico. Confrontando gli ultimi due anni di Morata all’Atletico Madrid con le due stagioni di David e Dzeko con Fonseca emerge infatti in maniera evidente come lo spagnolo abbia partecipato molto meno alla manovra offensiva della propria squadra. Negli ultimi due anni Morata ha toccato 1449 volte il pallone, David 2384 e Dzeko 2116. Con Simeone Morata è stato chiamato a giocare molto dentro l’area avversaria e – non a caso – in due anni ha effettuato solo 16 tiri dalla distanza . Ha partecipato molto meno alla manovra: nell’ultima porzione di campo per lui “solo” 321 passaggi contro i 665 di David e i 629 di Dzeko. Il dato, però, cambia in maniera considerevole se si considerano invece i passaggi effettuati per ogni cento palloni toccati. Nell’ultimo terzo di campo, Morata ne ha effettuati 22,15 per ogni 100 palloni toccati, David 27,89 e Dzeko 29,73. Traduzione: Morata è un attaccante bravissimo a giocare con la squadra, ma negli ultimi due anni si è espresso in un sistema che gli chiedeva altro. Ed è riuscito ad adattarsi alla grande. Nell’ultimo Europeo, Morata ha mostrato le sue caratteristiche di attaccante ’di manovra’. Nelle sette partite giocate, infatti, il capitano della Spagna ha segnato una sola rete ma il suo contributo è andato ben oltre: 105 passaggi, di cui 78 a buon fine . Per fare un paragone, molto meglio di Harry Kane, l’altro centravanti arrivato fino alla finale di Berlino. Un altro dato su Morata: la capacità di duettare nello stretto coi compagni, evidenziata dal suo dato complessivo e percentuale di passaggi corti e a medio raggio. Un'altra statistica positiva, che farà piacere a Fonseca, è il numero di sponde effettuate da Morata all’Europeo: 29 su 29. Una caratteristica che l’allenatore portoghese richiede ai suoi attaccanti. Negli ultimi due anni, David ne ha effettuate 98, Dzeko ai tempi della Roma ben 127. Morata, invece, nelle due stagioni all’Atletico solo 60, ma la distanza si riduce se si confronta il dato con il numero palloni toccati. Per ogni centro palloni toccati, Dzeko ha effettuato 6,24 sponde, David 4,11 e Morata 4,14. E lo stesso discorso vale per i dribbling effettuati: per ogni centro palloni toccati 6,24 dribbling per Dzeko, 4,99 per David e 5,18 per Morata. La fisicità di Morata è una caratteristica in più di cui potrà beneficiare Fonseca, rispetto a quanto gli ha dato David negli ultimi due anni al Lille. Un po’ come succedeva a Roma con Dzeko . In conclusione, i numeri ci dicono che Fonseca non è un allenatore integralista, ma che – pur credendo nelle sue idee – adatta il suo calcio alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Non c’è dubbio, quindi, sul fatto che il portoghese cercherà di creare un sistema di gioco che possa mettere Morata nelle condizioni migliori. A sua volta, i dati mostrano anche come lo spagnolo sia uno degli attaccanti più completi e poliedrici del panorama mondiale. Morata e Fonseca inizieranno tra pochi giorni a lavorare assieme, trasformando parole in fatti.

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