L'effetto CalhEmi

Non è passato molto tempo dalla cavalcata vincente dell’Inter dello scorso campionato. Quella dei 94 punti, degli 89 gol fatti e 22 subiti. Quella di una squadra solida dietro, efficace davanti ma soprattutto geometrica e imprevedibile in mezzo. Lì dove la testa pensante, le intuizioni e la straordinaria capacità di interpretare in chiave moderna il ruolo di regista hanno consegnato alla squadra e ad inzaghi il Calhanoglu migliore, quello che in campionato nel dopo Brozovic aveva dato prova che si può e si deve migliorare, che si può e ci si deve completare perche gli step di crescita non finiscono mai come le prove della vita che richiedono sacrifici e coraggio per ripagarti a volte in maniera sorprendente. Quello che riparte dai 13 gol e 3 assist di un campionato fa, la sua migliore stagione a livello realizzativo e non solo da quando è in Italia e che dimostra che freddezza e infallibilità dal dischetto sono un marchio di fabbrica prezioso di cui lui detiene saldamente il copyright. E pensare che qualcuno aveva anche detto che Hakan era tutto fuorché un giocatore in grado all’occorrenza di essere freddo e glacile, imperturbabile nel pressing, nella capacità e ferocia di rincorrere gli avversari e recuperare palla. Tutto smentito da fatti e rendimento altissimo. Primo rigore stagionale realizzato dopo i 9 dello scorso campionato, 17esimo consecutivo in serie A partendo dai primi realizzati con il Milan e 16esimo con la maglia dell’Inter coppe incluse. Una sentenza dagli 11 metri. Cose 'turche' qualcuno avrebbe affermato a giudicare i numeri impressionanti di un calciatore che ha resistito in estate alle tentazioni della Bundesliga e alle lusinghe del Bayern Monaco per continuare una avventura in nerazzurro che sembra essere ripartita nel migliore dei modi. A Marassi a caldo nella prima di campionato con il Genoa qualcuno aveva storto il naso, nonostante i due gol incassati nascessero da disattenzioni individuali, dopo essere stato abituato quasi sempre a pane e caviale in un ultimo campionato di A dominato dall’inizio alla fine con stop e scivolate che si potevano contare sulle punte delle dita. In quella situazione di assoluto controllo le prestazioni di Calhanoglu avevano trovato la propria esaltazione soprattutto a San Siro, il giardino di casa quello dove la famiglia lo segue sempre senza perderlo mai di vista perche si vince e si perde insieme come nelle squadre di calcio. Prestazione garantita quella del numero 20 nerazzurro come l’apporto e l’approccio in campionato di Mehdi Taremi, quello dei 91 gol in 182 presenze con la maglia del Porto, quello che dà il via con un assist di testa al vantaggio della squadra di Inzaghi con il Lecce firmato Matteo Darmian. Taremi si è calato subito, fin dalle partite in precampionato, nella nuova realta e nelle idee di gioco dell’allenatore con la padronanza e l’esperienza di chi assorbe e mette nelle situazioni il proprio bagaglio tecnico e la proprie caratteristiche con una naturalezza quasi sorprendente. Come di uno che è all’Inter da tanti anni e non solo da quaranta giorni. Sempre al servizio del gruppo, sempre dentro fatti e situazioni con personalita e le naturali caratteristiche di smarcamento che lo rendono spesso letale alle spalle della linea difensiva avversaria. Uno che ha nascosto le mancanze, come quella di lautaro Martinez, fermato alla vigilia della prima al Meazza da un affaticamento agli adduttori. Una sciagura nel campionato scorso vista l’incidenza del 'Toro' e gli straordinari numeri del capocannoniere della Serie A, che oggi viene assorbita in maniera differente dal gruppo, consapevole di poter contare su un giocatore diverso, affidabile e sorprendentemente interscambile con tutti gli altri che compongono l’attacco dell’Inter. Barella, Mikhitarian e lo stesso Calhanoglu hanno capito immediatamente che se quest’anno, per necessità o per scelta, si scomporrà a volte la 'ThuLa' il mosaico è pronto comunque a ricrearsi in maniera vincente e senza crepe, inserendo la pedina Taremi, il tassello che mancava per completare il reparto offensivo e renderlo ancora piu competitivo in campionato e nella prossima e rinnovata Champions League dove l’Inter vuol provare a sognare in grande.

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