Anche un addio può essere da sogno

Collego tre fatterelli di cronaca calcistica degli ultimi giorni e vi racconto una piccola storia piacevole. Fatto numero uno: sento sempre più discussioni pallonare vertere sul fatto che sia inaccettabile iniziare la stagione con il mercato aperto, ritrovandosi con l'assurda e spiacevolissima conseguenza che diversi giocatori anche di prima fascia si rendono indisponibili ad affrontare le partite dei rispettivi club di pertinenza, causando enormi disagi e ondate di commenti. Fatto numero due: il Bologna ha preso Benjamín Domínguez, ala sinistra d'attacco argentina classe 2003, sicuramente molto giovane e da far crescere ma altrettanto indubbiamente dotato di un talento molto interessante. Terzo fatto: al di qua dell'oceano si è parlato della partita di Coppa d'Argentina fra Gimnasia y Esgrima La Plata e Barracas Central solo ed esclusivamente per l'incredibile rissa finale che ha fatto il giro dei social. Parto da questo terzo evento: un vero peccato che l'ottica sia stata questa, perché — prima che tutto degenerasse — Gimnasia contro Barracas è stata soprattutto l'ultima di Domínguez con la maglia de Los Triperos, la casa dove è cresciuto, che ha amato fin da bambino e che ha lasciato nel modo migliore possibile. Perché quando c'è stato da scendere in campo, lui era già stato ceduto al Bologna: accordi chiusi, contratto che cambia una vita firmato, viaggi prenotati e prospettive fissate. Eppure Benjamín Domínguez non ha pensato neppure un secondo di perdersi la possibilità di giocare per l'ultima volta per la propria gente. Incoscienza giovanile? Non credo: il ragazzo è sì di primo pelo, ma sa bene quanto possa costare un infortunio last-minute, visto che nell'aprile del 2023, sul finale di un tirato match al Gigante de Arroyito di Rosario, un intervento killer di un giocatore del Central gli ha sconquassato la caviglia sinistra facendogli perdere la possibilità di giocare il Mondiale Under 20. No, semplicemente ha fatto il suo dovere fino alla fine, ha restituito fino all'ultimo momento ciò che il club della sua città gli ha dato. Ha giocato l'ottavo di finale di coppa nazionale, e non devo spiegare quanti rischi corra un giocatore giovane e guizzante in una partita del genere. Lo ha giocato e lo ha deciso con un gol bellissimo a inizio secondo tempo: palla vacante e rimbalzante in area, lui — destro naturale — che arriva col sinistro, fa un palleggio ed espolde il tiro in un amen infilando l'angolino. Tutto velocissimo, tutto brillantissimo. Tutto naturale, come quel sorriso che si è subito disegnato sul suo viso giovane, anche se immediatamente dopo sono arrivate incontenibili lacrime di commozione e l'orgoglioso bacio allo scudo del club. Naturale anche il fatto che a pochi minuti dalla fine sia stato sostituito, perché aveva dato tutto. E uscendo, Benjamín Domínguez si è preso l'oceanica dimostrazione d'amore di quella che, per questa partita e per tutte quelle prima, rimarrà per sempre la sua gente, un popolo grato nei confronti di chi si è messo a disposizione per regalargli allegria finché ha potuto. Non posso confermarvi direttamente l'indiscrezione emersa proprio riguardo a quel momento, ma non stento a credere che sia vera: pare che l'arbitro si sia avvicinato dicendogli di sbrigarsi ad uscire, perché comunque si stava giocando una partita di coppa con prevedibile finale di tensione, e che lui gli abbia risposto dicendogli che era la sua ultima partita con la maglia del Lobo e doveva salutare tutti nel modo appropriato. Un modo da sogno, letteralmente, perché nell'intervista post-partita Domínguez ha rivelato di aver vissuto tutto la notte prima, durante il suo ultimo sonno da giocatore del Lobo, nel quale aveva sognato di fare il gol decisivo e di congedarsi fra l'ovazione generale. Così è stato. Così è partito da casa un ragazzo di La Plata e del Gimnasia, dando tutto fino all'ultimo secondo e poi imbarcandosi per conquistare il mondo. Così Domínguez ha anche dichiarato a Bologna e ai bolognesi che quello in arrivo non è solo un ragazzo di talento, ma anche pieno di spirito. Benvenuto in Serie A, Benja.

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