Perché Pavlovic farà innamorare i tifosi del Milan

Chi ha soprannominato Strahinja Pavlovic la "Bestia" ha le sue ragioni. Il serbo è forte fisicamente, non si scompone nei duelli aerei e nemmeno quando si tratta di velocità, una combinazione perfetta per un difensore centrale. Il fatto che sia mancino lo ha resto ancor più interessante per il Milan dato che in rosa c’erano già diversi difensori di piede destro, ma così i rossoneri possono essere ancora più flessibili nella costruzione del gioco. In due anni a Salisburgo Pavlovic ha saltato pochissime partite e non ha mai avuto infortuni seri. Nonostante abbia solo 23 anni ha già tanta esperienza, che viene amplificata dal suo modo di giocare e dalla sua apparenza. Ha debuttato con la Serbia all'età di 19 anni e vanta già 38 presenze. Nessun palcoscenico sembra spaventarlo, che sia la Champions League oppure la maglia della Serbia. Il suo modo di giocare non cambia: diretto, così come le sue dichiarazioni nelle interviste. Uno che arriva al dunque, senza fronzoli o giri di parole. Una delle caratteristica di un leader. Il Milan ce l’ha nel destino: contro i rossoneri infatti aveva fatto il suo esordio in Champions . Conosce San Siro, ci ha già giocato due volte nelle ultime due edizioni della Champions . Pavlovic del Salisburgo era abituato a giocare sempre in una difesa a quattro: 4-4-2 a rombo il sistema più utilizzato negli ultimi anni, con Pavlovic come titolare sul centro sinistra della difesa. L’esperienza al Salisburgo può essere definita positiva al 100%: il club cercava un rinforzo dal rendimento immediato e Pavlovic un trampolino di lancio verso un grande club internazionale. E’ andata come entrambi speravano. Interessanti sono anche le statistiche di Pavlovic: in termini di duelli vinti è stato regolarmente uno dei migliori giocatori in Austria, il che non sorprende. Ma ha lasciato il segno anche in attacco: 6 gol e 6 assist in 71 partite ufficiali, 5 reti su 6 segnate di testa. Insomma, una risorsa importante anche nelle situazioni di palla inattiva. Pavlovic è noto in Austria anche per la sua carica emotiva. Un trascinatore, uno che vuole vincere e fa di tutto in campo per raggiungere l’obiettivo. Uno così entra facilmente nel cuore dei tifosi. A volte però l’emotività e l’aggressività gli si sono ritorte contro: in inverno è stato brevemente sospeso dal club perché in allenamento aveva affrontato un compagno in modo troppo duro e rischioso. Questo dimostra due cose: da un lato quando capisce che le cose non vanno, e che la squadra ha bisogno di un segnale, Pavlovic non si tira indietro né a parole né con i fatti. Dall’altro che a volte forse ha bisogno di essere frenato per non oltrepassare il limite. L'interrogativo più grande è: come gestirà Pavlović le situazioni complesse di possesso palla? In Austria sotto questo non ha mai avuto grossi problemi, ma il livello della Serie A ben diverso. Anche il paragone con le sue esperienze in Champions League non è esaustivo perché il Salisburgo è conosciuto per essere più attivo senza palla che col pallone fra i piedi . Al Milan è chiaro che sarà chiamato maggiormente all'impostazione e sarà messo alla prova soprattutto sotto questo aspetto. Quando è arrivato a Salisburgo nel 2022 è stato subito chiaro a tutti che non avrebbe avuto bisogno di troppo tempo per farsi notare da qualche grande club. Viste le sue prestazioni, già la scorsa estate un suo trasferimento non sarebbe stato una sorpresa, ma non era nei piani del Salisburgo. Adesso il passaggio a Milano perché tutto si è incastrato nel modo giusto: le prestazioni di Pavlović, i conti del Salisburgo e la pianificazione del Milan. Ovviamente in Italia le aspettative sono più alte rispetto all’Austria, ma viste la sua lucidità calcistica, la sua fisicità e l’aggressività tipica dei leader non sarebbe strano se Strahinja Pavlović diventasse un punto di riferimento anche nel Milan.

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